Rapporto: Israele ha sequestrato il 99% dell’Area C in Cisgiordania

Memo. Domenica 14 settembre, l’Assessorato alla Cultura e all’Informazione dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) ha rivelato in un rapporto dettagliato che più del 99% dell’Area C è stato confiscato dalle autorità israeliane per stabilire ed espandere gli insediamenti israeliani, le zone militari chiuse e il controllo sulle riserve naturali.

Il rapporto ha evidenziato le recenti dichiarazioni ufficiali rilasciate da Israele, la misura della sua conformità con la pulizia etnica e l’imposizione della propria piena sovranità sul territorio palestinese occupato.

Il rapporto ha dichiarato che “Israele non solo ha usato la militarizzazione e la violenza per intimidire il popolo palestinese e separare la Striscia di Gaza dal resto del popolo palestinese, ma ha usato le sue energie e risorse politiche e finanziarie per estendere la propria egemonia sulla Cisgiordania e sulla Gerusalemme occupata attraverso la confisca e il furto della terra palestinese e la rapida espansione degli insediamenti prima della delimitazione di una futura Palestina”.

“Israele ha anche reclutato i suoi funzionari affinché diano indicazioni ingannevoli utili ai fini del suo progetto d’insediamento, nonostante la rabbia popolare e le condanne internazionali circa le sue politiche contorte in quanto stato che esercita terrorismo organizzato e compie crimini di guerra contro l’umanità”.

Relazioni internazionali e israeliane hanno rivelato che, dall’inizio di questo mese, approfittando del silenzio internazionale, il governo israeliano ha implementato un sistema unilaterale per imporre la piena sovranità sul territorio palestinese occupato.

La relazione della OLP ha dichiarato che Israele ruba le risorse naturali della Cisgiordania, in particolare nella zona C, e priva i palestinesi di 3,5 miliardi di dollari l’anno, imponendo inoltre restrizioni alla costruzione palestinese nella zona.

La relazione ha sottolineato il significativo aumento del 240% negli insediamenti israeliani in territorio palestinese, soprattutto negli insediamenti di Beitar Illit, Modi’in Illit e Immanuel. Ha rilevato che l’autorità di terra israeliana ha venduto 2.300 unità abitative negli insediamenti stabiliti in Cisgiordania quest’anno, registrando un incremento dell’866% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

La relazione ha affrontato il discorso politico e ideologico ufficiale israeliano affermando che diffonde un incitamento irresponsabile e una propaganda che riflettono esplicitamente il suo rifiuto della soluzione pacifica con i palestinesi.

I dati e gli indicatori confermano il grave crollo della soluzione dei due Stati.

Il rapporto ha richiesto un blocco dell’ingiustizia israeliana, della violenza e della militarizzazione contro i palestinesi e la definizione di scadenze specifiche per porre fine all’occupazione israeliana. Ha inoltre chiesto che le Nazioni Unite emettano una decisione vincolante che preveda esplicitamente la fine dell’occupazione e la creazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme come sua capitale.