Roger Waters: perché la posizione degli USA su Gaza è così sorprendentemente perversa

Di Roger waters-informationclearinghouse.info.

27 Agosto 2014 “ICH” – “Salon” – la carneficina a Gaza continua dopo l’ultimo fallimento delle trattative per un cessate il fuoco in seguito a quattro settimane di bombardamenti da parte di Israele. Con la morte di più di 2000 palestinesi e la fuga di altre centinaia di migliaia, la complicità del governo americano è stata resa nota al mondo come mai prima d’ora. Tuttavia il mantra ripetuto fino alla nausea dal governo statunitense  e dai media rimane lo stesso: Israele ha il diritto all’autodifesa.

La perversione morale della posizione assunta dagli USA è sorprendente. Come si può chiedere ad Israele di preoccuparsi di risparmiare le vite dei civili e al tempo stesso armare e rifornire l’IDF così che possa essere più efficace nel devastare questo popolo imprigionato ed occupato?

Gli USA potrebbero intervenire per fermare questo insensato massacro, ma non vogliono. Piuttosto fanno il tifo. I membri del Congresso ripetono  irragionevolmente i discorsi israeliani senza preoccuparsi di considerare il punto di vista palestinese e di tutelare la vita umana. Gonfi delle loro ragioni, vorrebbero lasciare mano libera a Israele – in particolare il senatore Rand Paul – ed invocano il diritto israeliano all’auto-difesa, nonostante il fatto che, in quanto potenza occupante, avrebbe l’obbligo di proteggere la popolazione palestinese che ha sottomesso, non massacrarla.

I leader del Congresso si sono mai fermati a domandarsi cosa avrebbero fatto se fossero nati in Palestina, se gli fossero state rubate le loro case e le loro proprietà e se fossero stati costretti a vivere senza libertà, vittime di un’occupazione illegale per 47 anni? Sanno cosa significa essere dalla parte di chi subisce quella barbarie che eufemisticamente Israele chiama “mow the lawn” (falciare l’erba)? Raramente viene spesa qualche parola per difendere i diritti dei palestinesi che vengono bombardati dal cielo ed uccisi nei loro quartieri dall’esercito più potente della regione. Mi chiedo cosa farebbero gli americani se fossero i loro quartieri ad essere invasi e se fossero loro a vivere sotto assedio. Penso di poter affermare con certezza che non lo accetterebbero.

Nonostante queste evidenze, è più conveniente per Washington scaricare la colpa sui palestinesi e sostenere che essi stessi siano la causa della loro sofferenza. Nessun politico ha mai visto la propria carriera compromessa per aver accusato i palestinesi ed applaudito l’occupazione illegale di Israele, la colonizzazione ed i crimini di guerra.

La pressione esercitata sui politici americani perché si conformino alla linea del partito è sostenuta dai media di parte come la CNN che, pur presentandosi come un canale informativo, non fa altro che riproporre implacabilmente la propaganda israeliana.

E’ facile per chi non vive sotto la tirannide dell’occupazione condannare l’ala militare di Hamas per il lancio di missili che potrebbero causare vittime civili in Israele, ed io stesso lo condanno senza riserve. Detto questo, un popolo occupato ha legalmente il diritto a resistere all’esercito occupante mentre l’occupante ha l’obbligo legale di proteggere l’occupato. In questa ottica, la copertura della CNN è oltremodo di parte. Numericamente questa parzialità è facilmente osservabile confrontando il numero di ospiti filo-israeliani, decisamente superiore a quello dei filo-palestinesi.

Un’eccezione a questa regola è rappresentata, ovviamente non sulla CNN, da Henry Siegman, un’importante voce ebraica ed ex direttore nazionale dell’American Jewish Congress (Congresso Ebraico Americano) che, recentemente, ha avuto l’opportunità di esporre le debolezze degli argomenti cardine presentati da Israele. Siegman è stato brillantemente intervistato da Amy Goodman su  Democracy Now! Che, purtroppo, non è un media mainstream. Ah se solo lo fosse!

Un forte contrasto emerge se si confronta l’intervista con l’accoglienza che ha ricevuto Yousef Munayyer durante un’altra e straordinariamente “iniqua” intervista fatta dall’esecrabile Sean Hannity per Fox News. In effetti, elevare al rango di intervista la rude ed infantile sequela di accuse e grida che Hannity ha riservato al suo ospite sarebbe un errore.

Se solo la CNN o la Fox affidassero, di tanto in tanto, le loro analisi a persone intelligenti ed umane come Siegman! Sfortunatamente, comunque, la CNN ha riproposto per settimane l’analisi estremamente faziosa dell’ex ambasciatore israeliano negli USA, Michael Oren e, alla fine, persino lei si è resa conto di quanto il contributo di Oren fosse di parte, tanto che ha cambiato il suo titolo da “analista” per la CNN ad “ex-ambasciatore”.

Le voci fedeli ad Israele, come quella di Oren, hanno proclamato in maniera altisonante che qualsiasi resistenza, violenta o nonviolenta e qualsiasi critica rivolta all’occupazione israeliana ed alla negazione dei diritti dei palestinesi è off limits. Quello che propugnano, nei fatti, è la perpetuazione del conflitto armato finché il Grande Israele non sarà un fatto compiuto e la dominazione israeliana su ogni palestinese non sarà accettata come un fatto ragionevole. Commentatori come Oren fingono di cercare una soluzione pacifica che preveda la formazione di due stati, ma essi come lo stato che rappresentano, si oppongono a qualsiasi tentativo di mettere in pratica un piano di questo tipo.

Volendo guardare agli aspetti positivi, mi conforta il fatto che il sostegno a “Jewish Voice for Peace” è schizzato alle stelle e, negli ultimi mesi, molti membri della comunità ebraica americana, sconvolti dalle azioni di Israele, hanno cercato un luogo dove poter esprimere la loro preoccupazione. JVP promuove la fine dell’occupazione e dell’assedio di Gaza, il rispetto dei diritti dei palestinesi – in conformità con il diritto internazionale – ed una giusta pace per entrambi i popoli. In primo luogo JVP cerca di informare le persone riguardo i fatti principali e fa ricorso al boicottaggio, al disinvestimento e all’applicazione di sanzioni per mettere sotto pressione Israele affinché ponga fine alla violazione dei diritti umani.

Inoltre, diamo il benvenuto a Javier Bardem e Penelope Cruz nei ranghi delle celebrità dissidenti. La loro coraggiosa presa di posizione è un faro per tutti noi. Abbiamo bisogno di molti altri come loro se vogliamo convincere i governi americano ed israeliano ad adottare politiche più realistiche, umane e, si spera, più fruttuose. Per parafrasare Siegman “se vuoi fermare i missili, ferma l’assedio di Gaza e l’occupazione sia della Striscia che della West Bank”. Sembra il consiglio di un saggio ma non è che buon senso. Se posso dire la mia, perché allora non impegnarsi in una seria conversazione con il governo di unità palestinese che, finora, Israele sembrava determinato a distruggere?

Il Congresso americano, troppo legato all’ala destra della lobby israeliana, sarà l’ultimo a risolvere questo tragico puzzle a porre fine a questa tragedia umana ed a cogliere il disperato bisogno di una soluzione politica. I media mainstream, se incontestati, continueranno a distorcere la realtà e ad incoraggiare la controproducente ed irrealistica posizione sostenuta dall’AIPAC, che viene descritta come un dato di fatto.

Personalmente, ritengo che il rispetto dei diritti umani debba essere garantito a tutti i popoli della terra. Sono a favore della pace per tutti, sia israeliani che palestinesi. Non sto prendendo di mira Israele, deploro qualsiasi maltrattamento e qualsiasi violenza, che sia in Siria, Cina, Russia, Arabia Saudita, Indonesia, Inghilterra, USA, Egitto, Libia … ovunque. Detto questo, il diritto internazionale è lo strumento designato per la tutela dei diritti umani, e dovrebbe essere equamente applicato a chiunque.

Nel caso del conflitto israelo-palestinese, i canali legali devono ancora essere seguiti seriamente. Di conseguenza il cambiamento continuerà ad essere guidato dallo sforzo del popolo. Nello specifico, le sempre più numerose campagne BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) rappresentano la migliore opportunità di mettere efficacemente sotto pressione Israele, cambiarne i metodi e garantire ai palestinesi il rispetto della loro libertà e dei loro diritti. Nonostante i tentativi di distruggerlo, sempre più persone stanno aderendo al movimento BDS ed è proprio questo grande slancio che mi fa sperare che, insieme, i popoli del mondo potranno alla fine ottenere ciò che i governi non hanno voluto assicurare: giustizia ed una pace duratura tra palestinesi ed israeliani.

Qualche giorno fa ho scritto una poesia che mi è stato chiesto di pubblicare.

Si intitola “Crystal Clear Brooks”. Sebbene esprima i miei sentimenti, non posso che pensare che i bambini di Gaza darebbero tutto tranne il loro diritto di nascita, il loro orgoglio ed i loro diritti umani per un bicchiere di limpida acqua fresca. Penso inoltre ai bambini di Bakr, figli di pescatori, uccisi mentre giocavano sulla spiaggia.

Crystal clear brooks

When the time comes

And the last day dawns

And the air of the piper warms

The high crags of the old country

Limpidi torrenti

Quando giunge l’ora

All’alba dell’ultimo giorno

E l’aria della cornamusa scalda

Le alte rupi dell’antica terra

When the holy writ blows

Like burned paper away

And wise men concede

That there’s more than one way

Quando le sacre scritture vengono soffiate via

Come fogli bruciati

E gli uomini saggi riconoscono

Che molteplici sono le vie

More than one path

More than one book

 More than one fisherman

More than one hook

 

Molteplici i cammini

E molteplici i libri

Che vi è più di un pescatore

E più di un amo

When the cats have been skinned

And the fish have been hooked

When the masters of war

Are our masters no more

 

Quando i gatti  sono stati scuoiati

Ed i pesci presi all’amo

Quando i signori della guerra

Non sono più i nostri padroni

When old friends take their whiskey

Outside on the porch

We will have done well

If we’re able to say

Quando i vecchi amici bevono il loro whiskey

Sotto il portico

Allora avremo agito bene

Se potremo dire

As the sun settles down

On that final day

That we never gave in

 

Quando il sole tramonterà

In quell’ultimo giorno

Che non abbiamo mai ceduto

That we did all we could

So the kids could go fishing

In crystal clear brooks.

 

Che abbiamo fatto tutto ciò che potevamo

Perché i bambini potessero pescare

In limpidi torrenti

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Traduzione di Claudia Campisano