Saadat, FPLP: la lotta interna è contraria alla volontà popolare palestinese.

Gaza – Infopal. Ahmad Saadat, Segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, ha dichiarato che l’uso della violenza e la lotta interna palestinese è contraria alla volontà popolare e alle sue scelte, e rappresenta "una chiara violazione alle regole della democrazia e dell’unità nazionale".

In un articolo dal titolo “A 60 anni dalla Nakba: l’attuale situazione palestinese e gli impegni più importanti”, diffuso dall’ufficio stampa del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, e di cui il nostro corrispondente ha ricevuto una copia,  Saadat ha evidenziato come il popolo palestinese sia stato in grado di resistere a tutte le forme di aggressioni israeliane – assedio, arresti, fame -, ma che non possa sopportare la crisi interna, poiché "essa supera una linea rossa invalicabile".

Tregua interna. Il deputato del Fronte Popolare, recluso da due anni nelle prigioni israeliane, ha invitato "a una tregua interna, a fermare le campagne di diffamazioni reciproche, a mettere fine alle violazioni, a liberare i detenuti di entrambe le parti e a iniziare un dialogo nazionale serio per superare le divisioni distruttive che stanno minacciando il futuro del nostro popolo".

Egli ha affermato che "l’unità si realizza attraverso il ritorno alla dichiarazione del Cairo e alla concordia nazionale, su cui costruire un dialogo positivo che possa sviluppare i punti in comune nell’ambito di un consiglio nazionale eletto che rappresenta tutti i settori politici e sociali del nostro popolo".

E ha precisato che "per ricostruire l’unità nazionale, qualsiasi accordo deve garantire l’applicazione delle risoluzioni del Cairo e rafforzare la posizione dell’OLP come unico rappresentante del nostro popolo". Ha poi spiegato che è possibile, contemporaneamente, indire elezioni legislative e presidenziali.  

Saadat ha poi fatto riferimento alle trattative con Israele portate avanti dalla dirigenza di Fatah, in base ai piani internazionali, definendole "un pessimo investimento nei confronti del nostro popolo che non ha mai tradito la sua dirigenza, nemmeno nei momenti storici più difficili": "Israele, e ciò che esso rappresenta – gli interessi e il legame con il progetto imperialista americano nell’area – è una forza non idonea a realizzare la pace. Sorgono dunque molte domande sul proseguimento delle trattative tra l’Anp e Israele. Esse non sono la scelta giusta: questo percorso è in corso da 17 anni, dal suo lancio a Madrid, nel 1991, ma i risultati sono pari a zero o ancora meno".

E ha proseguito dicendo: "La natura coloniale del pensiero sionista ha privato gli israeliani dalla loro umanità trasformandoli in un mezzo di guerra imperiale. Israele è un luogo idoneo alla crescita del razzismo contro gli arabi e i palestinesi, della cultura dell’apartheid e di ogni forma di oppressione di classe degli ebrei e dei non ebrei. Israele, potenza coloniale, è il socio principale dell’America nel progetto del grande Medio Oriente per inglobare l’area e assumerne il controllo totale: non può produrre altra cultura oltre al razzismo, all’oppressione, al mantenimento dell’odio –  in primis tra gli abitanti palestinesi ed ebrei, poi tra esso stesso e il resto degli arabi".

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