Rapporto: ricostruire Gaza costerà 7,8 miliardi di dollari

10552529_10153008186235760_2323662664391515144_nGaza-Maan e Quds Press. La ricostruzione della Striscia di Gaza costerà 7,8 miliardi di dollari, hanno affermato esperti palestinesi in una relazione divulgata giovedì scorso, mentre il ministro per il Lavoro palestinese ha dichiarato che 100 mila posti di lavoro potrebbero essere creati a Gaza se Israele mantenesse la promessa di porre fine al suo assedio entro un mese.

Il Consiglio Economico Palestinese per lo Sviluppo e la Ricostruzione, un organo dell’Autorità palestinese che controlla la realizzazione dei progetti finanziati da donatori, ha affermato che il processo impiegherebbe “cinque anni, se Israele rimuovesse interamente il suo blocco da Gaza”.

Le perdite dirette sono state stimate in 4,4 miliardi di dollari, mentre una previsione di 3,02 miliardi di dollari è stata considerata per il fabbisogno necessario allo sviluppo della Striscia di Gaza che include il porto ed un impianto di desalinizzazione.

Le duecento pagine del documento hanno impostato una strategia per soccorrere la gente di Gaza, collegandola allo sviluppo sostenibile che aiuterà a ridurre la disoccupazione e la povertà.

Nella relazione si raccomandano diverse condizioni che dovrebbero essere messe in pratica perché la ricostruzione possa avvenire senza problemi, tra le quali la rimozione completa dell’assedio israeliano imposto da otto anni e l’autorizzazione alla libertà di movimento.

A partire dal 2006, Gaza è stata soggetta ad un blocco congiunto israelo-egiziano che ha limitato gravemente tutte le importazioni ed esportazioni, compreso l’import di materiale edilizio.

Israele aveva promesso di alleggerire queste restrizioni durante un cessate il fuoco firmato recentemente al Cairo, ma nessun tipo di materiale è ancora stato fatto passare attraverso le frontiere tra Gaza ed Israele.

L’enclave costiera assediata, dimora per 1,8 milioni di persone e confinata tra Israele ed Egitto, è stata devastata dall’8 luglio al 26 di agosto durante la sua terza guerra in sei anni.

L’assalto israeliano è costato la vita a più di 2.150 abitanti di Gaza, ha distrutto migliaia di case, ha danneggiato gravemente l’unica centrale elettrica dell’enclave, e bruciato decine di fabbriche.

Il documento riporta che le oltre 60 mila unità abitative danneggiate, comprese le 20 mila lasciate inagibili, hanno causato perdite per 1,38 miliardi di dollari.

Ma gli 1,8-2,2 milioni di tonnellate di macerie stimate risultanti dalla distruzione degli edifici potrebbero essere usate anche per aiutare la ricostruzione e la possibile espansione dei territori verso il mare, secondo quanto riportato nel rapporto da 13 esperti palestinesi.

Le perdite nel settore dell’educazione sono state stimate in 55 milioni di dollari, 90 milioni in quello della sanità, nel settore energetico 54 milioni, nel settore economico 200 milioni, nel settore agricolo 250 milioni, nel settore della cultura e del turismo 20 milioni ciascuno, nel settore della collettività 30 milioni, e per le infrastrutture 180 milioni.

La relazione ha stimato le perdite indirette causate dall’assalto in circa 2 miliardi di dollari.

Una conferenza internazionale di donatori per la ricostruzione di Gaza è programmata per la fine del mese, da svolgersi in Egitto o in Norvegia.

“100.000 posti di lavoro”

Il ministro del Lavoro, Mamoun Abu Shahla, ha affermato giovedì che l’apertura di tutte le frontiere di Gaza per un solo mese produrrebbe più di 100 mila posti di lavoro per i Palestinesi di Gaza.

Abu Shahla ha inoltre detto che il governo sarebbe in grado di fornire opportunità occupazionali, una volta che le frontiere fossero aperte, ma se Israele non toglierà l’assedio, la situazione nell’enclave – dove la povertà ha raggiunto il 55% –  rimarrebbe la medesima.

“Entro 15 o 20 anni la ricostruzione sarebbe terminata se 100 camion entrassero ogni giorno da Kerem Shalom (Karem Abu Salam)”, ha aggiunto.

“Ciò è inaccettabile ed irrazionale. Chiediamo che Ban Ki Moon e le organizzazioni internazionali svolgano il loro ruolo nella ricostruzione di Gaza entro breve tempo”, aggiungendo che le frontiere devono essere completamente aperte per permettere ai Palestinesi di ricostruire.

Abu Shahla ha dichiarato a Ma’an che delle oltre 450 mila persone che sono state costrette ad abbandonare le loro case durante l’offensiva, 58 mila restano nei rifugi dentro le scuole dopo che le loro case sono state distrutte.

Ha dichiarato che il governo sta cercando di fornire 10 mila camper equipaggiati con acqua ed elettricità da posizionare accanto alle case distrutte, durante la ricostruzione.

Abu Shahla ha inoltre aggiunto che saranno costruiti 15-20 campi con 500 unità abitative ciascuno.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi