Rapporto: l’offensiva israeliana aggrava la crisi idrica nella Striscia di Gaza

view_1405499907Press Tv. L’offensiva israeliana ha ulteriormente aggravato la crisi idrica nell’enclave palestinese.

Già prima dell’8 luglio, giorno in cui ha avuto inizio l’aggressione di Tel Aviv,  la Striscia di Gaza stava affrontando grandi difficoltà nell’approvvigionamento d’acqua. Con l’inizio dell’offensiva israeliana, la situazione non ha fatto che peggiorare, portando moltissime famiglie al punto di non essere più in grado di disporre di acqua corrente o addirittura di dissetarsi.

Il responsabile del sistema idrico di Gaza, Monther Shublak, ha dichiarato a Press Tv che “durante la prima settimana di offensiva,  circa il 25 percento delle forniture d’acqua sono finite al di là delle linee israeliane. Ciò ha causato l’aggravarsi del livello di contaminazione sia delle scorte idriche che dell’acqua già presente nella rete di distribuzione”.

Arwa Mhanna, portavoce dell’organizzazione umanitaria britannica Oxfam, ha rivelato a Press Tv che “la crisi idrica e le sue ripercussioni su un livello d’igiene ormai sempre più precario stanno costituendo una situazione estremamente critica nella Striscia”.

Vaste aree di Gaza fanno uso di acqua malsana, che giunge alle abitazioni senza essere stata depurata.

Le parole di una donna palestinese: “Abbiamo trovato rifugio in istituti scolastici, dopo che la nostra abitazione  è stata distrutta a Beit Hanoun. L’acqua è del tutto assente e vaghiamo costantemente alla sua ricerca, sperando anche di trovare luoghi che ancora dispongano di corrente elettrica”.

Un ragazzino palestinese ha raccontato: ”Non abbiamo più niente. Ce ne stiamo seduti in una scuola senza né cibo né acqua. L’edificio è pieno di morti e non possiamo nemmeno lavarci”.

L’offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza ha finora causato la morte di circa 1900 Palestinesi ed il ferimento di altri 9500.

La Striscia di Gaza si trova in stato d’assedio dal giugno del 2007, quando Israele decise di impedire ai Palestinesi ivi residenti (circa 1,8 milioni di persone) di godere dei propri diritti fondamentali, come la libertà di movimento, la possibilità di un lavoro e di uno stipendio, la fruizione di adeguati servizi educativi e sanitari.

Traduzione di Giuliano Stefanoni