Report: 58 case demolite a Gerusalemme dall’inizio dell’anno

Gerusalemme – Infopal. Il Centro per i diritti sociali ed economici “Gerusalemme”, che naturalmente si occupa della città sua omonima, ha rivelato che la municipalità amministrata dall'esercito israeliano ha demolito 58 unità abitative dall'inizio del 2009, tra cui 20 case, che i proprietari sono stati costretti a demolire con le proprie mani sotto la minaccia di una multa elevata.

Il rapporto del Centro, pubblicato ieri dalla sua Unità di ricerca e documentazione, ha precisato che la maggior parte delle case distrutte è situata entro i confini “inventati” dall’amministrazione comunale israeliana, mentre almeno tre case e dieci tende di beduini sono state abbattute nelle vicinanze delle cittadine di Abu Dis e al-‘Ayzariyya, per opera delle squadre inviate dal sindaco sionista.

Il report osserva inoltre che tutte le case demolite erano poste in zone dove le autorità d'occupazione progettavano già di costruire quartieri coloniali, oppure espandere insediamenti esistenti, o ancora creare parchi: è quello che sta avvenendo in prossimità della Città Vecchia, dove sono stati emanati molti ordini di demolizione, in particolare nei quartieri di Silwan e at-Tur, nel quartiere cristiano all’interno delle mura (in via Khan az-Zayt, a Qanater Khudair e nella zona della torre al-Laqlaq) e nei quartieri a nord e sud della città santa, come Shu‘fat, Bayt Hanina, ‘Isawiyya, Jabal al-Mukabber, Sur Baher e Bayt Safafa.

Il Centro, nel suo documento, ha anche sottolineato che le auto-distruzioni (ovvero i casi di abbattimento della propria abitazione) sono aumentate nella città vecchia fin dall'inizio del 2009: il caso più recente è quello di Ahmad Mohammad Msaluhi al-Mughrabi, che è stato forzato a distruggere la casa con le sue mani il 31 del mese scorso. Come si legge nella relazione, 7 su 20 case auto-demolite si trovavano all’interno delle mura.

L’abitudine di far abbattere le case agli stessi inquilini viene spiegata con la difficoltà a introdurre mezzi pesanti nei vicoli della città da una parte, e con i costi alti sostenuti dal comune dall’altra: si tratta, quest’ultimo, di un problema risalente alla fine degli anni novanta, quando vennero demoliti diversi edifici nella zona di al-Laqlaq con l'aiuto di una gru gigante, usata per sollevare i bulldozer al di là delle mura.

La relazione ha chiarito infine che il numero di persone colpite dalle demolizioni sono circa 350, la maggior parte donne e bambini, il che ha causato ulteriori sofferenze a livello psicologico e sociale, oltre alla carenza di alloggi e al sovraffollamento. D’altra parte, l'amministrazione israeliana di Gerusalemme ha continuato a imporre ulteriori restrizioni sui palestinesi per la concessione dei permessi di costruzione, senza dare la possibilità di sistemare i senza tetto in nuove abitazioni.

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