Siria, Trump a Sharaa: normalizzare le relazioni con Israele, espellere le fazioni palestinesi

L’AntiDiplomatico. Durante il primo incontro, a Riad, tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump il suo omologo de facto della Siria, Ahmad al-Sharaa, l’inquilino della Casa Bianca lo ha “invitato”  a normalizzare le relazioni con Israele aderendo agli Accordi di Abramo.

L’incontro tra Trump e Sharaa è stato il primo nel suo genere da quando, 14 anni fa, Washington e Tel Aviv hanno scatenato un’offensiva per rovesciare il governo dell’ex presidente siriano Bashar al-Assad.

L’incontro a porte chiuse, a cui hanno partecipato il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (MbS) e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (che si è collegato da remoto), si è svolto appena un giorno dopo l’annuncio a sorpresa di Trump della revoca di tutte le sanzioni alla Siria da parte degli Stati Uniti. Trump ha inquadrato la mossa come un’opportunità strategica per inserire Damasco in un più ampio quadro di normalizzazione regionale.

“Buona fortuna, Siria, mostraci qualcosa di speciale”, ha dichiarato Trump in un discorso dopo l’incontro. Ha sottolineato che l’inclusione della Siria negli Accordi di Abramo segnerebbe “un passo storico verso la pace e la reintegrazione nella regione”, offrendo al contempo alla nuova leadership siriana “un nuovo inizio”.

Gli Stati Uniti hanno imposto brutali sanzioni economiche alla Siria a partire dal 2011, nell’ambito della guerra segreta della CIA per rovesciare il governo di Assad, nemico storico di Israele. Milioni di siriani hanno sofferto la povertà più estrema, in particolare dopo l’inasprimento delle sanzioni e dell’assedio nel 2019, in base Caesar Act approvato dal Congresso degli Stati Uniti.

Il presidente autoproclamato Ahmad al-Sharaa, ex leader di Al-Qaeda in Siria, ha beneficiato del sostegno segreto degli Stati Uniti, di Israele e dei loro alleati regionali, nonostante in passato lo avesse definito un terrorista.

Sharaa ha preso il potere a Damasco l’8 dicembre dell’anno scorso dopo che i suoi miliziani, sostenuti dall’estero e appartenenti al gruppo di Al-Qaeda Hayat Tahrir al-Sham (HTS), hanno lanciato una campagna lampo dalla loro roccaforte nel governatorato di Idlib per rovesciare Assad.

C’è stato un altro “invito” che Trump ha fatto a Sharaa, ovvero l’espusione dei gruppi di resistenza palestinese dal territorio siriano, tra i quali il Jihad Islamico Palestinese (PIJ) e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Commando Generale (FPLP-CG). La Siria aveva dato rifugio ai palestinesi dopo la pulizia etnica che li ha espulsi dalle loro terre da parte delle forze israeliane, nel 1948, in quella che è nota come Nakba, di cui ricorre il settantasettesimo anniversario.

Un portavoce della Casa Bianca ha confermato che la normalizzazione dei rapporti con Israele è stata il fulcro della discussione.

“Potrebbe essere una svolta storica per la pace”, secondo il ministro degli Esteri siriano Asaad al-Shaibani dopo l’annuncio della revoca delle sanzioni, aggiungendo: “È ora che la Siria si riprenda dal freddo”.

Trump ha annunciato, a tal proposito, che il Segretario di Stato Marco Rubio incontrerà il ministro degli Esteri Shaibani la prossima settimana (questa in corso, ndr).

Il Times di Londra ha svelato che Sharaa potrebbe essere disposto ad aderire agli Accordi in cambio di una zona demilitarizzata nella Siria meridionale, una richiesta israeliana di lunga data.

Una mossa del genere riconoscerebbe di fatto l’occupazione israeliana delle alture del Golan siriane, occupate dalle forze israeliane durante la Guerra dei sei giorni del 1967. Dopo la cacciata di Assad e il crollo dell’esercito siriano a dicembre, le forze israeliane hanno occupato ulteriore territorio nella Siria sudoccidentale.

I recenti commenti di Sharaa e dei suoi collaboratori lasciano intendere che la Siria ha già avviato un dialogo preliminare con Israele e potrebbe considerare la normalizzazione come una via verso la riabilitazione internazionale.

I festeggiamenti sono scoppiati in tutta la Siria dopo la revoca delle sanzioni. La folla a Damasco, Latakia, Tartous e Homs ha sventolato bandiere siriane e saudite, e alcuni hanno gridato ringraziamenti a Riad per aver mediato la svolta diplomatica.