Rassegna stampa. Gaza, pronto attacco da terra. Repubblica.

Da www.repubblica.it del 2 marzo 2008

ESTERI
Dopo la sanguinosa giornata di ieri, Israele non si ferma
Mentre i miliziani di Hamas continuano i lanci di missili

Gaza, pronto l’attacco da terra
Abu Mazen sospende i negoziati

L’Onu chiede a entrambe le parti di porre fine alle violenze
Proteste in Cisgiordania, scontri a Hebron: morto un bambino

TEL AVIV – Dopo la cruenta giornata di ieri, in cui sono rimasti uccisi 60 palestinesi in un attacco contro la striscia di Gaza, il presidente dell’Anp Abu Mazen ha sospeso ufficialmente ogni contatto con gli israeliani in segno di protesta. E mentre il governo di Ehud Olmert ha chiarito che "Israele non ha alcuna intenzione di sospendere la lotta al terrorismo", il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto a Israele e i militanti palestinesi di mettere fine a tutte le violenze. Ma i raid e i bombardamenti non si fermano e continuano a fare vittime anche tra la popolazione civile della striscia.

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Olmert: i raid continueranno. Aprendo la seduta del Consiglio dei ministri il premier israeliano Ehud Olmert ha respinto le critiche alle operazioni nella Striscia di Gaza e ha annunciato che lo Stato ebraico "non ha alcuna intenzione di sospendere" i raid contro le postazioni dei miliziani, che continueranno a essere colpite "inesorabilmente". Olmert ha anche respinto le critiche del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon che ha denunciato "l’uso eccessivo della forza" da parte di Israele. "Dobbiamo ricordare che Israele sta proteggendo i propri cittadini nel sud del paese e niente ci impedirà di continuare a fare il nostro dovere. Nessuno ha il diritto morale di fare la predica a Israele sul suo diritto all’autodifesa", ha concluso Olmert.


Barak: dobbiamo prepararci a escalation. "Noi continueremo la nostra azione con tutta la forza e dobbiamo prepararci a una escalation" aveva dichiarato poco prima alla radio il ministro della Difesa Ehud Barak, secondo cui una vasta operazione terrestre israeliana a Gaza "è reale e tangibile". In precedenza Barak aveva spiegato che Israele "non anela" a un’operazione del genere e che ci sono considerazioni diverse sui tempi della sua realizzazione.

Onu chiede fine violenze. Intanto al termine di una riunione di emergenza durata cinque ore, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto a Israele e i militanti palestinesi di mettere fine a tutte le violenze a Gaza. "I membri del Consiglio di sicurezza sono profondamente preoccupati per la perdita di vite umane nella parte meridionale di Israele e a Gaza e condannano l’escalation di violenze", si legge nel comunicato reso noto dall’ambasciatore russo alle Nazioni Unite Vitaly Ciurkin, attuale presidente di turno. "Questi eventi – prosegue il testo – sottolineano la necessità che tutte le parti cessino immediatamente tutti gli atti di violenza".

Ripresi raid israeliani a Gaza. In giornata le forze israeliane sono tornate ad attaccare Gaza. Tre persone, tra cui un civile e un militante di Hamas, sono state uccise in due distinte azioni congiunte dell’aeronautica e dell’esercito dello Stato ebraico. Altri due palestinesi sono stati colpiti a morte a nei pressi di Jabaliya. In mattinata numerose manifestazioni di solidarietà per la popolazione palestinese della Striscia sono state organizzate a Gerusalemme est e in Cisgiordania. Si sono verificati anche scontri con i soldati israeliani, i più duri a Hebron dove una quarantina di manifestanti sono rimasti contusi o intossicati dai gas lacrimogeni. Fonti mediche locali segnalano che un bambino di 12 anni è morto colpito al petto da un proiettile sparato dai militari per disperdere la manifestazione.

Il Papa: fermare violenza in Terra santa. Benedetto XVI durante l’Angelus ha rinnovato il suo "pressante invito alle autorità, sia israeliane che palestinesi, perché si fermi questa spirale di violenza, unilateralmente, senza condizioni. Solo mostrando un rispetto assoluto per la vita umana, fosse anche quella del nemico, si potrà sperare di dare un futuro di pace e di convivenza alle giovani generazioni di quei popoli che, entrambi, hanno le loro radici nella Terra santa".

D’Alema, basta blitz militari. Il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, si unisce agli appelli affinché si arrestino le violenze da una parte e dall’altra. L’Italia intrattiene in queste ore intensi contatti con i principali partner per eventuali iniziative della comunità internazionale per richiamare alla necessità del dialogo e non interrompere il processo di pace rilanciato con la conferenza di Annapolis.

(2 marzo 2008)

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