Sabotaggio al gasdotto North Stream 2. Chi ci guadagna?

Di Lorenzo Poli. È anche una guerra contro l’Europa, solo che i leader europei erano troppo miopi per capirlo o troppo poco coraggiosi e attrezzati per opporvisi.

E quando qualche intellettuale o analista si azzardava anche solo ad affacciare la teoria secondo cui gli interessi strategici dell’Europa non coincidevano con quelli statunitensi, trovava già opinionisti neo-liberali e pseudo-giornalisti pronti a elaborare analisi psichiatriche e accuse di narcisismo.

Quello che è successo al Nordstream 2 avrà conseguenze molto gravi, già anticipate da mesi da lucidi analisti geopolitici.

Dopo l’invasione dell’Ucraina, il primo provvedimento è stato congelare il Nord Stream 2 e gli USA si sono proposti come rifornitore alternativo di gas per l’Europa. Si tratta del cosiddetto NGL, gas liquido estratto grazie a una tecnica detta fracking dalla frammentazione delle rocce di scisto, una tecnica altamente inquinante e pericolosa. Questo gas liquido viene trasportato con navi e successivamente viene ri-gassificato. Un gas che costa tre volte quello russo

Questo conferma che:

– anche se si è parlato di guerra tra Russia e Ucraina, è evidente che il conflitto sia tra Russia e Stati Uniti – come hanno ribadito più volte Gerardo Femina e Luciano Canfora – e l’Ucraina, come tutta l’Europa, si trova al centro di questo vortice.

– Vi è uno scontro tra grandi gruppi di potere che lottano per il controllo del territorio europeo, territorio piccolo geograficamente, ma molto ricco e quindi importante a livello mondiale. 

Gli Stati Uniti, negli ultimi decenni, dopo la fine della presidenza di Eltsin, avevano perso terreno e hanno cercato di riguadagnarlo con un’aggressione ibrida alla Russia.

– L’Europa sarebbe precipitata in un grave conflitto se avesse continuato ad appoggiare la politica di Washington. 

– La NATO, nata come un’alleanza difensiva, nel momento in cui veniva sciolto il Patto di Varsavia, invece di chiudere i battenti si rafforzava e cominciava attività militari, mostrando una tendenza puramente offensiva al servizio del USA. 

– L’espansione della NATO ad Est non è fantasia, non è una retorica dei “filo-Putin”, ma una sistematica operazione imperialista fatta di politiche intenzionali e non di “errori” (di cui forse, dopo, provare “vergogna”, come disse con patetica innocenza Nathalie Tocci). 

Il gasdotto Nord Stream 2 è un raddoppiamento del Nord Stream e, da sempre, si sa che porterebbe ad un grande aumento della quantità di gas che dalla Russia arriva in Germania e in Europa tramite il Mar Baltico. E dall’inizio della seconda fase della guerra in Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, gli USA hanno vinto sul piano diplomatico su tutti i fronti. Come affermava Gerardo Femina in una mia intervista per InfoPal, gli USA hanno raggiunto diversi loro obiettivi:

1. Nuove sanzioni contro la Russia.

2. Bloccare il gasdotto Nord Stream 2 e soprattutto fermare una delle cose che più temono: la collaborazione tra Europa (Germania) e Russia.

3. Proporsi all’Europa come alternativo fornitore di gas.

4. Convalidare la narrazione che Putin abbia mire espansionistiche.

5. Aumentare il controllo sull’Europa.

6. Fare una guerra in Europa inviando solo armi e non soldati. La guerra contro la Russia la stanno facendo gli europei, soprattutto gli ucraini e in generale i Paesi dell’Est.

Washington si è sempre opposta alla realizzazione di questo gasdotto. Lo fece per esempio Trump, nel 2019, imponendo delle rigide sanzioni alle compagnie coinvolte nei lavori. E, a febbraio 2021, persino le prime parole del neo-Segretario di Stato USA Anthony Blinken non furono particolarmente dure nei confronti del tycoon repubblicano. Nel giorno dell’insediamento, infatti, si sono potute sentire le dichiarazioni di Blinken che davano l’idea chiara di ciò che sarebbe stata l’Agenda Biden, affermando che tra i primi obiettivi vi era: 

– contenere la Russia come priorità assoluta, facendo tutto il possibile per impedire il completamento del Nord Stream 2, il gasdotto russo-tedesco, anche attraverso sanzioni a partner europei;

– trattare con Mosca l’estensione del trattato di New Start che limita i missili nucleari strategici;

– armare Kiev.

Non a caso il gasdotto è stato terminato a novembre 2021 ma sospeso per le pressioni degli Stati Uniti. Qualcuno ricorda le parole del presidente statunitense Joe Biden dello scorso 2 febbraio: “Se la Russia invade… allora non ci sarà più un Nord Stream2. Metteremo fine a tutto questo”.

“È difficile immaginare che si tratti di coincidenze”, ha detto il primo ministro danese Mette Frederiksen aggiungendo che “non si può escludere un sabotaggio”. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che prima dei risultati di un’indagine è prematuro speculare su un possibile sabotaggio pur precisando che “niente può essere escluso”. Ma la notizia delle perdite ha provocato un nuovo balzo del prezzo del gas che, dopo i cali degli ultimi giorni, è risalito fino a 207 euro megawattora: un colpo alla Russia, un colpo al gas russo e una grande opportunità per la speculazione finanziaria di lucrare sulla situazione.

Un’ipotesi potrebbe essere quella di un evento sismico, ma non ci sono segnalazioni in tal senso, sebbene l’istituto geologico svedese abbia rilevato delle esplosioni, una delle quali equivalenti ad un terremoto di magnitudo 2,3. Stessa rilevazione “più simile a un’esplosione che a un terremoto” da parte dei sismologi danesi.

Secondo Javier Blas, commentatore di Bloomberg sulle questioni energetiche, potrebbe trattarsi di un’ulteriore escalation nella guerra dell’energia condotta da Putin. Ciò ha creato commenti a ruota ripresi su tutto il mainstream occidentale. Ovviamente a rimetterci in soldi è la Russia, ma a chi danno la colpa gli analisti e gli opinionisti del mainstream occidentale? A Putin, il quale si auto-saboterebbe per continuare una guerra che non gli conviene più, dopo aver annesso le Repubbliche Popolari del Donbass con un referendum nella Federazione Russa. 

Gli autosabotaggi sono stati parte integrante della propaganda bellica atlantista, con il fine di creare false flag e giustificazioni di guerra. Non sono mai state uno strumento della propaganda bellica russa.

C’è chi però, lucidamente, non scarta del tutto l’ipotesi di forze ucraine o degli Stati Uniti. In tal caso il senso dell’azione sarebbe quello di spingere l’Europa ad azioni più vigorose contro la Russia. Questo è un palese attacco alla Russia e, come ha ricordato il giornalista Alberto Negri: “Soltanto una massa di pseudo-giornalisti, prezzolati e in totale malafede, può pensare di farci credere che Putin abbia auto-sabotato il suo gasdotto. Poteva molto più tranquillamente, chiuderlo”. 

Inoltre non bisogna dimenticare che, guarda caso, venerdì 30 settembre, si riuniranno in sessione d’emergenza i ministri europei dell’Energia che valuteranno il piano di Bruxelles per la riduzione dei consumi e della dipendenza dalle forniture russe… forse per aprire a quelle più costose ed inquinanti statunitensi, con il fine di far diventare gli USA il primo fornitore di gas al mondo, sbancando il ruolo della Russia.

Motivo? Mentre il prezzo del gas veniva deciso alla borsa europea di Amsterdam (grazie a contratti di fornitura a lungo termine), il punto non era a quanto compravano il gas, ma a quanto lo vendevano. Mentre i magnati della speculazione finanziaria del mercato libero compravano tonnellate di gas teoriche (in future) sperando di rivenderli a prezzo più alto con l’aiuto della guerra in Ucraina, i media occidentali incolpavano Putin per l’aumento del prezzo del gas nonostante con il prezzo del gas non c’entrasse nulla. Un ottimo specchietto per le allodole, per non far notare che le grandi compagnie petrolifere e del gas italiane hanno sede legale proprio in Olanda per motivi fiscali, come Eni che, caso vuole, vola sopra i 7 miliardi di utile, ovvero ha avuto un incremento rispetto al 2021 del 600%. In tutto ciò, il colosso del gas russo Gazprom fa la sua parte, rendendo noto di aver chiuso un semestre con risultati “molto forti”, grazie agli “alti prezzi sul mercato europeo del gas”. L’utile del gruppo è salito a 2.514 miliardi di rubli, pari a oltre 44 miliardi di euro, “che non è solo 2,6 volte di più del risultato nel primo semestre del 2021, ma anche più dei profitti totali del gruppo Gazprom nei due anni precedenti” – ha detto Famil Sadygov, vicepresidente del consiglio di gestione. Da qui la decisione di pagare per la prima volta nella sua storia un acconto sul dividendo di 2,416 trilioni di rubli, pari a 42,7 miliardi di euro, che andranno in gran parte al governo russo, azionista di controllo di Gazprom. Soldi che le multinazionali del gas europee si sognano e agli USA, sta sul piloro proprio il fatto che la Russia abbia fatto soldi sul gas per colpa della speculazione finanziaria, della deregulation e di tutte quelle cose create dal neoliberismo a trazione nordamericana. Ciò conferma che vi è una guerra commerciale tra USA e Russia, che sta per travolgere anche l’Europa.

Ma c’è una nota stonata: l’ex ministro della Difesa polacco, conservatore di destra Radek Sikorski, pubblica su twitter una foto del mare con le emissioni del gas dalle falle del Nord Stream e commenta: “Grazie Usa”. Il fatto che un europarlamentare polacco ringrazi gli USA su twitter come una sorta di rivendicazione in nome di terzi è agghiacciante. Mi sembra che la situazione si metta molto male.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/09/27/il-giallo-delle-tre-perdite-dai-gasdotti-nord-stream-probabile-il-sabotaggio-ipotizzabile-una-mossa-di-mosca/6819363/