Report speciale: l’ONU invita Israele a liberare i bambini palestinesi prigionieri

Palestine Chronicle. Alcuni funzionari delle Nazioni Unite hanno chiesto, lunedì 11 maggio, ad Israele di rimettere in libertà i bambini rinchiusi attualmente nelle carceri israeliane, per tutelarli dalla pandemia di coronavirus. 

La richiesta è stata avanzata dal coordinatore dell’ONU per l’assistenza umanitaria ai Palestinesi a livello locale, Jamie McGoldrick, dal direttore dell’Ufficio per i Diritti Umani dell’ONU in Cisgiordania, James Heenan, e dal rappresentante speciale dell’UNICEF, Genevieve Boutin. 

“Il diritto alla protezione, alla sicurezza e al benessere dei bambini deve essere affermato sempre. In tempi normali, l’arresto o la detenzione di un bambino dovrebbe essere una misura utilizzata come ultima istanza e per il periodo più breve possibile”, si legge nelle dichiarazioni. 

“Durante una pandemia, gli stati dovrebbero porre maggiore attenzione alla protezione dei bisogni dei bambini e dei loro diritti, ed il migliore interesse dei bambini dovrebbe essere la prima considerazione in tutte le azione intraprese dai governi”. 

Israele è stato ripetutamente criticato, in passato, per gli arresti e processi ai bambini palestinesi tenuti nei tribunali militari. Informazioni pubblicate recentemente dal gruppo per i diritti B’tselem indicano che alla fine di marzo Israele teneva in carcere ancora 194 minorenni palestinesi. 

Mentre Israele ha rimesso in libertà centinaia di suoi prigionieri allo scopo di controllare la diffusione del COVID-19 nelle sue carceri sovrappopolate, la stessa politica non l’ha attuata con i detenuti palestinesi. Vi sono oltre 5.000 prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, oltre a altri 500 trattenuti senza accusa o processo. 

“Fin dall’inizio, in Israele, a causa della crisi dovuta al COVID-19, i procedimenti legali sono stati sospesi, quasi tutte le visite in carcere sono state cancellate, ed ai bambini è stato negato l’accesso diretto alle loro famiglie o ai loro avvocati. Questo crea ulteriore difficoltà, sofferenza psicologica ed impedisce ai bambini di ricevere le consulenze legali a cui hanno diritto”, si legge inoltre nella dichiarazione congiunta. 

“Per i bambini che sono in attesa di processo, queste pressioni potrebbero spingerli ulteriormente ad accusare se stessi, dichiarandosi colpevoli per essere rimessi in libertà più velocemente”.

Leggi la dichiarazione completa qui di seguito.

Alla luce della crisi dovuta al COVID-19, funzionari dell’ONU chiedono il rilascio immediato di tutti i minori detenuti, compresi quelli palestinesi. 

Dichiarazione Congiunta alla Stampa di Jamie McGoldrick, Coordinatore Umanitario nei Territori palestinesi occupati, Genevieve Boutin, Rappresentante Speciale UNICEF nello Stato di Palestina, e James Heenan, Direttore dell’Ufficio dell’ONU per i Diritti Umani nei Territori palestinesi occupati. 

Gerusalemme, 11 Maggio 2020 – Siamo seriamente preoccupati a proposito della detenzione ininterrotta dei bambini palestinesi da parte delle autorità israeliane. Alla fine di marzo, le autorità israeliane trattenevano ancora 194 bambini palestinesi nelle prigioni e nei centri di detenzione, principalmente in Israele, secondo i dati pubblicati dal Servizio Penitenziario Israeliano. Questi dati sono più alti della media mensile di bambini detenuti nel 2019. Del totale, la grande maggioranza di questi bambini non sono stati condannati per alcun reato, ma vengono trattenuti in carcerazione preventiva. 

I diritti dei bambini alla protezione, sicurezza e benessere devono essere affermati ogni volta. In tempi normali, l’arresto o la detenzione di un bambino dovrebbe essere una misura di ultima istanza e per il periodo più breve possibile. Ciò viene sancito nella Convenzione dei Diritti del Bambino, che sia Israele che lo Stato di Palestina hanno ratificato. 

Durante una pandemia, gli Stati dovrebbero porre maggiore attenzione alla protezione dei bisogni e dei diritti dei bambini, e il migliore interesse dei minori dovrebbe essere la considerazione principale in tutte le azioni intraprese dai governi. 

I minori detenuti devono affrontare un maggior rischio di contrarre il COVID-19, con distanziamento fisico ed altre misure preventive spesso assenti o difficili da raggiungere. Inoltre, dall’inizio della crisi in Israele dovuta al COVID-19, i procedimenti legali sono stati sospesi, quasi tutte le visite in carcere sono state cancellate, ed ai bambini viene impedito di incontrare di persona le loro famiglie o i loro avvocati. Ciò dà luogo a ulteriori difficoltà, sofferenze psicologiche ed impedisce ai minori di ricevere la consulenza legale alla quale hanno diritto. Per i bambini in attesa di processo, queste pressioni potrebbero portarli ad accusare se stessi, dichiarandosi colpevoli per essere rimessi in libertà piú velocemente. 

Il modo migliore per difendere i diritti dei minori detenuti durante una pandemia pericolosa, in qualsiasi paese, è rimetterli in libertà ed inserire una moratoria o di ammetterli in nuove strutture di detenzione. Chiediamo ad Israele e alle autorità palestinesi di agire immediatamente in questo senso.

Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi