Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Palestina si è dimesso lunedì, citando la frustrazione per il rifiuto di Israele di accesso ai territori palestinesi. Il diplomatico indonesiano Makarim Wibisono ha detto durante le sue dimissioni che, “purtroppo, i miei sforzi per contribuire a migliorare la vita delle vittime palestinesi delle violazioni sotto l’occupazione israeliana sono stati frustrati in ogni sua fase.”
Wibisono ha detto che le sue richieste di accesso sia scritte che verbali sono state ripetutamente respinte.
Il diplomatico ha affermato che “Non avendo ricevuto nessuna risposta da Israele alla mia ultima richiesta, nel mese di ottobre 2015, per avere accesso entro la fine del 2015, è con profondo rammarico che riscontro quanto le premesse su cui ho basato il mandato, che erano quelle di avere accesso diretto alle vittime nei territori palestinesi occupati, non sono state soddisfatte”.
Al contrario Wibisono ha elogiato il suo rapporto con il governo palestinese dicendo che ha collaborato pienamente con lui e ha chiesto a Israele di cooperare in futuro per il bene della propria credibilità sui diritti umani.
Wibisono non è il primo inviato a incontrare difficoltà con Israele. Il suo predecessore Richard Falk per la sua visione critica sul trattamento dei palestinesi ha ricevuto diverse richieste di dimissioni da parte di Israele. In particolare, ha sostenuto il boicottaggio delle aziende israeliane per il supposto sfruttamento delle risorse palestinesi.
Negli ultimi rapporti Wibisono ha espresso preoccupazione per i raid israeliani contro l’associazione Youth Against Settlements con sede a Hebron nella Cisgiordania occupata. Le autorità hanno invocato anche per la sua chiusura. Il mese scorso, ha detto: “Il Centro è stato effettivamente chiuso a causa dei militari israeliani che hanno dichiarato l’area circostante zona militare.”
Nel mese di giugno, Wibisono ha chiesto la fine del il blocco di Gaza per permettere la ricostruzione della regione. Ha anche affermato che “Le persone meritano aiuto e il rispetto dei diritti umani, non una punizione collettiva”.
Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Emmanuel Nachshon, nel giugno dello scorso anno, ha messo in discussione la necessità di un relatore speciale delle Nazioni Unite. Definendo il mandato di Wibisono “parziale e squilibrato” ha giustificando il rifiuto di accesso nei territori.
Wibisono, la sesta persona ad avere questo incarico, ha svolto la maggior parte della sua indagine dalla vicina Amman.
Israele ha detto che le dimissioni sono conseguenza del mandato “sbilanciato” di Wibisono.
l’ambasciata di Israele a Ginevra ha detto, come riportato da The Times of Israel, che “Il mandato del relatore speciale è chiaramente sbilanciato. E così è anche il comportamento del Consiglio per i Diritti dell’Uomo e il contenuto delle sue risoluzioni. I palestinesi e i loro sostenitori in seno al Consiglio godono di una maggioranza automatica che porta ad un giudizio unilaterale e discriminatorio del Consiglio e dei suoi vari meccanismi.”
“I diritti umani degli israeliani sono violati quotidianamente con pieno disprezzo per questi organi. Fino a quando questo stato di cose persiste, Israele farà altrettanto”.
Trad. Invictapalestina