Rassegna stampa del 24 e 25 aprile.

Rassegna stampa del 24 e 25 aprile.

A cura di Chiara Purgato.

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George Mitchell ci riprova. L’emissario statunitense per il medioriente ha incontrato responsabili israeliani e palestinesi. Malgrado le attuali difficoltà di dialogo con lo stato ebraico Washington vuole stringere i tempi per il riavvio di negoziati indiretti fra le controparti. Dal Presidente israeliano Shimon Peres Mitchell ha ricevuto rassicurazioni:

“Uno stato palestinese è necessario per ragioni morali, perché non intendiamo un’altra nazione – ha detto Peres – ma anche per pragmatismo: il conflitto non deve consumare il nostro futuro e non c‘è altra soluzione”.

Sul tappeto, secondo la stampa israeliana, ci sarebbe il sì ad uno stato palestinese, ma con confini provvisori e accantonando per il momento la questione di Gerusalemme.

Mahmud Abbas, presidente dell’Autorità nazionale palestinese, non ha fatto commenti dopo l’incontro con Mitchell, che era latore di un messaggio di Obama:

“Per la risoluzione del conflitto – ha dichiarato Mitchell – Gli Stati Uniti si sono impegnati a creare le condizioni per una pace giusta, duratura e totale in Medioriente. Ciò prevede l’esistenza di due stati: Israele e la Palestina”.

Al di là degli ostentati buoni propositi, il negoziato indiretto fra le due parti è fermo da oltre un anno e uno dei principali ostacoli è la decisione israeliana di riprendere a costruire case per i coloni a Gerusalemme est. Ancor prima dell’arrivo di Mitchell, il Premier israeliano Netanyahu aveva messo in chiaro che nulla potrà frenare le gru.

 

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Una marcia di coloni israeliani in quartiere di Gerusalemme est ha scatenato scontri con i palestinesi e la polizia.

Una cinquantina di attivisti di estrema destra è sfilata per le vie di Silwan, chiedendo l’abbattimento di circa 200 abitazioni palestinesi giudicate illegali.

Alla marcia degli estremisti ha fatto da contraltare una manifestazione di israeliani favorevoli alla pace con i palestinesi e al rispetto dei loro diritti. a Silwan vivono 300 coloni e 55 mila palestinesi.
La polizia ha quindi dovuto contrastare il lancio di sassi e bottiglie incendiarie da parte di militanti palestinesi.

I disordini di Gerusalemme est avvengono nel momento in cui l’inviato americano per il Medio Oriente George Mitchell incontra il premier israeliano Benjamin Netanyahu in vista dell’avvio di negoziati indiretti, mediati dagli Stati Uniti, con l’Autorità nazionale palestinese.

 

 

http://www.ansa.it/

Mo: Abu Mazen invitatoda Obama a maggio

Netanyahu, avvio negoziati dipendesolo da Anp

25 aprile, 16:09(ANSA) – GERUSALEMME, 25 APR – Il presidente dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen e' stato invitato negli Usa a maggio per incontrare Barack Obama. Lo ha il principale negoziatore di pace palestinese, Saeb Erakat. E intanto il premier israeliano Benyamin Netanyahu, all'apertura della seduta settimanale del Consiglio dei ministri, ha affermato che l'avvio immediato di negoziati indiretti di pace israelo-palestinesi dipende solo dalle decisioni dell'Anp.

 

Arabi israliani da Gheddafi

Siamo parte del mondo arabo, ci battimo per uguaglianza

24 aprile, 17:46

(ANSA) – GERUSALEMME, 24 APR – Un'ampia delegazione di arabi israeliani, compresi numerosi deputati, e' partita per la Libia dove sara' ricevuta dal leader Gheddafi. I membri della delegazione hanno detto che chiederanno a Gheddafi di aprire a loro le porte del mondo arabo. Il deputato Ahmed Tibi ha aggiunto: 'E' nostra intenzione sottolineare a Gheddafi la singolarita' di una minoranza araba che e' parte del popolo palestinese e dello Stato di Israele, che si batte per l'uguaglianza .

 

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M. O: BIMBA MALATA LASCIA GAZA, ISRAELE DA' IL PERMESSO

(AGI) – Gerusalemme, 25 apr. – La figlia di un leader di Hamas potra' lasciare ufficialmente la Striscia di Gaza per la Giordania. Il governo israeliano ha concesso il permesso affinche' la bambina, dell'eta' di tre anni, possa ricevere urgenti cure mediche in un ospedale israeliano prima di essere trasferita ad Amman. Della questione si era interessato anche il re giordano, Abdullah II. Hamas non ha voluto commentare finora il gesto israeliano.

 

 

 

 

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