Si aggrava la mancanza di munizioni israeliane a causa del “boicottaggio informale” imposto dagli stati occidentali

Tel Aviv – The Cradle. Il ministero della Difesa israeliano è preoccupato per la carenza di munizioni dopo che diversi Paesi occidentali hanno informalmente smesso di fornire armi e materie prime a Israele, ha riferito Calcalist il 9 luglio.

Il giornale economico israeliano ha appreso che i fornitori di armi di diversi Paesi europei hanno smesso di rispondere alle richieste israeliane. Inoltre, una grande potenza straniera, oltre agli Stati Uniti, che in precedenza commerciava con Israele, dal 7 ottobre si è rifiutata di fornire a Tel Aviv materie prime per la produzione di munizioni.

Calcalist cita un rapporto del New York Times, secondo cui l’Esercito israeliano sta affrontando una carenza di proiettili per carri armati da 120 mm. Gli artiglieri dei carri armati di stanza a Gaza sono stati avvertiti di conservare i proiettili nel caso in cui fossero necessari nel nord di Israele, dove cresce la possibilità di una guerra su larga scala contro Hezbollah in Libano.

Il Times ha aggiunto che l’Esercito deve anche affrontare una carenza di pezzi di ricambio per carri armati, bulldozer D9, veicoli corazzati per il personale e altre munizioni leggere da terra.

In risposta, l’establishment della sicurezza cerca di ridurre la dipendenza di Israele dalle forniture estere promuovendo la produzione locale di munizioni, nonostante i costi più elevati.

Calcalist osserva, tuttavia, che “chi crede che Israele sarà in grado di produrre tutte le munizioni di cui ha bisogno è probabilmente un illuso”.

Anche con un massiccio aumento della capacità produttiva israeliana, una parte significativa delle munizioni di cui Israele ha bisogno dovrebbe comunque provenire da fornitori stranieri, osserva il giornale.

Gli Stati Uniti, con un’economia e una base industriale molto più grandi, non sono in grado di produrre abbastanza munizioni e artiglieria per il proprio uso e per quello dei propri alleati, in particolare l’Ucraina. Le grandi quantità di proiettili d’artiglieria utilizzati dalla Russia e dall’Ucraina nel loro conflitto hanno portato ad un aumento dei prezzi e ad una carenza a livello globale.

Inoltre, Israele non dispone delle materie prime necessarie per produrre le munizioni. Queste devono essere importate dall’estero. Ma molti Paesi hanno smesso di esportare queste materie prime a Israele in risposta al genocidio dei palestinesi di Gaza.

Il rifiuto di un numero crescente di Paesi europei di fornire munizioni, pezzi di ricambio e materie prime per continuare a massacrare i palestinesi ha costretto Israele a fare maggiore affidamento sull’India, che è anche il principale acquirente di armi israeliane.

Allo stesso tempo, Calcalist ha riferito che Israele ha iniziato a importare armi e materie prime da un nuovo Paese che non le aveva mai fornite prima.

Anche la Serbia rimane un alleato costante, fornendo un ponte aereo di difesa a Israele sin dallo scoppio della guerra.

Traduzione per InfoPal di F.L.