Shtayyeh: decisioni economiche devono far parte di politica per porre fine all’occupazione

Ramallah – WAFA. Lunedì, il primo ministro Mohammad Shtayyeh ha dichiarato a Sven Koopmans, rappresentante speciale dell’Unione Europea per il processo di pace in Medio Oriente, che qualsiasi passo economico dovrebbe essere parte del processo politico per porre fine all’occupazione israeliana.

Shtayyeh ha incontrato Koopmans nel suo ufficio di Ramallah, alla presenza del rappresentante dell’UE in Palestina, Sven Kuhn von Burgsdorff. Nell’incontro, hanno discusso gli sforzi europei per sostenere la soluzione a due Stati.

Il primo ministro ha affermato che l’Unione Europea dovrebbe fare pressione su Israele affinché rispetti gli accordi firmati per riprendere un percorso politico serio e reale, che ponga fine all’occupazione.

Ha detto che la leadership palestinese è aperta a qualsiasi iniziativa che possa colmare l’attuale vuoto politico sulla base del diritto internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite.

“Qualsiasi passo economico, piccolo o grande, deve avvenire nel quadro di un orizzonte politico per porre fine all’occupazione e stabilire uno stato palestinese indipendente”, ha detto Shtayyeh.

“La comunità internazionale deve agire immediatamente per proteggere la soluzione a due stati, in un momento in cui Israele sta lavorando per distruggerla sistematicamente e per congelare la creazione di uno stato palestinese, promuovendo colonie, sequestrando terre e controllando i confini, i valichi e le risorse naturali”, ha detto.

Il primo ministro ha chiesto di usare il peso economico dell’Unione Europea a sostegno della sua posizione politica, che appoggia la soluzione a due Stati, alla luce dei continui tentativi di Israele di respingerla.

Ha anche invitato l’UE a spingere Israele a fermare le colonie e le ripetute aggressioni contro la moschea di al-Aqsa, nonché a porre fine al terrorismo praticato da parte dei coloni.

Shtayyeh ha osservato che il discorso del presidente Mahmoud Abbas all’Assemblea generale delle Nazioni Unite il mese scorso, in cui ha concesso a Israele un anno per lasciare i territori occupati, “ha fatto suonare il campanello d’allarme, e che le misure di Israele minano la pace ed uccidono la soluzione a due stati”.