Risoluzioni ONU affermano che Gerusalemme non è capitale di Israele

InfoPal. Di L.P. Risoluzioni ONU affermano che Gerusalemme non è capitale di Israele. Nonostante la presa di posizione del programma televisivo italiano l’Eredità, a quanto pare senza la minima cognizione di causa sulla questione, Gerusalemme non è la capitale di Israele. Anche se Israele ha dichiarato Gerusalemme la sua capitale non vuol dire che sia tale, dal momento che ci sono tutte le risoluzioni dell’ONU, che da decenni sono completamente ignorate dallo Stato di Israele, che certificano il contrario. Risoluzioni che affermano con chiarezza che Gerusalemme non deve essere soggetta ad appropriazione geografica da parte di Israele e che non deve essere definita come capitale ebraica. La capitale di Israele rimane Tel Aviv e non sarà la scelta di uno stato estero di trasferire la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme a cambiare le carte in tavola. A dicembre 2017 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha bocciato, infatti, la decisione di Donald Trump di spostare l’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, non riconoscendo Gerusalemme come capitale di Israele. Contro la risoluzione Usa hanno votato in 128, tra cui l’Italia, mentre in 9 hanno votato a favore e 35 si sono astenuti.

Non solo, anche il Muro di Separazione a Gerusalemme è illegale, come sono illegali gli insediamenti coloniali a Gerusalemme Est. Il muro si estende nei quartieri arabi di Abu Dis e di Azariyye a sud, in corrispondenza del confine tra gli agglomerati di Gerusalemme e di Betlemme e al di là della Linea Verde all’interno della Cisgiordania. Un muro che si innalza di tra i 5 e gli 8 metri e che, oltre ad essere un vero e proprio monumento all’apartheid, viola il diritto internazionale.

Di seguito riportiamo le risoluzioni ONU che sanciscono quanto detto fin qui:

  • Risoluzione 162 (1961): chiede a Israele di rispettare le decisioni delle Nazioni Unite
  • Risoluzione 242 (1967): l’occupazione israeliana della Palestina è illegale
  • Risoluzione 250 (1968): chiede a Israele di astenersi dal dispiegamento militare (parata) a Gerusalemme
  • Risoluzione 251 (1968): deplora profondamente il dispiegamento militare (parata) israeliano a Gerusalemme, in spregio della risoluzione 250
  • Risoluzione 252 (1968): dichiara nulli gli atti di Israele volti a unificare Gerusalemme come capitale ebraica
  • Risoluzione 267 (1969): censura Israele per gli atti amministrativi atti a modificare lo status di Gerusalemme
  • Risoluzione 271 (1969): condanna Israele per la mancata esecuzione delle risoluzioni delle Nazioni Unite su Gerusalemme
  • Risoluzione 298 (1971): deplora il cambiamento dello status di Gerusalemme ad opera di Israele
  • Assemblea Generale risoluzione 3236 (1974): sancisce i diritti inalienabili del popolo palestinese in Palestina all’autodeterminazione senza interferenze esterne, all’indipendenza e alla sovranità nazionale
  • Risoluzione 446 (1979): stabilisce che gli insediamenti israeliani sono un grave ostacolo per la pace e chiede a Israele di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra
  • Risoluzione 452 (1979): chiede a Israele di cessare la costruzione di insediamenti nei Territori occupati
  • Risoluzione 465 (1980): deplora gli insediamenti di Israele e chiede a tutti gli Stati membri di non dare assistenza agli insediamenti in programma
  • Risoluzione 476 (1980): ribadisce che la richiesta di Gerusalemme da parte di Israele è nulla
  • Risoluzione 478 (1980): censura Israele, nei termini più energici, per la sua pretesa di porre Gerusalemme sotto la propria legge fondamentale.
  • Risoluzione 605 (1987): deplora vivamente le politiche e le prassi israeliane che negano i diritti umani dei palestinesi
  • Risoluzione 673 (1990): deplora il rifiuto israeliano a cooperare con le Nazioni Unite
  • La risoluzione dell’Assemblea generale ES-10/15 (2004): dichiara che il muro costruito all’interno dei Territori occupati è contrario al diritto internazionale e chiede a Israele di demolirlo.
  • Risoluzione 2334 (2016): «Condanna ogni misura intesa ad alterare la composizione demografica, le caratteristiche e lo status dei Territori palestinesi occupati dal 1967, compresa Gerusalemme est, riguardante, tra gli altri la costruzione ed espansione di colonie, il trasferimento di coloni israeliani, la confisca di terre, la demolizione di case e lo spostamento di civili palestinesi, in violazione delle leggi umanitarie internazionali e importanti risoluzioni; […]
    esprime grave preoccupazione per il fatto che le continue attività di colonizzazione israeliane stanno mettendo pericolosamente in pericolo la possibilità di una soluzione dei due Stati in base ai confini del 1967; […] (1) riafferma che la costituzione da parte di Israele di colonie nel Territorio palestinese occupato dal 1967, compresa Gerusalemme est, non ha validità legale e costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale e un gravissimo ostacolo per il raggiungimento di una soluzione dei due Stati e di una pace, definitiva e complessiva; […]  (2) insiste con la richiesta che Israele interrompa immediatamente e completamente ogni attività di colonizzazione nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme est, e che rispetti totalmente tutti i propri obblighi a questo proposito; […] (3) ribadisce che non riconoscerà alcuna modifica dei confini del 1967, comprese quelle riguardanti Gerusalemme, se non quelle concordate dalle parti con i negoziati; […] (4) sottolinea che la cessazione di ogni attività di colonizzazione da parte di Israele è indispensabile per salvaguardare la soluzione dei due Stati e invoca che vengano intrapresi immediatamente passi positivi per invertire le tendenze in senso opposto sul terreno che stanno impedendo la soluzione dei due Stati; […] (13) decide di seguire attivamente la questione».