Rapporto settimanale del Pchr: sette civili feriti nelle dimostrazioni, due minorenni

Imemc. Nel suo rapporto settimanale sulle violazioni israeliane dei diritti umani nei Territori Palestinesi occupati nella settimana dall'1 al 6 luglio 2010, il Pchr riporta che le truppe israeliane hanno ferito sette civili, tra cui due minori e un giornalista.

Le forze israeliane continuano a reprimere con la forza le manifestazioni pacifiche in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Decine di dimostranti hanno accusato problemi respiratori per colpa del gas lacrimogeno, e due di loro sono finiti in manette.

Le truppe non cessano inoltre di sparare agli agricoltori e agli operai palestinesi nelle aree di confine con Israele, e ai pescatori in alto mare. Un ragazzino di 14 anni è stato ferito dalla marina, mentre l'altro, di 13, stava raccogliendo materiale da costruzione sulla terraferma.

Attacchi israeliani in Cisgiordania

Durante la scorsa settimana, l'esercito israeliano ha condotto 21 incursioni nelle comunità palestinesi in Cisgiordania. Nelle operazioni sono stati catturati 23 civili palestinesi, tra cui sette al di sotto dei diciott'anni.

In una di queste, avvenuta lo scorso 1 luglio, i militari hanno fatto irruzione nel villaggio di Beit Ummar, a nord di al-Khalil (Hebron), sparando bombe suono e lacrimogeni contro le case. Tre civili, tra cui un minore ammalato di leucemia, hanno sofferto per l'inalazione del gas. Ahmed Khalil Abu Hashem, membro del Comitato popolare contro le colonie, ha infatti riferito a un attivista sul campo del Pchr che le forze armate hanno lanciato intenzionalmente un lacrimogeno nella casa di un certo Ahmed Mohammed Abu Maria. Il minore è stato trasferito in un ospedale a Hebron, perché le sue condizioni erano peggiorate.

In un altro episodio, il 5 luglio, le truppe sono entrate intorno alle tre del pomeriggio nel villaggio di Kafr Lakef, in provincia di Qalqiliyya, dove hanno invaso la casa e l'officina di Sami Isa Yusef Asaf, esaminando le carte d'identità dei fabbri che vi lavoravano e costringendoli a sgomberare. Uno di loro è stato però arrestato: si tratta di Mamduh Bashir Husein Abu al-Madaneya, 21 anni. Uscendo dal villaggio, i soldati hanno arrestato anche Medhat, 23 anni e fratello di Mamduh. Gli israeliani hanno trasferito i due in un centro d'interrogatori a ar-Ramlah. Diverse ore più tardi sono stati rilasciati al checkpoint di Nil'in, a ovest di Ramallah.

Israele ha inoltre continuato ad adottare misure che puntano a creare una maggioranza demografica ebraica a Gerusalemme. Un civile palestinese è stato costretto a demolire la propria casa.

Attività coloniali

Le forze israeliane hanno portato avanti le attività coloniali in Cisgiordania, e i coloni continuano ad attaccare i civili palestinesi e le loro proprietà.

Intorno all'una del pomeriggio dell'1 luglio, le truppe, accompagnate dai mezzi militari e dai bulldozer, hanno invaso le aree di ar-Ra's al-Ahmar e di Atauf, a sudest di Tubas, distruggendo tredici delle tende usate dagli agricoltori palestinesi come rifugi. Il 6 giugno sono stati distribuiti degli avvisi ai residenti perché evacuassero la zona, in quanto area militare chiusa.

Attacchi israeliani nella Striscia di Gaza

Il 5 luglio, i militari hanno ferito due minori e ucciso un cavallo in due distinti episodi.

Nel primo, avvenuto alle 10 e mezza circa del mattino, le cannoniere israeliane si sono appostate vicino al porto di Gaza, sparando ai pescherecci palestinesi che si trovavano a circa due miglia dalla riva. Allam Naser Fadel Bakr, 14 anni del campo profughi di ash-Shati, è stato colpito all'addome da due spari. Lo scafo della barca su cui si trovava Allam insieme al padre e al fratello è stato forato da altri due proiettili.

Intorno all'1 del pomeriggio, vicino al passaggio di Beit Hanun (Erez), i soldati piazzati sugli osservatori hanno invece aperto il fuoco contro gli operai palestinesi intenti a raccogliere materiale da costruzione. Uno di loro, Ahmed Nafez Khader Hamdan, 13 anni di Beit Hanun, è stato colpito anche lui all'addome, mentre si trovava a circa 700 metri dalla frontiera. Inoltre, il suo cavallo è stato ucciso dagli spari.

Per quanto riguarda altri casi di aggressione, un aereo F16 israeliano ha lanciato giovedì 1 luglio un missile sul sito di Abu Jarad, Gaza city. L'area veniva utilizzata in precedenza dalla Sicurezza nazionale ed è ora occupata dalle Brigate al-Qassam (braccio armato di Hamas). L'attacco ha causato danni al cancello e al muro occidentale del sito. Non sono stati riportati morti o feriti.

Il 2 luglio 2010, un F16 israeliano ha invece sparato un missile all'aeroporto internazionale di Gaza, a sud-est di Rafah, colpendo la pista d'atterraggio. Anche qui, nessun danno a persone.

Muro di annessione

Di nuovo in Cisgiordania, l'esercito israeliano, facendo un uso eccessivo della forza, ha disperso le dimostrazioni pacifiche organizzate dai civili palestinesi per protestare contro la costruzione del Muro di annessione e le attività d'insediamento. Come risultato, sette civili sono rimasti feriti, e tra loro due minori e un giornalista. Diversi manifestanti sono stati inoltre sottoposti a pestaggi.

Il 2 luglio, tre civili palestinesi, ivi incluso uno dei due minorenni, sono stati feriti da schegge di granata durante una manifestazione nel villaggio di Wadi Rahhal, a sud di Betlemme. Altri otto partecipanti al corteo, tra cui tre attivisti stranieri, sono stati asfissiati dal gas e picchiati dagli uomini dell'esercito.

Il 4 luglio, quattro dimostranti, tra cui l'altro minore e il giornalista, hanno riportato ferite durante la manifestazione pacifica di Beit Jala, a ovest di Betlemme. Una ragazza ha anche accusato problemi per l'inalazione del gas, e diversi altri attivisti sono stati percossi dai militari.

A Wadi Rahhal, i soldati hanno inoltre arrestato due attivisti internazionali, trasferendoli nella colonia di Kfar Etzion e rilasciandoli dopo averli tenuti in custodia per sei ore.

Raccomandazioni alla comunità internazionale.

A causa della quantità e della gravità di violazioni israeliane nei riguardi dei diritti umani, il Pchr raccomanda alla comunità internazionale una serie di misure da adottare. Tra queste, il Pchr chiede all'intera società civile internazionale – inclusi i sindacati, le organizzazioni umanitarie, le associazioni di avvocati e le Ong – di proseguire nel suo ruolo e di fare pressioni sui propri governi, per ottenere da Israele il rispetto dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati e la fine degli attacchi contro i civili.

In aggiunta, il Pchr chiede alla stessa comunità internazionale di spingere Israele a rimuovere le severe limitazioni – imposte dal suo governo e dalle forze di occupazione – all'accesso delle organizzazioni internazionali nei Territori occupati.

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