Sentenza di un tribunale israeliano consente ai coloni di pregare ad al-Aqsa

Gerusalemme/al-Quds. A cura di InfoPal. Domenica, un tribunale di occupazione israeliano ha emesso una sentenza che consente ai coloni di eseguire le loro preghiere “ad alta voce” e di inginocchiarsi durante la loro invasione nei cortili della moschea di al-Aqsa, nella Gerusalemme Est occupata.

Nella sua decisione, la corte ha ritenuto che eseguire lo “Shema Yisrael” (“Ascolta, o Israele”) ad alta voce e inginocchiarsi per terra all’interno della moschea di al-Aqsa, non può essere considerato una violazione della pace civile.

In conclusione la corte ha affermato: “Tutti i residenti di Israele possono salire sul Monte del Tempio e praticare i loro rituali religiosi”.

L’Autorità Palestinese e tutte le fazioni nazionali hanno condannato tale decisione.

In una dichiarazione, il ministero degli Esteri palestinese ha considerato tale sentenza “un colpo di stato israeliano ufficiale contro lo status quo, che lo stravolge completamente, e un’esplicita dichiarazione di guerra religiosa che minaccia di far esplodere l’arena del conflitto e l’intera regione”.

Il ministero degli Esteri ha affermato che si tratta di “una nuova prova che il sistema giudiziario in Israele è parte integrante dell’occupazione stessa e un’ulteriore dimostrazione della protezione legale e della copertura alle invasioni di ebrei estremisti nella benedetta moschea di al-Aqsa, con l’obiettivo di consolidare la sua divisione temporale fino a dividerla spazialmente”.

Ha anche sottolineato che la decisione “rientra nel quadro della sistematica escalation israeliana nell’arena del conflitto ed evoca il ciclo di violenza e caos per far passare il maggior numero possibile di progetti coloniali per ebraicizzare Gerusalemme”.

Il ministero ha anche osservato che la decisione “confuta le affermazioni dei funzionari israeliani riguardo alla loro volontà di mantenere lo status quo”.

Ha aggiunto che il governo israeliano ha “la piena e diretta responsabilità della decisione e delle sue gravi conseguenze”.

Il portavoce ufficiale del ministero, l’ambasciatore Haitham Abu Al-Ful, ha affermato in un comunicato stampa che la decisione è nulla e non ha effetto legale secondo il diritto internazionale, che non riconosce l’autorità della magistratura israeliana sui Territori palestinesi occupati in 1967, compresa Gerusalemme Est. Ha anche spiegato che si tratta di una flagrante violazione delle risoluzioni internazionali relative a Gerusalemme, comprese le risoluzioni del Consiglio di sicurezza, che evidenziano la necessità di preservare lo status della Città Santa.

Va ricordato che il complesso storico di al-Aqsa, che comprende anche la famosa Cupola della Roccia, rappresenta il terzo luogo sacro islamico nel mondo, dopo Mecca e Medina. Violarne la sacralità con invasioni continue rappresenta una profonda e grave mancanza di rispetto verso centinaia di milioni di musulmani in tutto il Pianeta.

(Fonti: MEMO, Quds Press, Wafa e PIC).