“Scioccante il rapporto sulla disoccupazione nella Striscia di Gaza”

Gaza. Nel momento stesso in cui l’ONU ha lanciato il suo progetto per lo sviluppo continuo – 2030, e ha festeggiato nel Summit umanitario la riduzione della metà nella percentuale di povertà estrema nel mondo, ci ha sconvolti un rapporto scioccante dal Centro di censimento palestinese sulla realtà della disoccupazione nella Striscia di Gaza.
Infatti la Striscia di Gaza al posto di avere un miglioramento nella percentuale di povertà e una diminuzione della disoccupazione, è stata sconvolta dallo tsunami della disoccupazione, che ha portato via i sogni dei giovani gazawi e spezzato le loro speranze.
In base al rapporto, che tiene conto della realtà della manodopera per il penultimo quadrimestre del 2017, troviamo 249,8 mila disoccupati nella Striscia di Gaza, che rappresentano il 46,6% del totale dei disoccupati registrando un picco nella fascia d’età 20-24 anni con un 46,9% di tasso effettivo.
Questo tasso  di disoccupazione è il più alto negli ultimi 19 anni, e in base al punto n. 8 del progetto ONU dal titolo “Promozione di una crescita economica inclusiva e sostenibile, di una manodopera completa e produttiva, e l’offerta di un lavoro degno per ogni persona”, la continua mancanza di opportunità di un lavoro dignitoso porta all’erosione del contratto sociale su cui si basano le società democratiche: la necessità di una partecipazione di tutti al progresso.
Ciò allarma e dovrebbe spingere i responsabili politici e le istituzioni internazionali, comprese le agenzie delle Nazioni Unite, a porre una maggiore attenzione, considerato il peggioramento della crisi e il previsto aumento della disoccupazione nel quarto trimestre del 2017.
Il primo obiettivo del piano di sviluppo sostenibile è sradicare la povertà in tutte le sue forme ovunque e, casualmente, l’obiettivo è stato accompagnato da un’immagine di propaganda di un bambino palestinese e della sua famiglia in uno dei campi palestinesi per denotare povertà e bisogno.
I tassi di povertà di Gaza sono senza precedenti, come conseguenza diretta di un embargo di oltre 11 anni e un’aggressione che si è ripetuta tre volte in meno di sei anni. Un nuovo scontro si profila all’orizzonte alla luce delle ultime provocazioni di Israele contro la Striscia di Gaza.
Gaza, che è priva di risorse naturali, ha subito la distruzione di 5500 strutture industriali, che ospitavano migliaia di lavoratori, chiudendo ai loro figli il mercato estero, il quale si è astenuto dagli investimenti stranieri a causa di fattori di instabilità politica. Gaza non può affrontare da sola i fenomeni della povertà, della disoccupazione e dell’insicurezza alimentare e deve unire e portare a termine gli sforzi che sono legati alla lotta contro la povertà e la riduzione della disoccupazione secondo gli obiettivi posti dall’ONU, con un occhio di riguardo alla situazione palestinese.
Poiché sono le azioni a contare e non le parole, tutti sono invitati a muoversi prima che Gaza esploda davanti a tutti, e prima che la sua società diventi una “dis-società “, poiché il crollo sociale di Gaza porterebbe a risultati ed effetti negativi da cui nessuno verrebbe risparmiato.
I programmi d’azione richiesti consistono in  un’operazione di emergenza temporanea che comprenda il maggior numero possibile di lavoratori e laureati, i quali hanno passato gli anni più belli della loro vita in attesa di un’occasione per mettere su famiglia o per rispondere ai bisogni basilari familiari e aiutare i genitori economicamente.
Gli enti responsabili delle operazioni di emergenza non devono comunque perdere di vista le azioni dirette allo sviluppo economico attraverso i programmi di emancipazione e la realizzazione  dello sviluppo sostenibile. Inoltre, data l’importanza dei programmi del modulo operativo temporaneo di emergenza e della presenza di un fondo economico di sviluppo attivo, le istituzioni internazionali dovrebbero prendere l’iniziativa e annunciare una confeerenza urgente in cui i governi e le istituzioni interessate si riuniscano per discutere la questione e migliorare lo stato di vita nella Striscia di Gaza, a patto che questi interventi abbiano come base la collaborazione umanitaria e l’integrazione dei ruoli.
Le autorità palestinesi interessate devono approfittare della 30ª riunione dei ministri del COMCEC (Comitato permanente per la cooperazione economica e commerciale dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica) che si terrà a Istanbul il mese corrente, e richiedere una sessione speciale per discutere la situazione umanitaria nella Palestina in generale, e nella Striscia di Gaza in particolare, e un intervento urgente per rafforzare l’economia palestinese, soprattutto in quanto la riunione avrà come argomento la riduzione della povertà e la realizzazione degli sviluppi economici, specialmente nei paesi dell’OIC.
Inoltre, in relazione alle necessità basilari e alle richieste urgenti di interventi, è necessario ricordare che tutti i programmi non raggiungeranno mai il livello richiesto senza la completa fine del blocco imposto alla Striscia di Gaza e dell’occupazione, che ostacola il processo di ricostruzione e le opportunità di investimento e di sviluppo economico.
M. Mohammed Yousef Hassna.
Traduzione di Heba El-Roubeigy