Serry: fattori politici che ostruiscono la ricostruzione di Gaza

New-York-PIC. Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, Robert Serry, ha messo in guardia sull’incertezza del processo di pace tra Palestinesi e Israeliani e sulla gravità delle barriere politiche che ostacolano i tentativi di ricostruzione della Striscia di Gaza.

Ciò è avvenuto durante il suo intervento alla sessione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, tenutosi lunedì, per ascoltare il suo rapporto sulla situazione dei territori occupati ed altre aree mediorientali.

Serry ha espresso la speranza che le autorità egiziane superino presto le loro questioni di sicurezza e riaprano così il confine con Rafah acconsentendo alla circolazione di passeggeri e merci da e verso Gaza.

Il funzionario ONU ha poi invitato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad assumersi le proprie responsabilità in merito al processo di pace tra Palestinesi e Israeliani.

Egli ha inoltre aggiunto che il crollo della coalizione di governo di Israele e la programmazione di elezioni anticipate il 17 marzo 2015 non deve costituire una scusa, per nessuna delle due parti, per lasciare che la situazione nei territori occupati peggiori.

Serry ha sottolineato la necessità di ripristinare la speranza di una soluzione permanente al conflitto israelo-palestinese prima che sia troppo tardi, aggiungendo che il conseguimento di un qualche progresso nel processo di pace necessita di un ruolo effettivo da parte della comunità internazionale.

Ha ulteriormente osservato che le recenti iniziative legislative europee, volte al riconoscimento dello stato palestinese, così come l’accordo della Lega degli Stati Arabi di presentare una bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza, fissando un arco di tempo ben preciso per la sua implementazione, sono stati importanti ma non costituiscono il sostituto di un vero e proprio processo di pace riconosciuto da entrambe le parti.

Egli ha quindi trasmetto la speranza del Segretario Generale delle Nazioni Unite che i membri del Consiglio sostengano un quadro significativo e costruttivo per la ripresa dei negoziati piuttosto che dare ai palestinesi una cornice temporale per il loro stato.

Traduzione di Domenica Zavaglia