Senato Usa avvia campagna diplomatica per scoraggiare riconoscimento Stato palestinese e oppone il veto

Ramallah – InfoPal. Questa mattina, il consiglio del Senato statunitense si è riunito per discutere la proposta del riconoscimento dello Stato palestinese.

Dalla riunione è scaturita la decisione di fare ricorso al veto di fronte ad un riconoscimento unilaterale e privo del consenso dello Stato di Israele.

Il presidente del comitato per le pubbliche relazioni del Senato Usa, Howard Berman, ha specificato che, sebbene gli Stati Uniti lavorino a favore di un'intesa che porti ad una soluzione nel conflitto tra Israele e palestinesi, la decisione è coerente con il principio di una pace raggiunta per mezzo di negoziati condotti direttamente tra le parti.

Berman ha ammesso che nella scelta di oggi si pone anche la decisione dell'amministrazione statunitense di avviare una campagna diplomatica atta a scoraggaiare riconoscimenti come quelli di Brasile e Argentina.

Infine, il rappresentante americano ha invitato Mahmoud 'Abbas, presidente dell'Autorità nazionale palestinse (Anp), a riconsiderare il ritorno al tavolo negoziale con Israele.

Di fronte alla rapida espansione coloniale in Cisgiordania e sulla scia delle positive dichiarazioni e dei primi risultati riguardo a detto riconoscimento, 'Abbas aveva espresso l'intenzione di rivolgersi al Consiglio di Sicurezza Onu per guadagnare l'avallo alla proposta di uno Stato palestinese entro i confini occupati da Israele nel '67.

Stesso obiettivo quello di Nabil Sha'at, membro del Comitato centrale di Fatah e responsabile delle relazioni con l'Unione europea (Ue).

In un incontro con gli ambasciatori di Francia, Gran Bretagna, Svezia, Danimarca e con Marc Otte, rappresentante Ue per il processo di pace in Medio Oriente, Sha'at ha sollecitato l'Unione e i singoli rapprentanti europei ad esercitare un ruolo determinante oggi che quello statunitense pare più che mai incerto per il futuro della causa nazionale palestinese. 

Nel complesso giungono delusione ed espressioni di biasimo dagli ambienti governativi di Ramallah.

“Si tratta di una decisione dalla quale prevalegono gli interessi interni agli Stati Uniti sulla legge internazionale”, ha commentato Nemer Hammad, consigliere del presidente palestinese Mahmud 'Abbas, in un comunicato stampa diffuso dall'agenzia stampa ufficiale dell'Anp.

“Un simile atteggiamento da parte del Congresso è motivo di disappunto” – ha proseguito Hammad –, “non fa che porre gli Usa, ancora una volta, in una posizione isolata, al fianco dell'espansionismo israeliano e della negazione del diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione”.

“Speravamo che dal Congresso americano sarebbe giunta la richiesta rivolta a Israele di far cessare definitivamente le attività coloniali, per arrivare poi alla fine dell'occupazione dei Territori Palestinesi. Questa parzialità a favore di Tel Aviv non potrà che accrescere l'ostilità nei confronti della politica Usa in Medio Oriente”.

 

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