Rapporto USA su diritti umani porta avanti classificazione dell’era Trump su Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est

Washington – MEMO. L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden sta portando avanti la politica dell’era Trump di non fare riferimento alla Cisgiordania, alla Striscia di Gaza e a Gerusalemme Est come “Territori occupati”.

Tuttavia, nel suo “Rapporto 2020 sulle pratiche dei diritti umani: Israele, Cisgiordania e Gaza”, il Dipartimento di Stato degli USA ha affermato: “Questa sezione del rapporto copre Israele all’interno dei confini dell’accordo d’armistizio del 1949, nonché le Alture del Golan e la Gerusalemme Est che Israele ha occupato durante la guerra del giugno del 1967 e dove, in seguito, ha esteso la sua legge, giurisdizione ed amministrazione nazionali”.

Ciò avviene dopo che l’ex-amministrazione del presidente Donald Trump ha riconosciuto la sovranità di Israele sulle Alture del Golan e ha occupato Gerusalemme Est. L’amministrazione di Biden ha chiarito il fatto: “Il linguaggio in questo rapporto non ha lo scopo di trasmettere una posizione su eventuali questioni relative allo status finale da negoziare tra le parti in conflitto, inclusi i confini specifici della sovranità israeliana a Gerusalemme, o i confini tra Israele e qualsiasi futuro stato palestinese”.

Il vice-segretario facente funzione dell’Ufficio per la democrazia, i diritti umani ed il lavoro del Dipartimento di Stato, Lisa Peterson, ha dichiarato ai giornalisti che etichettare il capitolo in base alle sue aree geografiche piuttosto che usare il termine “Territori occupati” era più vantaggioso per i lettori.

Tuttavia, l’ambasciatore palestinese nel Regno Unito, Husam Zomlot, ha dichiarato al Times of Israel: “Bene, siamo tornati sulla stessa pagina per quanto riguarda lo stato del territorio occupato. La vera domanda è: cosa farà l’amministrazione Biden a riguardo? È troppo tardi per le discussioni, [adesso] abbiamo bisogno di un’azione per responsabilizzare Israele e per porre fine all’occupazione”.