Rapporto: Israele si impadronisce di terreni, erige riserve naturali e parchi nazionali per espandere le colonie

Imemc. L’Ufficio nazionale per la difesa del territorio e la resistenza agli insediamenti, ha dichiarato, nel suo ultimo rapporto settimanale, che il ministro della Difesa israeliano, Neftali Bennett, ha annunciato la settimana scorsa l’approvazione di sette riserve naturali in Cisgiordania, con un’area di 130.000 dunum (1 d=1.000 m²) di terre, 20.000 dei quali appartengono a cittadini palestinesi. Nella sua dichiarazione Bennett ha anche incluso l’approvazione dell’espansione di 12 siti già esistenti e approvati dall’amministrazione civile nel 2008.

L’annuncio include la riserva di Wadi Al-Malha, 14.236 dunum; la riserva di Wadi Tireza, 200 d., e la riserva di Wadi Ogh, 5.700 d., tutte terre di cittadini palestinesi.

Bennett ha sottolineato che il suo ministero continuerà a sviluppare le colonie nell’Area C  “con azioni e non a parole”, aggiungendo che in “Giudea e Samaria” ci sono siti naturali pittoreschi da espandere e nuovi da stabilire a breve. Ha anche richiesto all’amministrazione civile di trasferire le responsabilità delle nuove riserve naturali al dipartimento dei beni naturali e dei giardini, così che possa aprire al pubblico.

Bennett ha citato numerosi siti, fra cui la grotta di Surek, conosciuta anche come la “grotta delle candele”, vicino a Beit Sorek; Wadi al-Muqlaq, nei pendii orientali del Monte degli Ulivi, a Gerusalemme; Wadi-Malha, nel Giordano meridionale; e Wadi Al-Far’a, la via per la Valle del Giordano settentrionale.

Inoltre, Bennett ha annunciato l’espansione di 12 riserve naturali già esistenti, ossia le cime montuose situate ad ovest del Mar Morto;  Fsayil e Um Zoka, nella valle del Giordano; Ein al-Fashkhah, adiacente al Mar Morto; il villaggio di  Kharuba, a est di Ramla e all’interno della Cisgiordania; Wadi Silvadora a nord del Mar Morto; la montagna Ghadir, a est di Tubas;  Eiun Kana, a nord del Mar Morto; Wadi Al-Malh, nel centro della valle del Giordano; e Qumran, nell’area di Gerico. Questo significa mettere mano su grandi aree del Territorio palestinese, classificate come Area C. Secondo i dati di B’Tselem, Israele ha annunciato che circa il 20% della Valle del Giordano è diventata “riserva naturale o parco nazionale”.

In generale, ci sono 700 km2 in Cisgiordania che sono stati dichiarati riserve naturali, oltre ai 78 km2 dichiarati foreste, cioè il 13,7% dell’area totale della Cisgiordania. Va sottolineato che ci sono 59 riserve naturali, la maggior parte delle quali situate nell’Area C, secondo l’accordo di Oslo, ma sotto il controllo di Israele, ad uso a beneficio delle colonie: la parte settentrionale della Valle del Giordano – area sulla quale il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu vuole imporre la sovranità israeliana, nel caso in cui vincesse le elezioni -; le riserve naturali  a Wadi Qana, Salfit ed altre nei governatorati di Betlemme e Hebron. La questione non si limita chiaramente alle sole riserve naturali, ma include anche basi militari o terreni di stato.

Nel contesto dei progetti di colonizzazione, le autorità di occupazione israeliane hanno emesso ordini militari di appropriarsi di 350 dunum di terreno agricolo dalle cittadinedi Al-Khader e Artas, nel sud di Betlemme, e nello specifico le aree di Bakush, Dhahr Ein, Hammad, Al-Shagv, Zakandah, Ein Al-Qasis, Shushahla e Rajm, allo scopo di espandere la strada di circonvallazione n. 60. Ciò significa impossessarsi di ulteriori appezzamenti di terre e aggiungere 150 metri per impedire ai contadini di accedere alle proprie terre.

Le autorità israeliane si sono appropriate di 127 dunum di terra a Burqin e Kafr al-Dik, ad ovest di Salfit, con il pretesto che fossero proprietà statali israeliane. Le forze israeliane hanno iniziato a realizzare una nuova conduttura idrica nelle terre del governatorato di Qalqiliya, allo scopo di irrigare le colonie. Questo progetto di sette chilometri è stato annunciato nel 2018 e comporta la distruzione di più di 1000 alberi di ulivo e la confisca di 100 dunum di terra.

A Nablus gruppi di coloni si sono riuniti in varie strade, in particolare in quella di Hawara e Yitzhar, e nelle terre di Orif, interrompendo le lezioni alla scuola secondaria di Orif. Allo stesso tempo, i coloni hanno attaccato abitazioni residenziali lanciando pietre nella cittadina di Madama e hanno cercato di arrampicarsi sui tetti, ma gli abitanti delle vicinanze sono giunti in aiuto.

A Salfit le autorità di occupazione hanno annunciato, in precedenza, l’espansione della colonia di Bruakhin aggiungendo centinaia di nuove unità coloniali. Ciò ha portato i coloni a demolire 127 dunum nell’area di Thahr Subh, nella parte settentrionale della città di Hajah, classificata come terreno di stato situato nelle Aree B e C, nonostante i proprietari posseggano documenti che ne testimoniano la proprietà.

Traduzione per InfoPal di Laura Della Ciana