Rifugiati palestinesi in Libano: cittadini di serie 0, tra discriminazioni e condizioni di vita insostenibili

InfoPal-API. La già precaria e grave situazione dei rifugiati palestinesi in Libano sta subendo un nuovo colpo a seguito della decisione del ministro libanese del Lavoro, Kamil Abu Sleiman, di ordinare agli imprenditori la sospensione dei contratti con i dipendenti palestinesi e siriani che non hanno i permessi di lavoro.

Il mese scorso, il ministero ha annunciato un periodo di un mese affinché le aziende acquisissero i permessi di lavoro. Una volta scaduto il termine, la scorsa settimana, il ministero ha iniziato a chiudere le imprese che non hanno rispettato il decreto.

Durante le proteste scoppiate in questi giorni, i rifugiati hanno criticato Abu Sleiman di aiutare l’Accordo del Secolo degli Stati Uniti, che secondo loro ha lo scopo di liquidare la causa palestinese.

Ci sono circa 475.000 rifugiati palestinesi registrati presso UNRWA in Libano, dei quali, si stima, 270.000 risiedono effettivamente all’interno del Paese.

 

Discriminazioni. L’economista libanese Kamal Hamdan ha dichiarato che il sistema legale che organizza il mercato del lavoro in Libano è “ingiusto” nei confronti dei palestinesi, poiché dovrebbero essere garantiti loro i diritti di lavoro dal momento che sono nel Paese da più di 70 anni, da quando a centinaia di migliaia furono costretti a rifugiarsi in Libano dopo la creazione di Israele, nel 1948.

I giovani palestinesi che si diplomano presso le università libanesi non possono trovare lavoro nelle loro specialità a causa delle limitazioni imposte dallo Stato, in quanto il 90% delle professioni è loro vietata. Ciò significa che hanno diritto a lavorare solo in settori pericolosi come l’edilizia, il facchinaggio e lo scavo. Infatti, i rifugiati palestinesi non hanno il diritto a svolgere 72 professioni e non hanno accesso alla sicurezza sociale.

Dove devono andare?

I rifugiati palestinesi sono trattati dallo stato libanese come immigrati economici irregolari, quando, in realtà, non hanno un posto dove andare, se lasciano il Libano. La loro terra d’origine, la Palestina storica, è occupata dalla potenza coloniale israeliana che continua a negare a tutti i profughi palestinesi il diritto al ritorno sancito dalle leggi internazionali.

I Palestinesi in Libano vivono in condizioni disumane, ammassati in campi profughi dove è negato loro ogni minimo diritto civile e umano.

A seguito di questa nuova decisione politica del governo libanese, la loro precaria sopravvivenza sarà resa ancora più tragica.

(Fonti: Al Jazeera, MEMO, Arab news, Ths Sun daily)