‘Sistema sociale israeliano sulla strada del fascismo’. Il Rapporto del Centro Mada al-Carmel

An-Nasira (Nazareth) – InfoPal. Il Centro “Mada al-Carmel”, per gli studi sociali all’interno dei Territori palestinesi occupati nel '48 (Israele, ndr), ha pubblicato una rapporto che esplora il sistema di funzionamento delle politiche civili e politiche adottate da Israele. 

“Il sistema si avvia verso uno stato di regressione interna che tende al 'fascismo', con costanti fenomeni di razzismo e odio nei confronti dei cittadini palestinesi”.

“Ogni giorno, il governo israeliano approva leggi che limitano le libertà civili e i diritti politici in generale e puntano contro la comunità palestinese in particolare. Queste scelte denotano una chiusura della società israeliana destinata a vivere nella repressione e osteggiata in qualunque tentativo di opposizione alle politiche di governo contro i palestinesi”. 

Nella fattispecie e nei numeri, sondaggi e testimonianze dimostrano il livello di radicamento del razzismo verso i palestinese in seno alla società israeliana.  

Di recente, erano stati resi noti alcuni dati: il 60% dei cittadini israeliani chiedeva una separazione dai palestinesi e il 40% si era dichiarato a favore del ritiro della cittadinanza israeliana a quei palestinesi che non avessero dimostrato e giurato fedeltà allo Stato di Israele.  

La metà degli intervistati ha dichiarato di rifiutarsi di studiare negli stessi istituti dove vi sono palestinesi. 

Se da un lato studi e sondaggi svelano la tendenza della società civile israeliana, altrettanto documentate sono le misure di governo espressioni di sostanziale illegalità, poiché oltrepassano qualunque potere legislativo.

Va ricordata, al proposito, la legge sul giuramento di fedeltà allo Stato di Israele in qualità di “Stato ebraico e democratico”. Solo dietro questo giuramento, infatti, lo stato israeliano accorda la cittadinanza ai palestinesi.

Nella stessa ottica, si collocano le misure atte a scoraggiare lo sviluppo della comunità palestinese quando il ministero dell’Istruzione decreta l’abbattimento dei finanziamenti a favore di questi ultimi per potenziare invece la presenza ebraica.

Il rapporto denuncia dunque l'idea secondo la quale, a fianco di atti di violenza particolarmente manifesti per grado di aggressione, razzismo, odio e abusi sui cittadini palestinesi non provengono esclusivamente da frange estremiste della società israeliana, bensì da ogni ambiente della società e delle istituzioni.

Basti ricordare la cacciata di due studenti palestinesi da una scuola superiore nel Negev o l’editto religioso di rabbini socialmente rispettati contro la cessione di immobili in locazione ai cittadini palestinesi.

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