Rapporto settimanale del Pchr sulle violazioni israeliane

Pchr – Palestinian Centre for Human Rights

Proseguono gli attacchi delle forze d'occupazione israeliane ai danni di civili e proprietà palestinesi nei Territori occupati

– Un operaio e un combattente sono stati uccisi nella Striscia di Gaza;

– I militari israeliani hanno sferrato una serie di attacchi contro i civili nella Striscia di Gaza;

– Quattro abitazioni sono state distrutte, altre 14 danneggiate;

– Si sono registrate minacce nei confronti di lavoratori, agricoltori e pescatori nelle zone di confine della Striscia di Gaza;

– Feriti un operaio e un agricoltore palestinesi;

– Si è riportata ancora dura repressione dei soldati di Israele contro le pacifiche manifestazioni in Cisgiordania;

– Sette civili – tra cui un bambino – sono stati feriti;

– Anche un membro di Pchr, insieme ad un operatore paramedico e a due giornalisti sono rimasti intossicati dai gas lacrimogeni;

– Le forze d'occupazione hanno arrestato un civile palestinese, un giornalista israeliano, un difensore per i diritti umani e due colleghi internazionali;

– 40 sono state le incursioni condotte dai soldati israeliani presso comunità palestinesi in Cisgiordania. Tre incursioni hanno riguardato la Striscia di Gaza;

– 13 palestinesi – tra cui due bambini – sono stati arrestati;

– Prosegue incessantemente l'assedio voluto da Israele sulla Striscia di Gaza;

– I soldati hanno continuato a dare il proprio sostegno nelle attività di colonizzazione in Cisgiordania e i coloni israeliani hanno attaccato civili e proprietà palestinesi;

– Le forze d'occupazione hanno spianato circa 15 ettari di terra a Deir Estia (Salfit);

– A Ramadin (al-Khalil/Hebron), sono stati consegnati ordini di demolizione per una scuola, una moschea e 13 abitazioni;

– Coloni israeliani hanno attaccato con cocktail molotov un'abitazione ad Hawwara (Nablus). 

Riepilogo

Violazioni israeliane alla legge internazionale e umanitaria nei Territori palestinesi occupati.  Settimana di riferimento del rapporto: 24 febbraio – 2 marzo 2011. 

Uso di arma da fuoco. I soldati israeliani hanno ucciso un operaio palestinese e un combattente della resistenza. Nella Striscia di Gaza, un altro lavoratore è stato ferito insieme ad un agricoltore e ad un attivista. Inoltre, sette civili, tra cui un bambino, sono stati feriti in Cisgiordania. 

Striscia di Gaza:

– 27 febbraio: un operaio palestinese è stato assassinato sul confine settentrionale. La vittima stava lavorando alla raccolta di materiale edilizio di scarto e, al momento dell'episodio, era posizionato a 300 mt dal confine. Il giorno 26, un altro lavoratore era stato ferito dai soldati;

– Un combattente palestinese viene ucciso in un attacco dell'aviazione israeliana ad est di Gaza City. Si tratta di un attivista della brigate al-Quds (Jihad islamico);

28 febbraio: un attivista della resistenza palestinese viene ferito dai soldati israeliani a Rafah (Striscia di Gaza sud);

– 1 marzo: l'artiglieria israeliana ha ferito un agricoltore palestinese quando i militari hanno aperto il fuoco contro diversi attivisti. E' accaduto nella zona centrale del territorio palestinese assediato. 

Nel corso dell'intero periodo di riferimento del presente rapporto, Israele ha lanciato diversi attacchi aerei contro Gaza. In queste operazioni; 4 abitazioni sono state distrutte, 14 danneggiate tra cui 11 strutture civili, un edificio della sicurezza ed una moschea.

Cisgiordania: durante le manifestazioni settimanali contro colonie israeliane e Muro d'Apartheid, i militari israeliani sono tornati a fare pesante uso di armi per disperdere i presenti. Sette civili – tra cui un bambino – sono rimasti feriti. A decine, civili locali e attivisti per i diritti umani internazionali sono rimasti intossicati dai gas lacrimogeni. Tra questi anche un collaboratore di Pchr, un operatore paramedico e due giornalisti. Qui un civile palestinese, un giornalista israeliano, un difensore per i diritti umani israeliano e due internazionali sono stati arrestati dalle forze d'occupazione israeliane. 

Incursioni. Nella settimana dal 24 febbraio al 2 marzo, i soldati di Israele hanno condotto almeno 40 incursioni militari in Cisgiordania conclusesi con l'arresto di 13 civili palestinesi. Anche due bambini sono stati arrestati. 

Nella Striscia di Gaza sono state condotte tre incursioni nel sud e al centro con la distruzione (spianamento) di terreni palestinesi. 

Restrizioni alla libertà di movimento. Le misure di controllo e i divieti hanno interessato entrambe le aree territoriali palestinesi (Cisgiordania e Striscia di Gaza). 

Striscia di Gaza. Continua il blocco imposto da Israele. Da giugno 2007 l'assedio è totale e l'impatto umanitario ed economico disastroso.

– L'illegale chiusura ha portato una crisi umanitaria a Gaza, ma anche un peggioramento dello stato dei diritti umani e della dignità umana della popolazione assediata. Restano vaghe le misure sull'allentamento del blocco sostenute da Israele. Si tratta di propaganda che devia le reali cause della crisi le quali invece, devono essere affrontate direttamente con l'apertura immediata degli ingressi di Gaza, la rottura dell'assedio, il ripristino della libertà del movimento della popolazione e la ripresa delle esportazioni della produzione locale.

Il Pchr sostiene che si tratta un tentativo israeliano di ridisegnare l'assedio fino alla sua istituzionalizzazione. “Non si può più permettere che i palestinesi vivano nell'insufficienza alimentare o restino economicamente dipendenti e incapaci di autonomia socio-culturale, economia, accademica e isolati da resto del mondo”;

– L'estensione della lista di beni proibiti a Gaza è di per sé una violazione alla legge internazionale di cui Israele – in qualità di membro contraente convenzioni come quella sui Diritti civili e politici – ha l'obbligo di osservare, oltre ai doveri derivanti dal proprio status di “potenza occupante”;

– Le dichiarazioni israeliane sono mendaci e servono ad eludere le la comunità internazionale. Queste quantità di beni non potranno soddisfare i bisogni della popolazione di Gaza; 

– Vige ancora il totale divieto all'ingresso a Gaza di materiali da costruzione ed è totale quello sulle esportazioni;   

– Il valico di Beit Hanoun (Eretz) resta chiuso per decisione israeliana. I civili che devono spostarsi per ragioni personali o i malati che devono sottoporsi a trattamenti medici sono ostaggi e vittime di questa decisione; 

– Altre restrizioni sono state rivolte da Israele a diplomatici internazionali, giornalisti e operatori umanitari. Inoltre, diverse organizzazioni umanitarie che non hanno potuto avvedere a Gaza; – Deterioramento dello standard di vita dei palestinesi: livelli di povertà e disoccupazione sono in grave aumento. 

Cisgiordania. anche qui vigono restrizioni e divieti di movimento nei confronti dei palestinesi della Cisgiordania e a Gerusalemme est. La Città santa resta proibita a migliaia di palestinesi di entrambe le aree territoriali (Cisgiordania e Striscia di Gaza). 

– I posti di blocco intorno a Gerusalemme e varie misure di restrizione accesso sono frequenti insieme ai divieti imposti ai fedeli di raggiungere la moschea di al-Aqsa; 

– Attualmente, si contano circa 585 checkpoint in Cisgiordania tra quegli permanenti e quegli temporanei; 

Muro d'Apartheid: una volta completato con i suoi 724 Km isolerà l'intera popolazione della Cisgiordania. 350 km sono stati già completati. Circa il 99% del Muro è stato costruito in pieno territorio palestinese, confiscando terra; 

Viabilità: almeno il 65% delle principali strade che collegano 18 comunità palestinesi in Cisgiordania sono state chiuse o sono sotto il pieno e permanente controllo dell'esercito israeliano;

– 500 km è la lunghezza cumulativa delle strade ad accesso ridotto (1/3 della Cisgiordania), compresa Gerusalemme est occupata. Queste restano vietate ai palestinesi e i permessi per percorrerle sono estremamente difficili da ottenere, a decidere è sempre l'esercito israeliano;

– I manifestanti che si ritrovano per protestare contro colonie e Muro d'Apartheid vengono puntualmente aggrediti, feriti e arrestati dai soldati dell'occupazione;

– A Gerusalemme, queste politiche di violenza riguardano i civili palestinesi, costantemente fermati per strada, sottoposti a perquisizioni e umiliazioni di ogni tipo. 

Attività coloniali. In violazione alla legge internazionale e a quella umanitaria, Israele prosegue spedito la colonizzazione della Palestina. I coloni israeliani attaccano con frequenza e in piena libertà civili e proprietà palestinesi. 

– 27 febbraio: le forze d'occupazione israeliane invadono l'area di Hariqat al-Khammas, ad ovest di Deir Estia (Salfit nord). Circa 15 ettari di terreno vengono spianati dai bulldozer israeliani. Si tratta di proprietà di Hussein 'Abdul Rahim Zaidan. Anche le barriere che delimitano il perimetro dei campi e 30 serbatoi di acqua vengono distrutti. 150 piantine vengono sradicate. Nello stesso giorno, i militari consegnano ordini di demolizione per una scuola, una moschea, 13 abitazione a Ramadin (Hebron). La motivazione è, ancora una volta, la mancanza di licenze edilizi;

– 28 febbraio: coloni israeliani provenienti dalla colonia di Gilad allestiscono tende e container ad est di Ematin (nord est di Qalqiliya). L'intervento dei soldati dell'occupazione si conclude con lo smantellamento;

– Coloni armati giungono a Nabi Saleh dall'insediamento di Halmish (Ramallah). Chiudono l'ingresso del villaggio palestinese e attaccano con il lancio di pietre le automobili palestinesi. Le forze d'occupazione israeliane sono presenti nell'area, ma restano inermi;

– Coloni dell'insediamento di Yitzhar aggrediscono un'abitazione ad Hawwara (Nablus) lanciandovi contro cocktail molotov;

– 2 marzo: i soldati israeliani distruggono un pozzo di proprietà di Yousef Jaber. Accade nell'area di al-Baq'a, ad est di Hebron, nei pressi della strada num. 60.

Il rapporto in versione integrale

 

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