Report: Trump riconoscerà Gerusalemme come capitale di Israele nei prossimi giorni

MEMO. Secondo Ynet News, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è pronto a riconoscere Gerusalemme come la capitale di Israele entro pochi giorni e sta considerando come spostare l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme.

Rapporti provenienti da Israele affermano che la pressione del Partito Repubblicano e dei gruppi evangelici cristiani sta incoraggiando l’amministrazione di Trump a valutare l’adempienza alla promessa elettorale del presidente ed evitare di firmare la rinuncia che lascerebbe l’ambasciata a Tel Aviv.

Rinnovata ogni sei mesi, la rinuncia è firmata dai capi di entrambi i partiti politici statunitensi per impedire che l’ambasciata venga trasferita dalla capitale israeliana a Gerusalemme, ed è stata firmata da ogni presidente degli Stati Uniti negli ultimi due decenni.

L’ultimo rapporto è arrivato soltanto due giorni dopo che il vicepresidente americano Mike Pence ha affermato che Trump stava “considerando attivamente” come spostare l’ambasciata USA a Gerusalemme, ribadendo che “l’America starà sempre con Israele”.

Trump promise più volte, durante la sua campagna elettorale, che gli Stati Uniti avrebbero riconosciuto Gerusalemme come “la capitale eterna del popolo ebraico”.

È stato suggerito che la mossa potrebbe avere luogo per celebrare 70 anni dell'”indipendenza di Israele”, un anniversario in arrivo l’anno prossimo. Trump espresse contrarietà a firmare la rinuncia a giugno, e meno di una settimana dopo il Senato degli Stati Uniti approvò una risoluzione che dichiarava Gerusalemme la capitale “indivisa” di Israele.

Il mese scorso, il presidente Trump ha dichiarato in un’intervista che voleva dare una possibilità di pace tra Israele e Palestina prima di seguire la sua controversa promessa di trasferire l’ambasciata.

Alla domanda se ci fosse un periodo di tempo per la mossa dell’ambasciata, Trump ha dichiarato: “Prenderemo una decisione in un futuro non troppo lontano”.

Se attuata, la mossa sarebbe vista come il primo passo verso una drastica abdicazione della politica statunitense di lunga data che ha ampiamente rispettato gli standard internazionali su Israele-Palestina, che sostiene che Gerusalemme Est è una parte del territorio palestinese occupato e la capitale di qualsiasi futuro stato palestinese, nonostante l’annessione del territorio da parte di Israele.

Il re di Giordania Abdullah ha in precedenza condannato tali piani, affermando che “il trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme in questa fase avrà ripercussioni sulla scena palestinese, araba e islamica”.

Il governo giordano ha anche aggiunto che una tale mossa “metterebbe in pericolo la soluzione dei due stati e potrebbe essere potenzialmente sfruttata dai terroristi per alimentare rabbia, frustrazione e disperazione al fine di diffondere le loro ideologie”.

Traduzione di Bushra Al Said