Scoperto un traffico di organi collegato a Israele

Durban – PressTv. La principale azienda di assistenza ospedaliera sudafricana è stata accusata di collaborazione in un traffico di organi illegale. Le indagini fanno risalire ad Israele. 

Il governo sudafricano fa sapere che la direzione dell'azienda “Netcare”, presso l'ospedale di Durban St. Augustine, era a conoscenza dell'illegale traffico di reni all'interno della propria struttura e che aveva permesso l'esecuzione degli interventi di trapianto. 

La notizia è stata resa nota mercoledì, 15 settembre, dalla rivista locale The Times. 

La polizia ha riferito che, tra il 2001 e il 2003, alcuni facoltosi cittadini israeliani avrebbero pagato trafficanti di organi. Il giro d'affari era stato individuato già nel 2003.

Nell'accusa si legge: “Cittadini israeliani, in attesa di un trapianto di reni, sarebbero stati indirizzati in Sudafrica. Inizialmente, le donazioni provenivano quasi esclusivamente da cittadini israeliani, poi rumeni e brasiliani. 

Gli interventi di espianto su questi ultimi erano meno costosi rispetto a quelli su cittadini d'Israele”. Un intermediario israeliano, Ilan Perry, avrebbe ricevuto tra 97.676 e 118.607 dollari ad intervento. 

I donatori erano pagati tra i 6 mila e i 20 mila dollari. Dell'accusa di traffico illegale di organi, sarebbero state accusate anche altre personalità celebri come cinque fisici sudafricani. 

L'azienda ospedaliera “Netcare” avrebbe messo a disposizione l'assistenza di un illustre specialista, Jeffrey Kallmeyer e dello stesso Perry. 

All'inizio di quest'anno, si era parlato di un altro traffico: negli ultimi due anni, 25mila bambini ucraini sarebbero stati rapiti e portati in Israele per essere utilizzati come “pezzi da ricambio”. 

La stessa accusa era stata mossa verso l'esercito d'Israele ai danni di prigionieri palestinesi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.