Shoafat, case ammassate, costruite le une dentro le altre.

Riceviamo e pubblichiamo.

Shoafat. Periferia nord di Gerusalemme.
Non avevo mai visto un campo profughi.
Le case ammassate, costruite le une dentro le altre. Corridoi le separano.
Bet Thull, vicino Gerusalemme, era il villaggio dove la famiglia di Omar viveva prima del 1948.
Nel '48 gli israeliani li hanno cacciati e i palestinesi si sono rifugiati a Gerusalemme Ovest.
Da qui il nonno partì per il Brasile. Lavoro` per 20 anni mandando i soldi a casa.
Nel 1966 hanno comprato nuova casa e nuova terra.
Nel 1967 sono stati cacciati dagli israeliani anche da questa.
Da questa spostati a Shoafat.
Gli israeliani hanno costruito edifici a due piani che misuravano 7,5 metri per 15 metri.
Ogni piano è stato diviso in locali di 9 metri quadri.
Un locale per famiglia indipendentemente dal numero dei componenti (in media 6).
Acqua e servizi esterni agli edifici.
Erano 5.000 i palestinesi cacciati da Gerusalemme Ovest. Ora sono 50.000.
Non c'è più spazio neanche per uno spillo. Non si può costruire da nessun lato. Era libero solo il lato Nord dove fino a vent'anni fa c'era una collina coperta da un bosco: adesso c'è un insediamento israeliano, anche questo irregolare come tutti gli insediamenti costruti nella Cisgiordania. E nella valle, ma a ridosso del campo-rifiugiati, da quattro anni, il MURO.

Prima del muro i bambini palestinesi e quelli israeliani giocavano, si mischiavano, si spostavano da un villaggio all'altro.

Bet Thull è ancora là, distrutto, sassi e tombe.

Gabriella

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.