Settembre nero in Giordania: le stragi dei profughi palestinesi

A cura dei Giovani Palestinesi d’Italia. Nel settembre del 1970 ci fu uno degli episodi più tragici vissuti dai palestinesi, chiamato “Settembre Nero”. In tale occasione il governo giordano cacciò il movimento di resistenza palestinese dal paese scatenando una vera e propria guerra contro i fedayyin, i combattenti palestinesi, costringendoli a riparare in Libano e in Siria.

A seguito della sconfitta della guerra del 1967, nessun territorio della Palestina storica rimase sotto il controllo arabo. Le forze armate arabe subirono una disfatta non solo militare ma soprattutto morale. Fu in questo contesto che si creò la figura del fida’y, un guerrigliero palestinese che combatteva per la libertà del suo stesso popolo, senza fare affidamento a terzi. La battaglia di Karama del 1968, vinta dai fedayyin contro le forze sioniste, diede legittimità a questo movimento di resistenza rappresentato dall’OLP, che trovò in Giordania la propria base operativa da cui organizzare le proprie azioni, grazie anche al fatto della grande presenza palestinese nel paese.

Se quindi il movimento di guerriglia acquisiva sempre più peso, la sconfitta del 1967 toglieva centralità agli stati arabi, visti come incapaci di rispondere in maniera efficace alle minacce israeliane. Non solo, ma all’interno del movimento palestinese, iniziava a farsi sempre più piede la convinzione che il nemico non fosse solo Israele, ma che lo fossero anche gli stati arabi reazionari e legati agli interessi dell’occidente. La Giordania, vista la presenza di una monarchia legata strettamente a questi interessi, divenne l’indiziato principale.

L’OLP iniziò a creare un vero e proprio stato nello stato nelle zone a maggioranza palestinese, organizzando posti di blocco e tentando di raccogliere persino le tasse. Tra il ‘68 e il ‘70, gli scontri a fuoco tra l’esercito giordano e l’OLP divennero sempre più, fino a sfociare nel settembre del 1970 in una operazione su larga scala da parte del re giordano Hussein intesa a cacciare la resistenza palestinese dalla Giordania. La repressione contro i palestinesi lasciò dietro di sé una striscia di morti e di vittime, che secondo le stime furono circa 4000.

Articolo di @basbantosGrafica di @drew_ric