Seconda fase dello scambio Egitto-Israele: liberi una spia israeliana e 60 egiziani

An-Nasira (Nazareth)/Taba – Ma'an, InfoPal. Fonti politiche israeliane hanno reso noto che l'accordo di scambio dei prigionieri con l'Egitto comprenderà una seconda fase per il rilascio della spia israeliana, 'Odeh Suleiman Tarabin, detenuto in Egitto da 11 anni contro il rilascio di 60 detenuti di sicurezza egiziani in Israele.

Un delegato della famiglia di Tarabin si dice certo che questa seconda fase avverrà a giorni.

Secondo la radio israeliana, i fautori israeliani della liberazione di Tarabin sono: Yitzhak Molcho, avvocato e inviato del premier israeliano Benjamin Netanyahu, e Yisrael Hasson, deputato del partito d'opposizione “Kadima”.

La notizia di un secondo scambio giunge dopo la liberazione di Ilan Grapel contro il rilascio di 25 egiziani su un totale di 85 detenuti egiziani in Israele.

Grapel è detenuto in Egitto da circa 4 mesi, e tra gli egiziani liberati, vi sono anche tre bambini.

I 25 egiziani liberati da Israele hanno attraversato ieri la frontiera per tornare a casa. Qualcuno ha pregato.
Contemporaneamente, Ilan Grapel, cittadino israelo-americano accusato dall'Egitto di spionaggio, raggiungeva in aereo Tel Aviv. Fu arrestato a giugno scorso con il sospetto di essersi recato in Egitto per reclutare agenti e controllare la rivolta che spodestò Hosni Mubarak, alleato di Israele e Usa.

Israele, i cui rapporti con l'Egitto sono diventati tesi proprio in seguito alla rivoluzione egiziana, ha sempre respinto le accuse contro Grapel.

Presente a riprendere il momento dell'arrivo degli ex detenuti egiziani, la Tv di Stato ha chiesto a Rabi' Suleiman, 4 anni in una prigione israeliana con l'accusa di spaccio di droga, cosa farà da questo momento. “Cercherò un lavoro, non tornerò alla vita precedente”, ha risposto Suleiman.

Gli Usa, che riforniscono militarmente l'Egitto per un giro d'affari di miliardi di dollari, avevano spinto per  la liberazione di Grapel e alcuni analisti hanno sostenuto che lo scambio farà guadagnare all'Egitto una copertura per risolvere questioni di natura diplomatica.

Ha osservato il commentatore Hassan Nafaa: “Dietro le pressioni Usa, questo scambio è solo una copertura per il ritorno di una spia”.

“Il rilascio dei 25 egiziani rappresenta una copertura priva di significato di sostanza. Lo scambio non danneggia Israele e non porta benefici agli egiziani”.
Molti dei rilasciati, infatti, come anche degli egiziani che restano nelle prigioni israeliane, sono stati accusati di reati di contrabbando.

Questo accordo, svoltosi con la mediazine americana, giunge dopo un altro, decisamente più rilevante, tra Israele e Hamas, con la mediazione eigiziana per il rilascio dell'ex caporale israeliano Gilad Shalit e oltre mille palestinesi.

Dal Congresso Usa, Gary Ackerman, in prima linea per il rilascio di Grapel, si è recato in Israele per ritornare insieme a lui negli Usa.

“E' difficile accettare il fatto che un cittadino innocente, e forse sprovveduto, andato (in Egitto) per identificarsi con una rivolta della primavera araba – ed è chiaro quindi che non fosse una spia, un agente o un trafficante di droga – venga arrestato in base a false accuse per le quali siamo costretti a pagare un prezzo pur di liberarlo”, ha commentato il ministro degli esteri di Israele, Avigdor Lieberman, alla radio israeliana.

La madre di Grapel racconta che il figlio, studente di giurisprudenza in America, aveva lavorato per il Servizio per i rifugiati “Saint Andrew”, un'Ong del Cairo.
Nel 2005, il ragazzo emigrò in Israele dagli Usa e partecipò alla guerra in Libano nel 2006.

Droga e armi. La famiglia di un egiziano liberato, Ashraf 'Abdallah as-Swarky, ha raccontato che, il fratello di 18 anni, condannato a tre anni di carcere da Israele per aver attraversato la frontiera clandestinamente, in realtà si fosse perso. Dall'arresto, Ashraf ha comunque trascorso un anno in prigione.
“Desideriamo solo rivedere nostro fratello ed è un mossa nella giusta direzione quella dei rilasci”, ha detto il fratello Mohammed.

Sono in molti ad aver testimoniato il fatto che diversi tra gli egiziani catturati da Israele erano coinvolti in contrabbando, fenomeno molto diffuso sul contine tra Egitto, Israele e la Striscia di Gaza.

Dai servizi carcerari di Israele sostengono che 'Abdallah era stato incarcerato per traffico di droga e per “infiltrazione”. Anche gli altri erano stati accusati di reati simili come contrabbando di armi, ma non per spionaggio o attacchi contro Israele.

Molti beduini sono lasciati a sé stessi dallo Stato. I resort nella Penisola, quelli a Taba o a Sharm ash-Shaykh, con i loro hotel a cinque stelle, sono molto popolari tra i turisti.
Tuttavia, ai beduini è vietato lavorare qui e non resta loro quindi che condurre una vita di stenti o darsi al contrabbando.

La penisola del Sinai, occupata da Israele durante la guerra del 1967, fu restituita alla sovranità egiziana nel 1980, con l'accordo di pace tra Egitto e Israele (1979), il primo tra lo Stato ebraico e un paese confinate.

Nel corso degli anni, l'Egitto ha arrestato più di un individuo con l'accusa di spionaggio per Israele.

A settembre, l'Egitto ha espulso l'ambasciatore israeliano dal paese, la sede fu attaccata dalla folla in seguito all'assassino di otto guardie di frontiera egiziane da parte di militari israeliani. Israele sostenne che la responsabilità per quelle uccisioni fosse di palestinesi infiltratisi nel Sinai dalla Striscia di Gaza.

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