Rivista scientifica rifiuta la normalizzazione con l’Università di Ariel, nell’insediamento coloniale israeliano nei TO

Scientific journal refuses normalization of illegal Israeli settlement-based Ariel UniversityRamallah-Wafa. La rivista scientifica Molecules ha adottato misure per evitare la normalizzazione con l’Università di Ariel, un’istituzione accademica israeliana situata in un insediamento illegale nel Territorio palestinese occupato in violazione del diritto internazionale.

Molecules ha recentemente annunciato un numero speciale con un redattore ospite dell’Università di Ariel, la cui affiliazione è stata falsamente indicata come “Università di Ariel, 65 Ramat HaGolan Street, Ariel, Israele”.

Gli accademici che sostengono l’appello di autorevoli organismi di studi superiori palestinesi per il non riconoscimento dell’Università di Ariel hanno sollevato preoccupazioni con Molecules per queste informazioni fuorvianti.

In una lettera ai redattori, questi hanno esortato la rivista a indicare “correttamente e esattamente” l’affiliazione del professore come “Università di Ariel, insediamento israeliano illegale di Ariel, Territori palestinesi occupati”.

Molecules ha invitato l’editore ospite a correggere la sua affiliazione, cosa che ha rifiutato di fare. Di conseguenza, Molecules è stata costretta a ritirare il numero speciale, che ora è stato rimosso dal suo sito web.

George P. Smith, premio Nobel per la chimica 2018 e membro del comitato consultivo della campagna di non riconoscimento dell’Università di Ariel, ha accolto con favore la notizia.

“Tutto quello che abbiamo chiesto nella petizione originale era che la professoressa Levine correggesse l’indirizzo della sua Università per conformarsi al diritto internazionale: Ariel è un insediamento ebraico israeliano nei Territori palestinesi occupati, non una città in Israele. Purtroppo, ha rifiutato, scegliendo la propaganda a favore dell’occupazione rispetto alla propria libertà accademica e al più ampio interesse della comunità scientifica globale nella pubblicazione senza restrizioni di idee e risultati scientifici. Gli editori di Molecules devono essere lodati per aver intrapreso l’unica linea di condotta responsabile in quelle circostanze”, ha detto.

Malcolm H Levitt, membro della Royal Society e della Royal Society of Chemistry, ha dichiarato: “È una mossa saggia da parte di Molecules richiedere che l’editore ospite dell’Università di Ariel correggesse la sua affiliazione con quella riconosciuta dal diritto internazionale, e interrompere l’edizione del numero speciale nel momento in cui si è rifiutato di farlo. Si spera che molte altre riviste accademiche seguiranno quest’esempio”.

Lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale considera la colonizzazione del territorio occupato un crimine di guerra. Nel 2016, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha riconfermato l’illegalità dell’impresa di colonizzazione israeliana, affermando che “non ha validità legale e costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale”.

In un parere legale, lo stimato studioso di diritto internazionale sudafricano John Dugard ha osservato che l’Università di Ariel “fa parte di un’impresa illegale e criminale ai sensi del diritto internazionale” e lo Statuto di Roma afferma che coloro che aiutano, favoriscono o assistono in altro modo nei crimini previsti nello Statuto “sono perseguibili penalmente”.

MDPI, l’editore di Molecules, include più di 260 riviste accademiche nel suo portfolio. Molecules è stato il primo giornale di MDPI.

Nel 2018, più della metà dei relatori invitati si è ritirata da un seminario scientifico presso l’Università di Ariel a seguito degli appelli di studiosi palestinesi e internazionali. Importanti scienziati hanno pubblicato una lettera sul Guardian affermando che la scienza non dovrebbe essere usata “per normalizzare l’occupazione [di Israele] dei Territori palestinesi”.

La Israeli Sociological Society, la Israeli Anthropological Association, la European Association of Social Anthropology e le sedi di Exeter, Leeds, Open, Aberdeen, Brunel e Brighton University e College Union si sono tutte impegnate a non collaborare con l’Università di Ariel.

Un certo numero di organi di stampa hanno corretto i rapporti dell’Università di Ariel che indicava falsamente di trovarsi sul territorio israeliano.

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi