Ora si attende che il carburante arrivi dall‘Egitto, dopo una serie di incontri politico-diplomatici d’emergenza con la parte palestinese.
Domenica scorsa, l’Egitto aveva accolto la richiesta palestinese, rifornendo Gaza dai 17 ai 22 mW, “tuttavia è ancora una quantità insufficiente”, stando alle considerazioni dell’autorità energetica di Gaza.
La centrale era stata riaperta solo otto giorni fa, quando uno dei quattro generatori d’emergenza era stato rimesso in funzione grazie al carburante giunto dall’Egitto.
Ieri le forze di sicurezza egiziane hanno bloccato quattro camion contenenti oltre 7mila litri di gasolio destinati a Gaza attraverso i tunnel. Quattro persone coinvolte nel contrabbando sono state arrestate dagli egiziani.
Oltre alla questione del rifornimento di carburante, le parti stanno valutando pure l’adozione di nuove misure per ampliare il valico di Rafah e permettere il passaggio del carburante. Tutto ciò in conseguenza del divieto imposto da Israele sul transito del valico di Kerem Abu Salem (Kerem Shalom).
Dal blocco della centrale elettrica di Gaza si scateneranno altre pericolose crisi: dal settore igienico-sanitario a quello alimentare.
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