Joseph Halevi
Invio con il permesso di pubblicarlo e farlo circolare (ho deciso non esprimermi più per ora sul quotidiano Il Manifesto in materia di Medio Oriente perchè la situazione interna del giornale è troppo contorta ed è inutile litigare e rompere amicizie e rapporti umani stabiliti da circa un ventennio. Di conseguenza sul M.O. mi esprimerò liberamente inviando di tanto in tanto dei pezzi dando la facoltà di utilizzarli liberamente).
Sul Medio Oriente e la sinistra italiana
La sinistra italiana ufficiale, quella che sta al governo e quella che lappoggia di fatto dall esterno, come il manifesto, si trova davanti alla situazione mediorientale come unimbarcazione di fronte ad un visibilissimo scoglio ma senza un equipaggio capace di effettuare la manovra di aggiramento. Il motore che spinge il natante verso lo schianto è la missione UE/ONU così come è stata concepita ed attuata. Quando i soldati UE/ONU si troveranno maggiormente coinvolti nel conflitto coinvolgimento fisicamente iniziato con lattentato a Sidone vi sarà un duro scontro tra Francia ed Italia, questultima rimarrà da sola nei fatti e la sinistra entrerà in un mare di recriminazioni ed accuse reciproche. Infatti la Francia cercherà di salvare i suoi interessi in Libano ed in Siria mentre lItalia seguirà la linea pro-americana di DAlema cosa che Parigi ostacolerà. Indipendentemente dallo scatenamento della prossima guerra da parte di Israele, la Francia non permetterà al comando italiano della forza UE/ONU di espletare le sue funzioni.
Per capire la dinamica che si sta mettendo in moto alla frontiera del Libano con Israele bisogna avere unidea chiara di che cosa sia stata questa fase del conflitto che dura dal 1948.
Non è stato Israele ad iniziare questultima guerra al Libano semplicemente perchè Tel Aviv aveva pianificato unaltra data. Ha ragione il capo di Hezbollah, Nasrallah, a dichiararsi sorpreso della reazione israeliana alla cattura dei due soldati, perchè le sue previsioni erano corrette. Israele aveva effettuato varie manovre militari preparatorie ma il momento di apertura dello scontro veniva calibrato in rapporto alla pressione USA sullIran ed al rifiuto di questultimo di cedervi. E evidente che tale pressione era destinata ad entrare in una fase acuta DOPO il rifiuto di Tehran di soggiacere alla richiesta USA/ONU di sospendere tutte le sue attività in materia nucleare. La data scadeva in Agosto per cui è evidente che la tensione sarebbe montata da Settembre in poi, periodo in cui Hezbollah prevedeva linizio del conflitto da parte di Israele e penso che così la pensassero i governanti ed i militari israeliani. La guerra al Libano ed a Hezbollah era programmata con gli Usa come parte dello scontro con lIran.
Le cose non sono andate così per via della situazione interna in Israele e per la guerra condotta contro la popolazione di Gaza in funzione delloccupazione della Cisgiordania. La destra politica israeliana accusava Olmert di non condurre un guerra efficace sebbene avesse ricevuto luce verde da tutte le parti, non solo da parte degli Usa ma anche da parte dell Unione Europea. Infatti la decisione dellUE di boicottare il governo palestinese legalmente eletto ha accelerato la determinazione distruttiva di Israele. Tuttavia lestablishment capitalistico-militare di Israele si vedeva estromesso dalla sua posizione di comando in quanto per la prima volta da tanti anni lesecutivo del paese era formato da persone che non provengono, ad eccezione di Peres, dalla casta prodotta dal complesso militare e dei servizi di sicurezza. Ogni occasione era buona per attaccare lincompetenza militare di Olmert e Peretz sebbene questi volessero devastare Gaza in perfetta continuità con la politica dei passati governi. La cattura da parte di un commando di Hamas di un militare isrealiano ha spezzato la schiena ad Olmert. Dal punto di vista militare loperazione di Hamas era alquanto complessa dato che si trattava di scavare un tunnel, attaccare delle posizioni fortificate, penetrarle e catturare dei soldati. Da quel momento la destra politica e lestablishment militare non ha mollato la pressione su Olmert. Quando Hezbollah ha effettuato unoperazione simile probabilmente in solidarietà con i palestinesi di Gaza e per mettere pressione su Israele di liberare i palestinesi ed i libanesi (tutti terroristi ovviamente mentre i soldati che occupano territori che dovrebbero essere evacuati secondo le risoluzioni dellONU sono completamente pacifici) che vengono regolarmente rapiti da anni è scattata, daccordo con gli USA, la guerra al Libano. Per il governo Olmert si trattava di mostrare alla destra politica che era capace di reagire e di imporre la forza deterrente di Israele aumentandone limportanza agli occhi degli USA per via del colpo che lazione israeliana avrebbe apportato alla Siria. La prima cosa che Bush ha detto a Blair durante la conversazione al microfono è proprio questa they have to get Syria...
Sia Washington che Tel Aviv pensavano che acchiappare al volo loccasione della guerra che si presentava in maniera anticipata non avrebbe cambiato il risultato: governo filo Usa-Israele in Libano, isolamento totale e mortale (per il regime) della Siria, eliminazione di Hezbollah, quindi chiusura definitiva della questione del Golan occupato dal 1967 e della striscia di terra di confine tra Libano e Siria anchessa occupata da Israele. Proprio perchè gli USA ed Israele pensavano che le cose sarebbero andate in tal modo, si opponevano a qualsiasi intervento dellONU ed a qualsiasi tregua. Anzi, come sottolineato in unottima corrispondenza di Robert Fisk, quando Israele si accorse della sua incapacità a sopraffare Hezbollah attaccò la postazione ONU uccidendone i militari – che da anni monitorava e registrava le azioni nella zona agendo quindi da importante testimonianza pubblica (forza UE/ONU di oggi: de te fabula narratur). Ho già osservato che il boicottaggio da parte dellUE del governo palestinese legalmente eletto è stato un fattore importante nell accelerazione della guerra contro la popolazione di Gaza da parte di Israele. Analogamente la riunione di Roma del 26 non è stata un fallimento. E stata invece unautorizzazione ad andare avanti nei bombardamenti contro le popolazioni civili del Libano. DAlema può negarlo quanto vuole ma per almeno una settimana ministri israeliani andavano ripetendo alla radio che la riunione di Roma avevo dato or iarok (luce verde) per continuare. Limpatto in tal senso della riunione di Roma è stato talmente importante da essere ripetuto dalla BBC la quale mandava in onda anche le dichiarazioni in ebraico dei ministri israeliani. La riunione di Roma ha quindi svolto un ruolo criminale nei confronti della popolazione del Libano meridionale e la decisione di inviare truppe UE/ONU si innesta sulla linea tenuta a Roma.
In un primo tempo USA e Tel Aviv non volevano tregue di sorta. Ma quando si resero conto che lesercito era impantanato nel Libano meridionale, la stessa Rice si affrettò a dire che urgeva una tregua. Guardiamo la questione dal lato degli USA. Più lesercito israeliano si impantanava, più Israele bombardava i civili, tanto più entrava in crisi il rapporto sciiti iracheni (di Al Sistani) e gli USA. Anche la Rice finì per capirlo. Dal lato USA la guerra produceva gli effetti opposti: rafforzava Hezbollah in tutto il Libano, nonchè la Siria e lIran indebolendo quel po di rapporto che cè tra leadership sciita ed occupanti USA in Iraq.
Guardiamo ora la situazione dal lato dei governanti israeliani. E sbagliato pensare che avrebbero continuato a bombardare. Con lesercito che subiva perdite crescenti, senza essere capaci di interrompere il lancio dei razzi tramite i bombardamenti dell aviazione sui civili (come mezzo di pressione e di terrore), Tel Aviv si trovava di fronte ad una popolazione che nel nord del paese era terrorizzata. Questa popolazione voleva che lesercito continuasse fino in fondo in unoffensiva che non poteva sostenere se non con una guerra totale che avrebbe coinvolto anche la Siria e che comunque non avrebbe potuto effettuare dal tipo di schieramento che aveva alla frontiera del Libano meridionale. In effetti per soddisfare le richieste di una popolazione terrorizzata il governo avrebbe dovuto interrompere le operazioni correnti sul fronte del Libano, ritirarsi, riorganizzare le truppe e gli schieramenti e ripartire. Più o meno come sta pianificando di fare ora con la tregua con lobiettivo dichiarato di accelerare lo scontro USA-Israele contro lIran. Ma iniziare tale manovra di rientro da soli durante la guerra avrebbe significato perdere ogni posizione di contrattazione politica mostrando di ritirarsi senza alternativa. Lavrebbero fatto comunque per salvare e riorganizzare lesercito (PERCHE ERA SALTATO TUTTO IL DIPOSITIVO) e calmare la popolazione, senza lONU. Tuttavia per gli USA era importante salvare Israele politicamente e diluire il ritiro facendo mantenere allesercito un piede nel Libano meridionale facendolo apparire come un ritiro pianificato nellambito di una tregua duratura. Il prezzo di questo premio ad Israele malgrado la sua sconfitta lo deve pagare lEuropa.
Ecco quindi che abbiamo la Rice che comincia a dire che urge una tregua e linvio di una forza di separazione. Ma è una tregua per la nuova guerra, non per porre termine alloccupazione che porrebbe anche termine alle azioni contro le forze israeliane. Questa risoluzione dellONU talmente mal concepita dalla Francia che perfino un governo filofrancese come quello di Beirut laveva rifiutata in una prima istanza vorrebbe vincolare Libano, Siria e Hezbollah senza porre il vincolo fondamentale ad Israele che è quello di procedere allevacuazione delle alture del Golan ed alla striscia di Shaba. Tale azione fa soltanto risaltare latteggiamento unilaterale da parte dellEuropa e degli USA nei confronti del problema del M.O. e soprattutto nellattuazione delle risoluzioni dellONU: vincolanti per gli arabi, non vincolanti per Israele. Permette quindi ad Israele di pianificare con ordine assieme agli USA la nuova guerra in cui lItalia si troverà coinvolta in pieno.
Joseph Halevi
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