Sindacati palestinesi: 213 mila disoccupati a Gaza, il tasso di povertà raggiunge il 70 per cento

Palestinian workers line up to get checked by a Palestinian security officer in the north Gaza Strip. Palestinian workers line up to get checked by a Palestinian security officer before entering the Israeli controlled industrial zone in Erez area between Israel and the Gaza Strip February 13, 2005. Israel let more than 200 labourers enter from the Gaza Strip for the first time in months on Sunday in a gesture to Palestinian President Mahmoud Abbas as he tries to strengthen a ceasefire agreed last week. REUTERS/Ahmed Jadallah AJ/WS MIDEAST GAZA Photo by AHMED JADALLAH. 13/02/2005 [X900130020050213e12d0005l, x90013]
Palestinian workers line up to get checked by a Palestinian security officer in the north Gaza Strip. Palestinian workers line up to get checked by a Palestinian security officer before entering the Israeli controlled industrial zone in Erez area between Israel and the Gaza Strip February 13, 2005. Israel let more than 200 labourers enter from the Gaza Strip for the first time in months on Sunday in a gesture to Palestinian President Mahmoud Abbas as he tries to strengthen a ceasefire agreed last week. REUTERS/Ahmed Jadallah AJ/WS MIDEAST GAZA Photo by AHMED JADALLAH. 13/02/2005 [X900130020050213e12d0005l, x90013]
Gaza-Quds Press. La Federazione generale dei sindacati dei lavoratori della Palestina (non governativa) ha dichiarato che la situazione dei lavoratori della Striscia è diventata catastrofica, invitando il governo palestinese ad agire per alleviare le loro sofferenze.

Sami al-‘Amasi, direttore della Federazione, ha dichiarato a Quds Press che “il segmento dei lavoratori è il più grande della società e sta soffrendo da molti anni: le condizioni dei lavoratori continuano a peggiorare con l’aumento della disoccupazione. Il numero dei disoccupati è arrivato a 213 mila, il tasso di povertà, anche estrema, è salito al 70 per cento”.

Il direttore ha aggiunto: “La realtà dei lavoratori di Gaza richiede l’intervento del governo per un alleggerimento della disoccupazione, che colpisce più della metà dei lavoratori”, sottolineando l’indifferenza del governo e le sue responsabilità nell’assistere alle loro sofferenze.

Al-‘Amasi ha quindi espresso rammarico per l’assenza di programmi di occupazione temporanea per i lavoratori, per diminuire la disoccupazione nella società palestinese, nonostante il Consiglio dei ministri avesse annunciato un progetto per offrire occasioni di lavoro ai giovani appena usciti dalle università.

Ha inoltre affermatoche “le sofferenze dei palestinesi hanno superato tutti i limiti, sono stretti d’assedio da ogni parte, i valichi sono chiusi, è impedito il passaggio delle materie prime, dei materiali di costruzione e di consumo: tutto ciò ha portato alla chiusura di molte fabbriche e impianti nella Striscia”.

Al- ‘Amasi ha chiesto al Consiglio legislativo palestinese di promulgare una legge sul “salario minimo” adeguato alle condizioni economiche della Striscia di Gaza assediata, notando che tale salario è adottato in Cisgiordania, dove il salario minimo arriva fino si 1450 shekel (370 dollari) al mese.

Il sindacalista ha richiesto anche l’applicazione delle procedure di sicurezza sul lavoro.

I lavoratori della Striscia di Gaza stanno soffrendo dal 1990, da quando cioè l’occupazione ha impedito loro di passare dal valico di Bait Hanun per andare a lavorare nei Territori occupati dal 1948, e ha aumentato le loro sofferenze stringendo d’assedio la Striscia di Gaza da dieci anni.

(Nella foto di B’tselem, lavoratori palestinesi aspettano nella zona industriale controllata da Israele nell’area di Erez/Beit Hanoun, tra Territori del ’48 e Striscia di Gaza)

Traduzione di Federica Pistono