Registi palestinesi firmano una petizione contro la cooperazione cinematografica tra EAU e Israele

Palestinian filmmakers sign petition against UAE-Israeli cinema cooperation

Ramallah-WAFA. Oltre 70 professionisti del cinema dalla Palestina e da altri Paesi arabi hanno firmato una petizione per protestarecontro un recente patto di cooperazione tra i cinema degli Emirati e israeliani e per chiedere solidarietà nella realtà del cinema arabo.

L’Abu Dhabi Film Commission (ADFC) degli Emirati Arabi Uniti, l’Israel Film Fund (IFF) e la Jerusalem Sam Spiegel Film and Television School (JSFS) hanno annunciato la fine settembre che intendono collaborare a una serie di iniziative, tra cui scambi educativi, film congiunti, progetti televisivi e un festival cinematografico regionale.

I registi arabi si sono detti “scioccati” dal fatto che l’ADFC avesse accettato di lavorare con organismi cinematografici israeliani sostenuti dallo Stato, dato che i palestinesi vivono ancora sotto occupazione.

“Da più di settant’anni i palestinesi vivono sotto l’occupazione militare e una realtà coloniale che peggiora anno dopo anno”, si legge nella lettera.

“Noi registi palestinesi siamo profondamente ostacolati e colpiti da questo colonialismo e da questa occupazione militare. Le nostre produzioni dipendevano da finanziamenti e supporti stranieri che ci hanno permesso di esprimere e scrivere le nostre storie, condividere in qualche modo la nostra vita quotidiana e le nostre aspirazioni. Siamo stati in grado di superare le barriere della nostra realtà coloniale per presentare opere cinematografiche innovative e di valore”, ha continuato.

“Eravamo e facciamo ancora parte del cinema arabo, il nostro riferimento più importante. Abbiamo sempre cercato di svilupparlo e la nostra ambizione si è cristallizzata verso collaborazioni e coproduzioni con i nostri colleghi come il modo migliore per far progredire il cinema arabo”.

Il patto cinematografico segue un accordo di agosto in cui gli EAU sono diventati il terzo Paese arabo a normalizzare le relazioni con lo Stato occupante di Israele dalla sua creazione nel 1948. Anche il Bahrein ha seguito l’esempio all’inizio di settembre, diventando il quarto.

Gli accordi di normalizzazione sono stati condannati con veemenza dalla leadership palestinese in quanto non erano il risultato di un accordo di pace negoziato tra la Palestina e l’occupazione israeliana.

I cineasti palestinesi hanno invitato le loro controparti degli Emirati e altri professionisti del cinema arabo a “rinunciare alla partnership” e a rifiutarsi di lavorare con l’ADFC e con qualsiasi altra istituzione nel mondo arabo che abbia stipulato accordi con il governo israeliano. Hanno aggiunto che l’ADFC dovrebbe invece sforzarsi di sostenere il cinema arabo in generale e il cinema palestinese ed emiratino, in particolare attraverso la creazione di forti istituzioni e partenariati arabi.

In passato, i singoli professionisti del cinema arabo hanno avuto la tendenza a rifiutare di lavorare con enti o festival cinematografici sostenuti dal governo israeliano come segno di solidarietà al popolo palestinese che vive sotto l’apartheid e l’occupazione.

Traduzione per InfoPal di Rachele Manna