Sarà rilasciato il colono israeliano responsabile della pianificazione dell’incendio doloso ai danni della famiglia Dawabsha

Imemc e Wafa. Martedì 10 luglio, il tribunale israeliano ha deciso di rilasciare il colono israeliano responsabile principale della pianificazione dell’incendio doloso ai danni della famiglia Dawabsha, nel villaggio di Douma, vicino a Nablus, che ha provocato tre vittime, tra cui un neonato.

Secondo la decisione del tribunale israeliano di Lod, la polizia israeliana deve rilasciare l’imputato e metterlo agli arresti domiciliari.

La decisione del tribunale è basata sulla tesi secondo cui l’imputato avrebbe preso parte alla pianificazione del crimine del lancio di bombe Molotov sulla casa della famiglia Dawabsha, ma senza partecipare direttamente all’operazione.

Secondo il PNN, il tribunale ha stabilito che l’imputato sia messo agli arresti domiciliari e porti un braccialetto elettronico per essere localizzato dalla polizia israeliana.

Il lancio di bombe Molotov avvenne il 31 luglio 2015 e causò il decesso del piccolo Ali Dawabsha e dei genitori, mentre l’altro bambino, Ahmad, di cinque anni, riportò gravi ustioni, ma sopravvisse all’aggressione.

Nasser Dawabsha, parente della famiglia colpita, ha raccontato a WAFA, che il tribunale israeliano ha stabilito di mettere l’assassino, un minore, agli arresti domiciliari con il divieto di lasciare il paese e usare telefoni o internet.

“È un giorno triste per la famiglia – ha dichiarato -. Questa decisione riporta alla memoria i ricordi terribili dell’incendio della casa di mio fratello e di quando ho provato a salvarli. La scena è stata ricostruita durante la sentenza del tribunale”.

Dawabsha ha accusato il tribunale israeliano e il giudice di razzismo e di usare il doppio peso, affermando che se l’imputato fosse palestinese sarebbe punito severamente insieme alla sua famiglia, la loro casa distrutta e l’intero villaggio sottoposto a una punizione collettiva.
Dawabsha ha dichiarato: “Il sistema giudiziario israeliano dando l’impunità agli assassini dei palestinesi, li spinge a perpetrare gli attacchi”.

Inoltre, ha affermato che la famiglia non ha altra scelta che portare avanti il caso davanti al tribunale israeliano prima di far ricorso alla Corte penale internazionale, qualora tutti gli sforzi per condannare gli assassini fallissero.

Traduzione per InfoPal di Emanuela Turano