Rete europea deplora le condanne emesse da un tribunale egiziano contro pescatori palestinesi

Gaza-InfoPal. La Rete europea per la difesa dei diritti dei prigionieri palestinesi ha deplorato la recente decisione della corte militare egiziana che ha condannato al carcere e multato cinque pescatori della Striscia di Gaza, accusati di “violazione delle acque territoriali egiziane”.

Lo scorso 30 agosto, senza alcun preavviso, la Marina egiziana aveva arrestato cinque pescatori palestinesi per aver violato le sue acque territoriali, al largo delle coste egiziane nei pressi di Rafah. La guardia costiera egiziana è consapevole del fatto che i pescatori palestinesi non possiedono strumenti moderni in grado di determinare la loro esatta posizione. Infatti, per decenni, in casi simili a quello del mese scorso, essa si limitava ad avvisare i pescatori a bordo delle barche, e questi ultimi si affrettavano ad allontanarsi dalle acque territoriali egiziane.

Normalmente, i pescatori palestinesi evitano di addentrarsi in mare a nord della Striscia Gaza, temendo di essere arrestati, o peggio, uccisi dalla Marina israeliana.

In un comunicato stampa, il presidente della Rete europea, Mohammed Hamdan, ha affermato che “i pescatori palestinesi si sono sempre sentiti al sicuro al largo sud della Striscia di Gaza, perché consideravano l’Egitto e le sue forze delle potenze amiche. Tuttavia -ha aggiunto- dopo il colpo di stato militare, la situazione è cambiata e il comportamento delle forze egiziane non si è discostato molto da quello delle forze israeliane”.

Il presidente della rete ha ritenuto la condanna “un grave precedente contro i palestinesi disarmati”, e “un fatto che ricorda la prassi adottata da Israele, che arresta i palestinesi e sottopone loro a processi militari in condizioni illegali e ambigue”.

La Rete europea ha quindi esortato le autorità egiziane a rilasciare immediatamente i pescatori e tutti i palestinesi detenuti nelle sue carceri”. Allo stesso tempo, essa ha chiesto alle autorità egiziane di porre fine alla persecuzione dei palestinesi e fermare le campagne sistematiche di incitamento, sfondo nazionalistico, lanciate nei loro confronti.