Rapporto settimanale del Pchr sulle violazioni israeliane

Rapporto settimanale del Pchr sulle violazioni israeliane: 13 rapimenti in 58 incursioni separate. I coloni assaltano un uliveto

Nella settimana tra il 20 e il 26 ottobre, le Forze di occupazione israeliane (Foi) hanno fatto ancora uso della forza nei confronti di manifestanti durante le proteste non-violente in Cisgiordania. Decine di dimostranti sono rimasti intossicati per l'inalazione di gas lacrimogeni.

In 58 incursioni separate, le Foi hanno rapito 13 palestinesi. Uno di loro è un organizzatore della campagna non violenta che si oppone alla costruzione del muro di annessione nel villaggio di Bil'in, a ovest di Ramallah. Quattro civili palestinesi, tra i quali un bambino, sono stati rapiti presso diversi posti di blocco in Cisgiordania.

Israele ha continuato a mettere in atto misure volte alla creazione di una maggioranza ebraica a Gerusalemme est: un nuovo piano di insediamento è stato svelato.

La municipalità di Gerusalemme ha deciso di demolire il ponte del quartiere di Bab al-Maghariba.

Sempre questa settimana, le Foi hanno chiuso gli uffici di diverse Ong e ne hanno arrestato un dipendente.

Attacchi israeliani alla Striscia di Gaza

Le Foi hanno sparato contro alcuni operai che stavano raccogliendo avanzi di materiale da costruzione nella Striscia di Gaza settentrionale.

Israele ha continuato a imporre un blocco totale sulla Striscia di Gaza, isolandola dal resto del mondo. Circa l'80% dei civili di Gaza hanno continuato a dipendere dagli aiuti alimentari forniti dall'Unrwa e da altre agenzie di soccorso. Continua ad aumentare il numero di famiglie che vive sotto il limite di povertà e, per la chiusura della maggior parte delle istituzioni economiche, circa il 40% della forza lavoro di Gaza ha continuato ad essere permanentemente disoccupato.

Le Foi hanno continuato a imporre il divieto totale delle esportazioni sui prodotti di Gaza, in particolar modo sui prodotti industriali, minando ogni possibilità di ripresa delle istituzioni economiche. La situazione si è aggravata soprattutto in seguito alla decisione di mantenere aperto ai commerci solo l'attraversamento di Karm Abu Salem, peraltro frequentemente chiuso. Ciò ha inciso negativamente sulla quantità di esportazioni di prodotti da Gaza, che lo scorso aprile avevano ottenuto il permesso di essere esportati.

Le Foi hanno ancora prorogato l'applicazione della loro decisione di consentire l'ingresso settimanale, a Gaza, di solo 60 automobili nuove. Ciò nonostante tale decisione sia stata annunciata 11 mesi fa, dopo 3 anni di divieto imposto sulla consegna di automobili a Gaza. La conseguenza è stato l'aumento dei prezzi delle automobili, e la scarsa reperibilità di pezzi di ricambio al mercato locale.

Muro israeliano di annessione

Israele ha continuato la costruzione del muro di annessione all'interno della West Bank. Ampie aree di terreno sono state spianate nel villaggio di al-Walaja, vicino a Betlemme. Per la quarta settimana consecutiva, le Foi hanno continuato le attività di demolizione e di sradicamento di decine di alberi da frutto a al-Walaja, per costruire una nuova sezione del muro di annessione, preparando l'isolamento del villaggio da Betlemme e l'annessione dei suoi terreni entro i confini della municipalità di Gerusalemme.

Secondo le indagini condotte dal Pchr, dal 2009 a oggi la lunghezza del muro di annessione, che si è sviluppato a est, a ovest e a nordest di al-Walaja, ha raggiunto i 4500 metri, con un'ampiezza variabile dai 20 ai 50 metri.  Conseguenza di ciò è stato lo sradicamento di 2100 alberi tra ulivi, mandorli e viti. 500 dunum di terreni agricoli e foreste, e, in parte, una riserva naturale, sono stati distrutti. Inoltre, circa 2000 dunum del villaggio sono rimasti isolati dietro il muro.

Il progetto di costruzione del muro, pubblicato dal ministero della Difesa israeliano sul proprio sito il 30 aprile 2007, dimostra che il villaggio di al-Walaja verrà isolato a nord, a est, e a ovest. A sud, il villaggio verrà invece isolato da una strada di sicurezza controllata dalle Foi, che verrà allungata fino alla tangenziale n.486, utilizzata oggi dagli abitanti del villaggio per raggiungere i servizi a Betlemme. Una volta completato, il muro isolerà il 50% dell'area totale del villaggio.

Nel periodo di riferimento del rapporto le foi hanno fatto eccessivo uso di forza per disseminare le manifestazioni non violente pacifiche organizzate in protesta alle attività di insediamento israeliane e alla costruzione del muro di annessione in Cisgiordania. In questo contesto, decine di civili palestinesi, un fotogiornalista e difensori dei diritti umani sono rimasti intossicati dai gas lacrimogeni: alcuni di loro hanno riportato contusioni.

In seguito alle preghiere del venerdì del 21 ottobre, decine di civili palestinesi e di difensori dei diritti umani  internazionali e israeliani hanno organizzato una dimostrazione pacifica presso il villaggio di Bil'ein, a ovest di Ramallah, in protesta alla costruzione del muro di annessione. Essi portavano bandiere palestinesi ed esibivano ritratti di Marwan al-Barghouti e di Ahmed Sa'adat, membri del Consiglio legislativo palestinese detenuti dalle forze israeliane. I manifestanti si sono poi spostati verso le aree di terreno palestinese, che l'Alta Corte israeliana ha ordinato di restituire ai proprietari palestinesi. I militari israeliani hanno sparato proiettili di metallo rivestiti in gomma, hanno fatto esplodere bombe acustiche ed hanno lanciato lacrimogeni contro i manifestanti. Diversi dimostranti sono rimasti intossicati e le Foi hanno arrestato Ashraf Ibrahim Abu Rahma, 30 anni.

Sempre in seguito alle preghiere del venerdì del 21 ottobre, decine di  civili palestinesi e di difensori dei diritti umani  internazionali e israeliani hanno organizzato una dimostrazione pacifica presso il villaggio di Bil'ein, a ovest di Ramallah, in protesta alla costruzione del muro di annessione. Hanno cantato slogan inneggianti alla riconciliazione palestinese, al rispetto dei diritti inalienabili dei palestinesi e alla resistenza palestinese. Inoltre, hanno cantato “194 è lo Stato di Palestina” e altri slogan contro il presidente americano e il suo discorso alle Nazioni Unite, di difesa all'occupazione israeliana. Si sono poi scontrati con le truppe israeliane posizionate in prossimità del muro di annessione. I soldati israeliani hanno sparato proiettili di metallo rivestiti in gomma, bombe acustiche e lanciato lacrimogeni contro i manifestanti.  Diversi dimostranti sono rimasti intossicati.

Sempre in seguito alle preghiere del venerdì del 21 ottobre, decine di  civili palestinesi hanno organizzato una dimostrazione pacifica nel villaggio di Kufor Qaddum, a nord-ovest di Qalqilya, per protestare contro la chiusura dell'ingresso orientale del villaggio da parte delle Foi. Le forze israeliane hanno intercettato i dimostranti e hanno lanciato lacrimogeni e bombe acustiche. Sei dimostranti, tra i quali una donna anziana, sono rimasti intossicati: Salima Ahmed Eshtaiwi, 70; Bashar Khaled Abu Khaled, 20; Bassam Mohammed Eshtaiwi, 40; Mohammed Maher Jom’a, 25; Aws ‘Abdul Raziq ‘Aamer, 21; and ‘Alaa’ Mohammed Rsaheed, 25 anni.

Nella mattinata di sabato 22, decine di civili palestinesi e di attivisti internazionali per i diritti umani hanno organizzato una dimostrazione pacifica nel centro della cittadina di Beit Ummar, a nord di Hebron. Si sono spostati verso i terreni agricoli dell'area di Khillat al-Kutla, chiusi dalle forze israeliane, vicino all'insediamento di “Karmi Tsur”, a sud di Beit Ummar. I soldati israeliani hanno attaccato i manifestanti e hanno dichiarato l'area “zona militare chiusa”. Essi hanno violentemente picchiato diversi manifestanti, lanciato lacrimogeni e esploso bombe acustiche. Diversi manifestanti sono rimasti intossicati.

Attività israeliane di insediamento

Le forze israeliane hanno continuato le attività di insediamento in Cisgiordania, e hanno continuato ad attaccare civili palestinesi e proprietà.

Lunedì 24 il sito web del quotidiano israeliano Yediot Aharanot ha svelato un piano di insediamento israeliano a Gerusalemme est. E' stato segnalato che il governo israeliano sta preparando la fondazione di un nuovo quartiere di insediamento nella Gerusalemme est meridionale, vicino al villaggio di Beit Safafa. Il progetto è diviso in tre fasi, e prevede la costruzione di 4000 unità abitative. Il Comitato di organizzazione e costruzione israeliano ha approvato la prima fase, che comprende la costruzione di 2610 unità abitative.

In Cisgiordania i coloni israeliani hanno attaccato dei contadini palestinesi che stavano raccogliendo olive. Il 21 ottobre, diversi coloni israeliani, uno dei quali armato di fucile, si sono mossi dall'insediamento di “Yish Kodesh”, a sud-est di Nablus, ed hanno attaccato i contadini palestinesi e gli attivisti internazionali della solidarietà che stavano raccogliendo le olive. I coloni hanno fatto uso di pietre, strumenti acuminati e bastoni. Due civili palestinesi, di cui un bambino, sono stati feriti. Le forze israeliane, giunte sul posto, hanno lanciato lacrimogeni contro i contadini e gli attivisti. Decine di contadini e di attivisti sono stati intossicati e sono stati obbligati ad abbandonare l'area.

Nello stesso giorno, diversi coloni israeliani, accompagnati dalle forze israeliane, hanno attaccato dei contadini palestinesi e li hanno espulsi dalle loro terre nel villaggio di Kufor Qaddoum, a nord-est di Qalqilya, mentre  stavano raccogliendo le olive. Ciò per aver organizzato, gli abitanti del villaggio, la dimostrazione settimanale. I soldati israeliani hanno detto al megafono che ai contadini sarà vietato raccogliere le olive finché verrà organizzata la dimostrazione settimanale. Essi hanno poi espulso i contadini dalle proprie terre.

Sabato 22, diversi coloni si sono mossi dall'insediamento di “Rafafa”, per attaccare dei terreni agricoli palestinesi presso il villaggio di Qarawat Bani Hassan, a nord-ovest di Salfit. Essi hanno espulso una famiglia palestinese dalla loro terra mentre alcuni dei suoi membri stavano raccogliendo le olive.

Raccomandazioni alla comunità internazionale

A causa delle numerose e dure violazioni dei diritti umani da parte israeliana nella scorsa settimana, il Pchr ha rivolto diverse raccomandazioni alla comunità internazionale. Tra queste, la pressione affinché Israele ponga fine alle dure restrizioni, da parte del suo governo e delle forze di occupazione, che limitano l'accesso nei Territori palestinesi alle organizzazioni internazionali.

Il Pchr ribadisce che ogni insediamento politico che non si basi sulle leggi internazionali dei diritti umani, non può portare a una soluzione giusta e pacifica della questione palestinese. Piuttosto, un tale atteggiamento può portare solo a ulteriori instabilità e sofferenze nella regione. Ogni accordo o processo di pace dev'essere basato sul rispetto della legge internazionale, e sulle leggi umanitarie e dei diritti umani.

Traduzione per InfoPal a cura di Stefano Di Felice 

 

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