Gaza – Infopal, domenica 28 dicembre. Il bilancio attuale della mattanza israeliana è di 300 morti e 1000 feriti, di cui 180 sono gravissimi. I raid aerei contro la Striscia sono 100.
Ore 11. La mattanza israeliana contro la Striscia di Gaza assediata continua senza sosta. E’ giunta da poco la notizia della distruzione del Quartier generale provvisorio del governatorato di Rafah (quello originale è stato abbattuto ieri).
Il gigante che ammazza il bambino… La radio israeliana ha reso noto che il governo israeliano ha deciso di richiamare alle armi circa 6500 soldati riservisti da inviare nella Striscia di Gaza, in preparazione di un’invasione totale e di operazioni militari “di lunga durata”.
Sabato 27 dicembre rimarrà nella memoria dei palestinesi, degli arabi e del mondo che ha ancora un barlume di umanità e coscienza come il Giorno più sanguinario della storia della Palestina degli ultimi 41 anni. Le forze israeliane si sono macchiate di crimini di guerra contro 290 persone, fatte a pezzi. Il bilancio dei feriti è altissimo: 900, molti dei quali versano in gravissime condizioni e sono a rischio di morte imminente.
Ai familiari delle vittime spetta il compito orrendo di riconoscere i propri cari fatti a pezzi.
Ieri, oltre un centinaio di F16 made in Usa hanno eseguito attacchi aerei in contemporanea su diversi obiettivi della Striscia: palazzine piene di civili, caserme e quartier generale della polizia, bambini che uscivano da scuola, passanti, moschee. “Colpite le basi del terrorismo”, titolano i nostri media questa mattina, offrendo una mano al carnefice di centinaia di innocenti e mostrando, ancora una volta, tragicamente, che l’informazione italiana è imbavagliata.
Proprio un gran coraggio sta mostrando Israele, stato sionista basato sull’Apartheid, super-armato e protetto dal Gran Fratello internazionale, massacrando inermi cittadini. Il coraggio mostrato dai barbari durante le loro scorribande contro città e villaggi medioevali.
La mattanza va avanti. Proseguono, dunque, per il secondo giorno consecutivo i bombardamenti israeliani contro la Striscia di Gaza assediata, il direttore del servizio di pronto soccorso del ministero della Salute di Gaza, Mu’awiya Hasanen, questa mattina ha confermato al corrispondente di Infopal.it che il numero dei morti ha superato i 290, e che i feriti sono 900, di cui 120 molto gravi. Hasanen ha confermato anche che la maggior parte delle vittime sono civili, donne e bambini.
All’alba di oggi, i micidiali aerei da combattimento israeliani hanno bombardato la sede del canale satellitare al-Aqsa, per impedire che le scene dei loro massacri vengano trasmessi al mondo.
Alle ore 9,00, gli aerei hanno bombardato una postazione della polizia nel quartiere ash-Shujaiyah, a est della città di Gaza, radendola al suolo e provocando diverse vittime. Hanno poi distrutto un’altra postazione della polizia marittima, e una postazione della sicurezza nazionale, a est di Rafah, nel sud della Striscia.
E’ stato colpito e distrutto anche un deposito di medicinali, sempre a Rafah: un palestinese è stato ucciso e altri 3 feriti.
Bombardata pure, e con diversi missili, la stanza che ospita la sicurezza dell’ospedale ash-Shifa e la moschea annessa, con un bilancio di un morto e 7 feriti.
L’aviazione da guera israeliana ha continuato a bombardare la Striscia di Gaza: è stato colpito un palazzo civile a Jabalia, a nord; una fabbrica di materie plastiche a Khan Yunes; la casa della famiglia Hamid nella via Jaffa, a est della città di Gaza; un gruppo di resistenti; diverse aree aperte, in particolare intorno a Beit Hanoun e a nord della Striscia; vetture che trasportavano carburante, nel quartiere al-Jenenah, nella città di Rafah. Molti incendi si sono sprigionati a causa delle bombe.
Parallelamente ai micidiali bombardamenti, l’occupazione israeliana ha cercato di terrorizzare gli abitanti di Gaza: decine di cittadini hanno ricevuto chiamate da parte dell’esercito israeliano che li informava che le loro case sarebbero state colpite.
Odore di morte. Ieri, nell’ospedale Ash-Shifa di Gaza, i cadaveri accumulati sul pavimento diffondevano odore di morte. Cadaveri mutilati, fatti a pezzi, con teste staccate dai corpi. Le camere mortuarie non riuscivano a contenere tutte le vittime.
In un angolo, scrive in un reportage da Gaza Belal Badwan, inviato speciale per Gulf News, un uomo teneva ciò che restava di suo figlio di 7 anni in una scatola di cartone: l’ospedale non aveva più lenzuola dove avvolgerlo.
Un altro padre guardava scioccato suo figlio, giovane poliziotto, decapitato dalle bombe d’Israele mentre partecipava alla cerimonia del diploma della scuola di polizia.
Un altro gridava: “Qualunque cosa Israele ci farà, non ci sconfiggerà, non indebolirà il nostro potere”.
I medici di Gaza confermano che la maggioranza delle vittime degli attacchi sono civili, molti dei quali fatti a pezzi, decapitati.
Le scene di orrore ricordano a molti un altro efferato crimine israeliano: il massacro delle libanesi Sabra e Shatila, nel 1982, realizzato con la collaborazione delle milizie falangiste libanesi.
Crimini rimasti impuniti, per lo stato più barbaro del Vicino e Medio Oriente, ma con la propaganda mediatico-politica più forte del mondo e con una tecnologia militare tra le più micidiali del pianeta.