Richieste palestinesi di fermare i negoziati e dare inizio alla resistenza

latuffPal.info. Alcuni parlamentari, accademici e leader del movimento islamico di resistenza, Hamas, hanno chiesto alla Cisgiordania di interrompere i negoziati con l’occupazione e di porre un limite alla politica di coordinamento della sicurezza che viene attuata a discapito dei palestinesi, e di rilanciare la resistenza palestinese in risposta all’assassinio di tre martiri nel campo rifugiati di Jenin.

Le forze di occupazione hanno ucciso tre giovani, sabato 22 marzo all’alba, dopo una perquisizione nel campo di rifugiati di Jenin. Gli occupanti hanno accerchiato la casa nella quale si  trovavano i tre giovani e quindi l’hanno colpita con alcuni missili dopo che essi avevano rifiutato di arrendersi. Si tratta di Hamza Jamal Abu Al Hija (21 anni), Mahmoud Abu Zina e Yazin Jabarine.

Hassan Youssef: noi proseguiremo il nostro cammino

Il leader del movimento di Hamas e vice-presidente del Consiglio legislativo palestinese, Sheikh Hassan Youssef, si è congratulato con Jamal Abu Hija, padre del martire Hamza, e leader imprigionato del movimento, oltre che con la moglie malata, Ummu Abdillah, e con la sua famiglia di combattenti. Egli ha rassicurato che Hamas continuerà nel suo percorso di resistenza fino a quando il popolo si sbarazzerà degli occupanti e potrà godere di tutti i suoi diritti.

Lo “sheikh” ha presentato una lettera al presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, nella quale dichiara che “l’occupazione del nostro popolo uccide i nostri giovani, minaccia continuamente Gerusalemme e la colonizzazione della Cisgiordania, mentre il nostro popolo non guadagna che rovina e distruzione dal coordinamento per la sicurezza”.

Badran: la Cisgiordania si dirige verso un confronto

Houssam Badran, leader di Hamas e suo portavoce, ha definito da parte sua il confronto di Jenin come “eroico”. Egli ha dichiarato che la Cisgiordania si dirige verso un confronto contro l’occupazione malgrado tutti i tentativi di interdizione e di propaganda. Egli sottolinea l’importanza del ruolo della resistenza allo scopo di unificare i ranghi palestinesi che sono stati divisi a causa dei negoziati.

Badran ha inoltre aggiunto che la vera unificazione è quella fatta con le pallottole e con le armi. Egli afferma che i martiri non saranno soddisfatti soltanto con delle parole abiette che non continuano altro che a far perdere diritti ai palestinesi.

Badran ha fatto appello alla popolazione di Jenin ad uscire per manifestare in memoria dei martiri. Egli ha inoltre chiamato tutti i piccoli gruppi a fare ritorno alla resistenza; egli assicura che l’assassinio dei martiri è il frutto del coordinamento di sicurezza che considera tutti i resistenti come obiettivi, ivi compresi i partigiani di Fatah come i martiri di Gerusalemme.

Dahbour: il sangue ci unisce

Ibrahim Dahbour, il vice-presidente, ha dichiarato “la morte di tre martiri, di cui uno delle brigate Al-Qassam, un altro delle milizie di Gerusalemme ed infine il terzo dei martiri di al-Aqsa, conferma l’unità del popolo palestinese per quel che riguarda la resistenza all’occupazione la quale non fa alcuna differenza tra il sangue dei palestinesi durante i suoi attacchi”.

Dahbour ha aggiunto che il sangue dei tre martiri impone ai palestinesi il ritorno all’unità nazionale sulla terra della resistenza e chiama alla cessazione immediata dei negoziati con gli occupanti.

Abu Awn: il blocco del coordinamento

Da parte sua, Nazih Abu Awn, leader del movimento di Hamas, ha dichiarato che “l’operazione dell’assassinio dei martiri Abu Al Hija, Abu Zina e Jabarine prova che i negoziati dell’Autorità palestinese con l’occupazione, coi quali il numero dei martiri si è innalzato a 45 dopo il suo inizio, non sono altro che una mascherata che gli occupanti utilizzano per neutralizzare tutte le persone libere e per imporre le uccisioni, la colonizzazione e l’ebraicizzazione con la forza”.

Abu Awn ha richiamato l’attenzione sul fatto che “i dispositivi di controllo dell’occupante stavano spiando i tre martiri, e allo stesso momento l’occupazione ha annunciato ieri la propria volontà di costruire 2269 unità coloniali in Cisgiordania, oltre alle barriere, agli attacchi quasi quotidiani della moschea benedetta di Al-Aqsa e ai blocchi continui del nostro popolo”.

Khater: con la resistenza

Da parte sua, la scrittrice e analista Lima Khater ritiene che il popolo palestinese abbia di nuovo dichiarato la sua preferenza nei confronti della resistenza. Ella ricorda il combattimento nel campo rifugiati di Jenin che è stato registrato sui libri di storia. Ha inoltre aggiunto che ogni tentativo fatto per nuocere allo spirito della resistenza in Cisgiordania è stato sconfitto.

Khater ha chiamato il popolo palestinese a prendere coscienza della realtà del problema principale: “l’esistenza stessa dell’occupazione che impone la presenza della resistenza ed ha aggiunto che serve un clima che favorisca tale resistenza come nella Striscia di Gaza”.

Hamas ha dichiarato la morte dei tre martiri: Hamza Jamal Abu Al Hija, comandante delle brigate al-Qassam nel campo rifugiati di Jenin, coi suoi compagni Mahmoud Hashem Abu Zina e Yazin Mohamed Jabarine. Hamas ha chiesto alle autorità e ai suoi apparati di porre fine “alla buffonata del coordinamento di sicurezza in maniera definitiva”, così come ha chiesto “la liberazione immediata di tutti i prigionieri politici”, e, infine, di “appoggiare la scelta del popolo, del sangue dei suoi martiri, dei dolori dei suoi feriti e delle urla dei suoi prigionieri”.

Traduzione di Aisha T. Bravi