Resteremo qui
di Tawfiq Zayyad (1922-1994)
(…) Qui, sui vostri petti, rimarremo come un muro.
Laveremo piatti nei bar, riempiremo bicchierei per i signori,
asciugheremo le piastrelle di cucine annerite
per strappare un boccone per i nostri bambini
dai vostri canini azzurrastri.
Qui, sui vostri petti, rimarremo come un muro.
Avremo fame, saremo nudi…Ma vi sfideremo.
Reciteremo poesie
Riempiremo le strade con manifestazioni di gente esasperata
Riempiremo di orgoglio le prigioni
Faremo dei nostri bimbi…una generazione rivoluzionaria dopo l’altra (…)
A Lidda, Ramlah, in Galilea…
Resteremo qui
Bevete il mare…
Noi custodiremo l’ombra del fico e degli olivi,
semineremo le idee, qual lievito nella pasta del pane (…).
da “Cento anni di cultura palestinese”
di Isabella Camera D'Afflitto, Carocci editore, 2007.
“La cultura palestinese (…) appare oggi strettamente legata alle vicende storico-politiche della regione, soprattutto, alla fase più recente della spartizione, dell'esodo, dei campi profughi, della resistenza, con tutte le implicazioni che ne sono derivate. Si potrebbe così pensare che una cultura palestinese nata soltanto a partire dal 1948, se non dal 1967 o addirittura dalla fine degli anni ottanta: cioè dalle fasi salienti della più recente storia mediorientale. In realtà, si può parlare di una cultura prettamente palestinese già all'inizio del XX secolo, quando in Palestina si comincia a cristallizzare una coscienza nazionale e il concetto di patria inizia a trovare una sua rilevante espressione letteraria. Nei primi anno del Novecento la produzione letteraria attraversa una fase di transizione che trae le sue origini dalla nahdah e dal filone tradizionale della cultura araba più in generale (…). A partire dal 1930, invece, emerge sempre più specificamente un'autocoscienza nazionale palestinese, quale fattore dominante nella vita quotidiana, e in questi anni la letteratura comincia a mettersi al servizio della lotta nazionale, che diventa il tema prioritario”.
“Cento anni di cultura palestinese”, il nuovo saggio della prof. Isabella Camera D'Afflitto, è uno straordinario studio sulla letteratura, la cinematografia, il teatro e la fumettistica palestinesi a partire da quel “risveglio culturale”, nahdah (attestato tra la metà dell'Ottocento e la Prima Guerra Mondiale). Un risveglio che ha coinvolto non solo la Palestina ma tutto il mondo arabo.
Un testo ben documentato che spiega come la cultura e l'identità palestinesi non rappresentino un “fenomeno recente”, degli ultimi decenni, ma siano radicate nel passato e abbiano visto, negli anni '10, '20 e '30, un fermento di attività letterarie, politiche e sociali, di notevole interesse, dove le donne erano già in prima fila.
Risale al 13 ottobre del 1933, ricorda la D'Afflitto, “uno dei primi lanci di pietre della storia palestinese”, nel corso di una manifestazione contro la polizia britannica (la Gran Bretagna era, all'epoca, potenza mandataria), a cui parteciparono uomini e donne.
Dopo aver dedicato numerose pagine al risveglio culturale e alla produzione letteraria prima del 1948, il libro affronta i periodi drammatici che hanno fatto seguito alla creazione dello Stato di Israele, nakba, naksa, intifada, ecc.
Molto ricche sono anche le note e la bibliografie.