Rassegna stampa del 30 aprile.

Rassegna stampa del 30 aprile.

A cura di Chiara Purgato.

http://www.ilmessaggero.it/

Cisgiordania, scontri tra coloni e polizia
Raid contro un villaggio palestinese

Almeno 11 arresti della polizia fra gli abitanti di Yitzhar, considerata una base dell'ala più violenta dei coloni israeliani

 

ROMA (29 aprile) – Tafferugli fra coloni e polizia israeliana e un raid contro un villaggio palestinese sono avvenuti oggi in Cisgiordania, nell'insediamento ebraico di Yitzhar, dopo il fermo di alcuni coloni sospettati d'aver compiuto negli ultimi mesi diversi atti di violenza contro palestinesi. 

Gli scontri sono scoppiati quando la polizia ha sequestrato una ruspa usata per attività edilizie in violazione della moratoria di 10 mesi imposta dal governo d'Israele alle colonie della Cisgiordania. I coloni hanno aggredito poliziotti e funzionari, accusando le autorità di aver ordito «una congiura». Sette abitanti dell'insediamento erano state arrestate in precedenza e subito rilasciate nelle indagini su una serie di spedizioni punitive compiute in zone arabe vicine, culminate nel tentato incendio della moschea d'un villaggio, nella profanazione di un'altra, nella devastazione di uliveti di proprietà palestinese.

Dopo i tafferugli con la polizia gruppi di facinorosi hanno dato vita a un raid contro il villaggio arabo di Hawara, vicino Nablus, seguito da una dozzina di arresti. Gli aggressori hanno lanciato sassi contro case e veicoli, prima di fuggire quando la gente del luogo è riuscita a chiamare in aiuto rinforzi da altre località arabe. L'episodio s'è chiuso con l'arresto da parte delle forze israeliane di almeno 11 coloni. 

Yitzhar è una delle basi dell'ala più violenta del movimento dei coloni. Da qui sono venuti numerosi attacchi a palestinesi – presentati dai coloni ultrà come ritorsioni contro atti ostili subiti – ma anche iniziative sfociate in tensioni con la polizia o i militari israeliani.

 

 

http://www.adnkronos.com/IGN/News

M.O.: JPost, Israele teme che l'Anp si rivolga all'Onu per stato palestinese

Gerusalemme, 30 apr. – (Adnkronos/Aki) – C'e' un timore crescente, nel governo israeliano, che il presidente dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen (Mahmoud Abbas) possa chiedere all'Onu un riconoscimento dello Stato palestinese. In questo modo, scrive il 'The Jerusalem Post', verrebbero messi da parte i colloqui di pace indiretti tra israeliani e palestinesi voluti dagli Stati Uniti. Ma non solo: tramite una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il governo dell'Anp avrebbe un riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese in base ai confini precedenti la guerra del 1967. In questo modo, la nuova entita' palestinese non sarebbe il derivato di una pace con Israele, ma il conflitto tra lo Stato ebraico e l'Anp sarebbe destinato a continuare.

 

 

Esteri | 29/04/2010 | ore 17.56 »

Amman, 29 apr. – (Adnkronos/Aki) – La situazione in Medio Oriente e' prossima a “esplodere” a causa della costruzione di insediamenti israeliani a Gerusalemme Est. L'allarme arriva dal re giordano Abdallah II, che nel discorso annuale alla conferenza degli ambasciatori giordani, ad Amman, ha dichiarato di temere che “la tensione possa degenerare in un'esplosione, con tutte le parti che ne pagheranno il prezzo”.

I commenti del monarca arrivano alla vigilia della riunione del Comitato per il monitoraggio dell'iniziativa di pace araba, istituito in seno alla Lega Araba, che si terra' al Cairo questo fine settimana, focalizzata sul rilancio dei negoziati indiretti tra israeliani e palestinesi. Abdallah ha accusato Israele di giocare con il fuoco, portando avanti iniziative unilaterali a Gerusalemme Est, che fino al 1967 era sotto il controllo della Giordania.

“Israle dovrebbe scegliere se vivere in una fortezza isolata nella regione o raggiungere la pace con gli stati arabi e islamici sulla base dell'iniziativa araba”, ha aggiunto. L'iniziativa di pace araba, lanciata nel summit di Beirut del 2002, offre a Israele la normalizzazione dei rapporti con tutti i paesi arabi se si ritira da tutti i territori occupati con la guerra del 1967, inclusa Gerusalemme Est.

 

 

http://www.asianews.it/it.html

Obama sta pensando a una conferenza per creare lo Stato palestinese
L’idea nel caso di un fallimento dei colloqui indiretti tra palestinesi e israeliani. Il presidente americano avrebbe già contattato leader europei. Abbas potrebbe presentare una richiesta di riconoscimento all’Onu. Netanyahu che si prepara a incontrare Mubarak, ha vinto una battaglia interna al Likud contro i fautori delle colonie. 

Gerusalemme (AsiaNews) – Il presidente Obama sta pensando a una conferenza internazionale sul Medio Oriente – e a tale scopo avrebbe già contattato alcun leader europei – che avrebbe tra i suoi obiettivi la creazione di uno Stato palestinese. Questo nel caso in cui fallissero i tentativi in corso di riavviare il processo di pace attraverso i colloqui indiretti tra israeliani e palestinesi. Lo afferma oggi l’israeliano Haaretz, che cita alti funzionari israeliani, che in tal modo confermerebbero una ipotesi avanzata nei giorni scorsi dalla stamppa americana.

 

Sempre oggi, il Jerusalem Post sostiene che il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, si prepara a chiedere alle Nazioni Unite il riconoscimento di uno Stato palestinese entro i confini precedenti la guerra del 1967. Anzi, secondo “alcuni del governo”, Abbas avrebbe in mente di di saltare la fase dei colloqui, chiedendo direttamente all’Onu il riconoscimento dello Stato palestinese, indipendentemente dalla conclusione di una pace con Israele.

 

Vere o no, i due quotiidiani confermno che la questione mediorientale sta registrando una serie di movimenti: l’inviato americano per la regione, Gordon Mitchell si prepara a un nuovo giro di incontri con Abbas e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, per quei colloqui indiretti ai quali hanno dato sostegno i ministri degli esteri della Lega araba; lunedì Netanyahu parlerà del rilancio del processo di pace con il presidente egiziano Hosni Mubarak, che sicuramente gli chiederà qualche gesto di nuona volontà: venerdì Abbas andrà a Pechino per ottenere una conferma del sostegno cinese alla causa palestinese.

 

In questo quadro, la voce di un progetto Obama appare, quanto meno, una ulteriore pressione su Israele. Secondo tale ipotesi, il presidente americano vorrebbe coinvolgere il Quartetto (Onu, Usa, Unione europea e Russia) nel progetto per la creazione dello Stato palestinese. Il progetto verrebbe presentato entro la fine di quest’anno.

  

Il governo israeliano, da parte sua, sembra intenzionato a compiere qualche passo di un qualche rilievo. In tal senso viene interpretato il grando impegno messo in campo da Netanyahu per ottenere una schiacciante vittoria nel Comitato centrale del suo partito, il Likud. Si tratta di una questione apparentemente tecnica, ma che è servita a “contare” la minoranza estremista del partito, schierata a favore delle colonie in Cisgiordania e Gerusalemme.

 

Sugli insediamenti, tema centrale dei colloqui di pace e quindi nei rapporti con gli Stati Uniti, va registrata anche una significativa presa di posizione del ministro degli interni, Eli Yishai, che ha chiesto al Comitato per le costruzioni a Gerusalemme di essere informato su qualsiasi progetto che l’amministrazione americana possa giudicare diplomaticamente sensibile.

 

 

 

 

 

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