Siria: attacco all’ambasciata Usa a Damasco. Uccisi 3 attentatori e 2 agenti.

Da www.repubblica.it

In quattro scendono da un’auto sparando all’impazzata e urlando slogan
Bloccato furgoncino carico di esplosivo. Ferito un
diplomatico cinese

Un commando di uomini armati tenta di attaccare la sede diplomatica statunitense, facendo anche esplodere bombe. C’è stata poi una sparatoria all’entrata, ma il tentativo è stato respinto. Uccisi tutti i terroristi. Morta anche una guardia siriana.

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Secondo la versione ufficiale delle autorità, il commando era composto da tra uomini armati.

L’inviato della tv libanese Lbc sul posto ha affermato che fonti siriane non escludono possa trattarsi di un’azione di una cellula dormiente di Al Qaeda, che avrebbe tentato un’azione dopo l’annuncio di nuove violenze contenuto nel video del numero due dell’organizzazione, Ayman Al Zawahri, diffuso ieri mattina.

Erano quattro – e non due, come era stato detto in un primo momento – gli uomini armati che hanno attaccato l’ambasciata Usa. I quattro sono stati uccisi nel conflitto a fuoco

Sono tutti illesi gli americani che si trovano all’interno della sede diplomatica, al momento dell’attacco terroristico.

Dopo che l’attacco è stato sventato dai servizi di sicurezza siriani e dell’ambasciata Usa, la situazione nella sede diplomatica è tornata tranquilla, dicono testimoni. La polizia ha bloccato tutte le strade che portano all’ ambasciata e la gente viene tenuta a distanza.

Secondo testimoni, nel corso dell’attacco, una guardia siriana sarebbe rimasta uccisa.

Sempre secondo testimoni, i terroristi – nel loro tentativo di attaccare l’ambasciata Usa – appena scesi dall’auto hanno cominciato a sparare e a lanciare bombe. Ma sono stati poi bloccati

Secondo le ultime dichiarazioni di testimoni presenti sul posto, sono stati due uomini armati a tentare di attaccare, questa mattina, la rappresentanza diplomatica americana. ma l’attacco è stato respinto.

Le forze di sicurezza americane hanno confermato la notizia: la sede diplomatica Usa a Damasco è stata attaccata.

Secondo testimoni tutte le strade che conducono alla zona di Abu Remmeneh sono state bloccate dalle forze di sicurezza siriane e l’area circondata. Nel quartiere, secondo fonti concordanti, sorgono anche installazioni di sicurezza e le abitazioni di molti esponenti del governo siriano.

"Sembra che l’ambasciata sia sotto attacco", ha dichiarato un abitante della zona, il quartiere di Rawda. In breve tempo la rappresentanza diplomatica americana è stata circondata in massa dagli uomini delle forze speciali siriane, che hanno isolato l’intera area con cordoni di sicurezza. Gli Usa da anni non hanno più un proprio ambasciatore di grado a Damasco, ma i rapporti con la Siria non sono stati troncati: Washington vi mantiene infatti un incaricato d’affari.

Una nuvola di fumo nero si leva dalla zona in cui sorge l’ambasciata americana, nel centro della capitale siriana Damasco. In precedenza testimoni avevano parlato di una violenta sparatoria. Forze di sicurezza siriane hanno circondato l’edificio.

Fonti libanesi: "Cellula di Al Qaeda attivata da messaggio di Al Zawahiri"
Rice ringrazia il governo di Assad:
"Presto per dire chi è stato"

DAMASCO – C’è l’ombra di Al Qaeda sull’attentato all’ambasciata statunitense, questa mattina a Damasco, che avrebbe potuto causare una carneficina. L’attacco è stato sventato dalle forze di sicurezza siriane, sono morti un agente di polizia e una guardia di sicurezza dell’ambasciata oltre a tre terroristi; un quarto attentatore sarebbe stato catturato, i feriti sarebbero dieci, tra i quali un diplomatico cinese. Fonti diverse non sono concordi sul numero dei componenti il commando, quattro uomini per il ministro dell’Interno di Damasco, sette per alcuni organi di informazione.

Il gruppo, armato e mascherato con delle kefiah, il tipico copricapo arabo a scacchi, è sceso da un’auto scandendo slogan religiosi: ha cominciato a sparare e lanciare bombe nei pressi dell’ambasciata Usa, nel cuore del quartiere diplomatico della città. Le forze di sicurezza siriane sono subito intervenute sparando sui terroristi, fonti diplomatiche nella capitale siriana hanno detto che tutto il personale dell’ambasciata "è sano e salvo".

L’attacco – compiuto da forze ‘Takfiri’ (un termine arabo per definire fanatici religiosi che considerano tutti gli altri infedeli) – è durato circa mezz’ora, secondo testimoni, ed è stato compiuto con mitragliatrici e bombe a mano. Gli assalitori avrebbero anche tentato di far esplodere almeno un’autobomba – una tv libanese fa riferimento alla possibilità di più di un veicolo con esplosivi – che è stata bloccata davanti ad uno degli ingressi dell’ambasciata Usa. Operatori di varie tv hanno potuto filmare un furgoncino Mitsubishi bianco, che aveva a bordo, secondo gli agenti della sicurezza, una gran quantità di candelotti esplosivi, una bombola di gas ed altri ordigni. Tutto è stato sequestrato dalla polizia siriana.

Il personale della vicina ambasciata d’Italia, al quale gli agenti hanno impedito anche di affacciarsi alle finestre, ha riferito alle agenzie di stampa di aver udito spari e detonazioni durati più di 30 minuti.

Durante l’attacco vicino al complesso dell’ambasciata Usa si è levata una colonna di fumo nero, causata, a quanto si è appreso, da un’auto parcheggiata lì vicino che sarebbe stata colpita da una delle bombe lanciate dagli attaccanti. La tv libanese Lbc ha ipotizzato che l’azione possa essere stata compiuta da "una cellula dormiente" di Al Qaeda, forse un gruppo esterno collegato alla rete di Osama Bin Laden, che potrebbe aver deciso di operare all’indomani della ricorrenza dell’11 settembre. A provocare l’attacco sarebbe stato, secondo fonti libanesi, anche il messaggio diffuso in televisione ieri mattina dal numero 2 di Al Qaeda, il medico egiziano Ayman Al Zawahiri.

Nonostante i rapporti difficili che intercorrono tra l’amministrazione Bush e il governo siriano, il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha espresso gratitudine al regime siriano per la collaborazione dimostrata dopo l’attacco all’ambasciata Usa a Damasco. Rice, che ha parlato durante una visita in canada, ha detto che è troppo presto per dire chi siano i responsabili dell’attacco terroristico.

Il 7 agosto 1998, due autobombe devastarono le ambasciate Usa a Nairobi, in Kenya e a Dar es Salaam, in Tanzania. A Nairobi ci furono 212 morti e 4650 feriti, in Tanzania 11 morti e 72 feriti. L’organizzazione che fa capo a Osama Bin Laden e Al Zawahiri rivendicò gli attentati.

(12 settembre 2006)

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