Scontri in un villaggio beduino dopo la consegna di ordini di demolizione

401113CNegev-Ma’an. Mercoledì  sono scoppiati scontri tra la polizia israeliana e giovani del villaggio beduino di Bir Hadaj nel deserto del Negev, quando la prima ha affisso ordini di demolizione sulle case di alcuni abitanti.

I residenti hanno spiegato a Ma’an che, durante gli scontri, le forze israeliane hanno arrestato molte persone e che alcuni residenti di Bir Hadaj sono stati feriti.

Hanno aggiunto che la polizia israeliana ha emesso avvisi di demolizione per le case della famiglia Abu Murayhil, ordinando che siano demolite entro 24 ore.

Queste case erano state demolite dalle autorità israeliane due settimane prima, ma erano state ricostruite poco dopo, con l’aiuto della Commissione superiore dei residenti arabi del Negev.

“Israele crede di trovare una soluzione usando la forza”, ha detto Salama Abu Idesan, capo del comitato locale di Bir Hadaj. “Non è abituato a negoziare con i cittadini, ma confermiamo di essere disposti a dialogare e non lasceremo la nostra terra”.

La portavoce della polizia israeliana, Luba al-Samri, ha affermato in una dichiarazione che mercoledì “un gruppo di giovani mascherati alla guida di trattori ha lanciato pietre contro le forze israeliane e incendiato pneumatici” quando la polizia è arrivata per rilasciare gli avvisi di demolizione.

Al-Samri ha aggiunto che le forze israeliane si sono poi schierate “pesantemente” nella zona e hanno arrestato dei giovani sospettati di aver compiuto questi “atti estremamente pericolosi”.

401114CBir Hadaj è uno dei 35 villaggi beduini “non riconosciuti” dallo stato di Israele.

Secondo ACRI, più della metà dei circa 160.000 Beduini del Negev risiedono in villaggi non riconosciuti.

Mentre i Beduini del Negev sono cittadini israeliani, i villaggi non riconosciuti dal governo hanno fronteggiato gli  sforzi incessanti delle autorità israeliane per espellerli dalle loro terre e trasferirli  in comuni suddivisi in zone governative, per fare spazio alle case degli ebrei israeliani.

I gruppi per i diritti indigeni hanno fatto notare che il trasferimento dei Beduini in cittadine densamente popolate li sradica anche dal loro tradizionale stile di vita semi-nomade che dipende dall’accesso a una vasta gamma di pascoli per i loro animali.

James Anaya, ex Relatore Speciale dell’ONU per i diritti dei popoli indigeni, nel 2011 pubblicò un rapporto sul trattamento dei Beduini del Negev, poco prima che il consiglio dei ministri israeliano approvasse il piano per trasferirne circa 30.000 da 13 villaggi non riconosciuti a comuni approvati dal governo. Anaya scrisse che i Beduini nelle città “si posizionano in fondo a tutti gli indicatori economici e sociali e soffrono di tassi di disoccupazione più elevati in Israele”.

I villaggi beduini non riconosciuti vennero istituiti nel Negev subito dopo la guerra arabo-israeliana del 1948 a seguito della creazione dello stato di Israele. Molti dei Beduini furono trasferiti forzatamente durante i 17 anni in cui i Palestinesi all’interno di Israele erano governati secondo la legge militare israeliana, periodo che si concluse poco prima dell’acquisizione militare israeliana di Gaza e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, nel 1967.

Ora, più di 60 anni dopo, i villaggi devono essere ancora riconosciuti da Israele e vivono sotto minacce continue di demolizioni e rimozioni forzate.

La classificazione dei loro villaggi come “non riconosciuti” impedisce ai Beduini di sviluppare o espandere le loro comunità, visto che sono considerati illegali dalle autorità israeliane.

Le autorità israeliane hanno anche rifiutato di collegare villaggi beduini non riconosciuti alle reti idriche e energetiche nazionali, escludendo le comunità dall’accesso alle infrastrutture di base, sanitarie ed educative.

Nel frattempo, le comunità ebraiche israeliane del Negev si espandono continuamente, con cinque nuovi piani approvati lo scorso anno. Secondo un’indagine svolta dai gruppi israeliani per i diritti, ACRI e Bimkom, due delle comunità approvate si trovano in aree in cui esistono già villaggi beduini non riconosciuti.

Il piano prevede lo spostamento di almeno 7.500 Beduini da Bir Hadaj e da Katamat, un altro villaggio non riconosciuto.

Traduzione di Edy Meroli