Sfollati centinaia di palestinesi delle comunità rurali a causa di esercitazioni militari dell’esercito israeliano

330270CMa’an-Betlemme. In settimana centinaia di residenti nei villaggi a nord della valle del Giordano sono stati allontanati con la forza a causa di esercitazioni militari senza precedenti da parte dell’esercito israeliano nei villaggi nei pressi di Tubas.

Le esercitazioni, iniziate domenica, hanno causato una mobilitazione su larga scala di veicoli militari, tra cui carri armati, elicotteri e mezzi pesanti, intorno ai villaggi a sud ed est di Tubas, come stimato dall’associazione Jordan Valley Solidarity.

Secondo l’associazione Japan International Volunteer Center (JVC) le operazioni vengono svolte in una zona militare nell’Area C ad est di Tubas dove attualmente risiedono diverse grandi comunità palestinesi, costringendo alla fuga oltre 60 famiglie dai villaggi di Khirbet Humsa, Hammamat al-Maleh, Frush Beit Dajan ed Ibziq.

La settimana scorsa gli ufficiali dell’esercito israeliano hanno costretto molti dei residenti delle comunità rurali a firmare l’atto di concessione dei territori dal 3 al 7 maggio , mentre altri residenti ad al-Hadidya sono ancora in attesa di essere sgombrate.

Il rifiuto di lasciare le rispettive terre comporterebbe la distruzione delle abitazioni da parte dell’esercito israeliano.

Come afferma la volontaria della JVS Sarah Cobham: “O se ne vanno volontariamente o saranno costretti con la forza a lasciare le loro abitazioni non ricevendo nemmeno il minimo sostegno da parte degli israeliani. Tutto ciò che dunque possono fare è sperare nell’aiuto di persone conosciute nella zona da aiutare nell’allevamento di animali”.

Il paesaggio viene sconvolto da polvere, esplosioni, fumo e spari di armi da fuoco, carri armati e veicoli militari facendo crescere l’apprensione delle comunità agricole riguardo le sorti dei raccolti e del bestiame che per loro rappresentano la fonte primaria di reddito.

Purtroppo i timori appaiono profondamente giustificati:

Secondo gli attivisti della JVS il 28 aprile più di 3000 dunams di raccolti sono andati perduti a causa di un incendio causato dalle molteplici esercitazioni militari nella zona, mentre circa 5000 dunams di terreni sono stati distrutti a causa del fuoco militare nei pressi di Al-Hadidya il 4 maggio.

I bersagli per le esercitazioni che coinvolgono circa 50 carri armati, artiglieria pesante e aerei militari sono stati posizionati nei dintorni del villaggio di Bardala, il che comporta ovviamente inevitabili ed ingenti danni al paesaggio circostante e alle coltivazioni agricole.

Sarah Cobham, che si trovava a Khirbet Humsa al momento dell’evacuazione di massa degli abitanti dal villaggio, ha detto che l’atmosfera che si respirava era molto tesa, con intere famiglie arrabbiate e preoccupate per il loro futuro:

“ Si respira una situazione di totale incertezza nella popolazione. Non sanno per quanto tempo l’esercitazione andrà avanti e per quanto il ritorno a casa sarà loro interdetto. Queste operazioni militari proprio accanto ai villaggi palestinesi suonano come un chiaro tentativo da parte di Israele di sollecitare la popolazione a lasciare il territorio”.

Spopolamento dei palestinesi

Come afferma la JVS,  le esercitazioni militari israeliane nella valle del Giordano sono drammaticamente aumentate a partire dal 2012 con il chiaro intento di costringere le comunità palestinesi locali ad abbandonare la regione e portare così a termine lo storico processo di annessione della valle allo stato di Israele.

La valle, che occupa circa un terzo del territorio della Cisgiordania ed è catalogata all’88% come area C, ovvero sotto il controllo amministrativo e militare israeliano, è stata a lungo una zona strategica occupata da Israele fin dal 1967.

Jeff Halper, direttore e cofondatore dell’organizzazione Israeli Committee Against House Demolitions, ha affermato che sin dal 1948 Israele ha identificato la valle come “confine di sicurezza” e non vi è alcuna possibilità che torni in mano ai palestinesi.

“la valle del Giordano è speciale in quanto considerata fondamentale per la sicurezza di Israele e da quel punto di vista non è negoziabile. Nella zona è stato intrapreso un processo di giudaizzazione ed è stata in gran parte spopolata di palestinesi”.

Come stimato da Halper, prima del 1967 circa 250000 palestinesi vivevano nella valle, mentre attualmente il loro numero è sceso a 50000, la maggior parte dei quali residenti nella città di Gerico.

La popolazione palestinese è stata progressivamente rimpiazzata da insediamenti israeliani e aree adibite alla produzione agricola, mentre il rimanente territorio è stato dichiarato area militare.

L’imprevedibilità delle esercitazioni causa una profonda ansietà nelle popolazioni valligiane, non essendo a conoscenza di quando saranno spostati e se sarà o meno un trasferimento permanente.

Secondo quanto afferma l’OCHA (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs) i palestinesi della valle del Giordano sono uno dei gruppi maggiormente vulnerabili all’esilio forzato, in quanto più del 60% dei 6000 palestinesi sfollati dal 2008 appartengono a comunità beduine.

Rashid Sawaftah, coordinatore della Jordan Valley Solidarity, ha affermato che le comunità  sono costantemente sotto assedio  e costretti a rischiare la loro vita mentre si svolgono le esercitazioni.

Impossibilitati a tornare alle rispettive abitazioni e con la maggior parte delle strade bloccate, le famiglie sono costrette a trovare rifugio sotto gli alberi e all’aperto aspettando il momento di tornare a casa, anche se ciò appare un futuro abbastanza incerto.

“Le operazioni militari ed ogni tipo di violenza affliggono tutte le famiglie. La gente è molto triste ed i bambini non riescono a capire questa situazione di disagio ed insicurezza. E’ solo un modo per allontanare questa gente dalla loro terra”.

Traduzione di Lorenzo D’Orazio