Rapporto: le attività delle colonie illegali israeliane raggiungono il loro apice

1386910519Ramallah-PIC. Sabato scorso è stato reso noto un rapporto che ha lanciato l’allarme sul rapido aumento dei progetti delle colonie illegali israeliane nei territori palestinesi occupati che fanno parte di uno schema più ampio volto alla pulizia etnica dei Palestinesi.

L’Ufficio nazionale per la difesa della Terra e di resistenza contro le colonie ha dichiarato che l’attività di queste ha raggiunto l’apice con l’avvento della commemorazione dell’occupazione di Gerusalemme del 1967, celebrata dagli israeliani il 5 giugno.

Secondo la relazione presentata, domenica sera si è tenuto un incontro organizzato dal governo israeliano per celebrare l’occupazione di Gerusalemme.

Tra gli argomenti in discussione durante la riunione vi è stato un piano quinquennale per sviluppare l’economia di Gerusalemme nel tentativo di aprire la strada al fatto che la città possa essere considerata come “capitale dello stato ebraico”. Uno stanziamento per lo sviluppo, che ammonta a 850 milioni di NIS (uguali a circa 220 milioni dollari), sarà investito in cinque zone per rafforzare il turismo della città, l’industria avanzata, il mondo accademico, lo sviluppo delle imprese e la qualità della vita dei coloni.

Mercoledì il ministro israeliano per l’educazione ha annunciato il lancio della settimana della giudaizzazione di Gerusalemme in tutte le scuole. La conclusione dell’evento si prevede per l’8 giugno.

Il comitato israeliano per la pianificazione e la costruzione a Gerusalemme occupata ha approvato anche la confisca da parte dei coloni delle abitazioni palestinesi demolite a Silwan.

Parlando durante la giornata per Gerusalemme, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto di “appoggiare tutti gli sforzi volti al mantenimento e al rafforzamento di una Gerusalemme unificata come capitale indivisibile dello stato di Israele”.

Le rivendicazioni di Netanyahu arrivano proprio nel momento in cui le organizzazioni fanatiche israeliane sono state incitate ad effettuare incursioni in massa il 5 giugno nella Moschea al-Aqsa, sacra per i musulmani, per celebrare l’occupazione della Città Santa di Gerusalemme.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi