Reazioni allo scioglimento del governo di coalizione. Haniyah rifiuta la decisione di Abbas e conferma che il suo governo proseguirà il lavoro.

Il movimento Hamas ha dichiarato che il Comitato esecutivo dell’OLP non ha alcun potere per emettere decreti o sentenze: la legalità è rappresentata dal governo palestinese, democraticamente eletto.
Sami Abu Zuhri, portavoce del movimento, ha commentato il decreto di licenziamento del governo di unità nazionale e l’invito a dispiegare le forze internazionali nella Striscia Gaza dicendo: “Il Comitato non ha alcun potere legale per emettere decreti o raccomandazioni”. E ha aggiunto che la legalità è rappresentata nel governo palestinese eletto, sottolineando che le raccomandazioni del Comitato esecutivo rivelano "il suo coinvolgimento nel complotto contro il nostro popolo che resiste".

E ha invitato il presidente Mahmoud Abbas a far prevalere "la lingua della ragione" e a prendere decisoni serie studiando il documento presentato due giorni fa dal movimento di Hamas per quanto riguarda la riorganizzazione della situazione interna palestinese. E ha aggiunto: “Noi non siamo interessati alle minacce del Comitato esecutivo o di altri. La porta è ancora aperta per il dialogo e l’accordo, ma se il presidente accetta i decreti del Comitato esecutivo, questo per noi ha molti significati. In quel momento decideremo la nostra posizione, che sarà molto dura”.

Reazioni sulla decisone di Abbas di licenziare il governo.

Haniyah rifiuta la decisione di Abbas e conferma che il suo governo proseguirà il lavoro.

Il primo ministro palestinese Ismail Haniyah ha definito "affrettate e non ragionate", le decisioni del presidente Abbas di sciogliere il governo di unità nazionale e annunciare lo stato di emergenza, e ha confermato che il suo governo proseguirà il lavoro e non rinuncerà alle sue responsabilità.

E’ quanto dichiarato da Haniyah durante una conferenza stampa svoltasi questa mattina nella città di Gaza.

E ha aggiunto: “La nostra presenza nel governo è dettata dalla volontà popolare attraverso le elezioni dello scorso anno. Il governo rappresenta il 60% del popolo palestinese e la situazione in Palestina non si risolve prendendo decisioni lontane da accordi nazionali”.

Haniyah ha spiegato che “abbiamo subito pressioni politiche esterne e interne per far fallire il governo. Qualche dirigente ha deciso di entrare nella lotta armata contro il decimo governo godendo dell’appoggio esterno e causando numerosi morti e feriti, diffondendo l’illegalità”.
Ha confermato poi che il governo di unità "formato dopo il fallimento della scommessa armata” ha subito gli stessi ostacoli: “la stessa corrente ha proseguito la sua politica come se non fosse cambiato nulla dopo l’accordo di Mecca: armamenti, scioperi, ostacoli al lavoro dei ministeri, in particolare quelli diretti da Hamas”.

Haniyah ha dichiarato che "qualche dirigente palestinese tratta le forze di sicurezza come proprietà privata", e ha accusato il direttore generale della sicurezza, Rashid Abu Shubbak, di essere “l’asse principale per far fallire il lavoro di tutti  i ministri degli interni, sia di Fatah sia di Hamas, perché vedeva solo i suoi interessi anche se a spese della patria e dell’accordo nazionale. Ha preso decisioni per la sicurezza senza considerare né la presidenza né il governo e ha dispiegato le forze senza coordinarsi con il ministro degli interni”.
E ha aggiunto ancora: “L’errore più grave è la collaborazione tra le forze di sicurezza nazionali e le forze preventive di Fatah. Insieme hanno commesso crimini e ucciso i cittadini a causa della loro identità oppure perché avevano la barba. Purtroppo non è stato preso alcun provvedimento né punizione contro di loro, e questo li ha incoraggiati a proseguire”.

Haniyah ha sottolineato che la Striscia di Gaza è "una parte indivisibile dalla patria e dal nostro popolo. Diciamo no ad uno Stato nella Striscia: lo Stato è uno e non si divide”.
E ha confermato "la fine di tutte le forme di illegalità. Imporremo la sicurezza e l’ordine e applicheremo la legge". E ha invitato la polizia e le Forze esecutive a ristabilire l’ordine e a proteggere le sedi e le proprietà pubbliche e private”. E ha invitato il movimento Hamas ad annunciare l’amnistia totale e a garantire la vita della gente.

Il primo ministro ha anche garantito che "tutti gli stranieri e gli organismi internazionali presenti in Palestina avranno la protezione necessaria", e ha invitato i sequestratori di Alan Johnston a liberarlo immediatamente.

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