Siria, si combatte alla frontiera con Israele sul Golan, Al Qaeda contro Assad

Siria, si combatte alla frontiera con Israele
sul Golan, Al Qaeda contro Assad

La Repubblica. Nuovo messaggio di al-Zawahri contro il presidente siriano e gli Usa. I ribelli siriani persa Qusayr conquistano per alcune ore il passaggio frontaliero tra Israele e Siria sul Golan, dove di continua a combattere. In Libano palestinesi contro Hezbollah che combatte con Assad. Negli Stati Uniti il senatore McCain, ex candidato repubblicano alla presidenza, insiste che Washington debba sostenere i ribelli almeno con una no-fly zone

Siria, si combatte alla frontiera con Israele  sul Golan, Al Qaeda contro Assad
Quneitra, confine tra Israele e Siria (reuters)
Il leader di al-Qaeda, Ayman al-Zawahri, è tornato a far sentire la sua voce per esortare i siriani a lottare contro il presidente, Bashar al-Assad, e sventare quelli che definisce i piani americani per creare in Siria uno Stato ‘vassallo’ che “difenda Israele”. In 22 minuti di registrazione, pubblicati sui siti islamisti in occasione dei 65 anni della nascita di Israele, Zawahiri ha aggiunto che l’unico modo per risolvere la questione palestinese è la ‘jihad’, la guerra santa. Non è stato possibile verificare l’autenticità della registrazione e se sia stata realizzata prima o dopo  la riconquista di Qusayr da parte dell’esercito siriano con l’aiuto dei guerriglieri Hezbollah libanesi. Zawahri, medico egiziano divenuto capo di al-Qaeda dopo l’uccisione di Osama bin Laden, ha anche criticato il regime degli ayatollah per il sostegno a Damasco, dicendo che il conflitto siriano ha rivelato “la brutta faccia dell’Iran”.

Il giorno dopo la riconquista siriana di Qusayr, gli scontri tra i ribelli e le forze del regime sono arrivati fino alle Alture del Golan, di cui Israele ha preso il controllo nel 1967, sul valico di Quneitra, Per diverse ore stamane i ribelli sembravano aver conquistato il valico, l’unico passaggio diretto tra Siria e Israele, utilizzato quasi esclusivamente dai residenti drusi del Golan occupato; si è continuato a combattere e le forze lealiste a metà giornata avevano già ripreso il controllo del passaggio di frontiera.

Ma le informazioni sono ancora confuse e gli scontri continuano. Quneitra è importante perché il controllo sul valico è una delle dimostrazioni simboliche del potere del regime di Damasco; e da esso dipende l’atteggiamento di Israele sul conflitto.

L’Austria ha annunciato il ritiro dei propri caschi blu dal Golan. Il contingente austriaco conta 380 militari su mille totali della missione delle Nazioni Unite. Vienna aveva un mese fa preannunciato che avrebbe ritirato le truppe se l’Unione europea, come poi è avvenuto,  avesse revocato l’embargo sulle armi per l’opposizione siriana.

Intanto le truppe di governo continuano a guadagnare terreno nella regione attorno a Qusayr: insieme ai miliziani di Hezbollah sono a caccia dei ribelli fuggiti nei villaggi circostanti, al termine dei 17 giorni di sanguinoso assedio; e come era stato annunciato, adesso le forze del regime incalzano alla conquista dei quartieri di Homs che erano ancora in mano ai ribelli: Jalediya è il primo ad essere caduto.

Il regime di Damasco continua, dunque, a guadagnare posizioni e questo gli assicura una posizione di vantaggio in vista della conferenza di pace internazionale, se mai si materializzerà. Oggi la Russia ha fatto sapere che sarà il ministro degli Esteri di Damasco a guidare la delegazione ufficiale siriana alla cosiddetta Ginevra2: lo ha reso noto il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, nel corso di una conferenza stampa al termine di un incontro del Consiglio degli Stati del Mar Baltico. Lavrov ha anche messo in guardia dal fatto che l’uso delle armi in Siria possa essere strumentalizzato per giustificare un intervento militare. “La questione delle armi chimiche è diventata oggetto di speculazioni e provocazioni: io non escludo che qualcuno voglia utilizzarla come una ‘linea rossa’ che è stata valicata e che un intervento straniero sia necessario”. Il capo della diplomazia russa ha anche insistito sul fatto che l’Iran debba partecipare alla conferenza di pace internazionale sulla Siria, la cosiddetta Ginevra 2.

La guerra in Siria intanto continua ad avere effetti in Libano. Circa 1.500 pacchi di aiuti alimentari forniti da Hezbollah sono stati dati alle fiamme in Libano da rifugiati palestinesi provenienti dalla Siria per protestare contro l’intervento delle milizie del movimento sciita libanese nella battaglia di Qusayr al fianco delle truppe lealiste. Lo scrive oggi il quotidiano Daily Star, sottolineando che si tratta del secondo episodio di questo genere nell’ultima settimana.  Sono almeno 54.000 i palestinesi già profughi in Siria che sono fuggiti in Libano a causa del conflitto. Altri 6.000 si sono rifugiati in Giordania e altrettanti in Egitto.

Omar Halabi, un attivista locale, ha detto che ieri gli aiuti umanitari sono stati dati alle fiamme da palestinesi e residenti locali a Saadnayel, nella Valle della Bekaa, quando i destinatari dei pacchi hanno visto che su di essi vi era la scritta: “La resistenza islamica del Libano ai suoi fratelli, i palestinesi sfollati dalla Siria”. Gli aiuti erano stati distribuiti attraverso un ufficio locale del Fronte democratico per la liberazione della Palestina (Fdlp), vicino al regime di Damasco.

Negli Stati Uniti, dopo l’impasse del tentativo russo di organizzare la conferenza di pace a Ginevra sulla Siria, il senatore McCain, già candidato repubblicano alla presidenza, continua a spingere per un coinvolgimento maggiore degli Usa nella guerra a sostegno dei ribelli: “Il conflitto in Siria può scatenare una guerra civile in tutto il Medio Oriente”, ha detto alla Cbs.