Situazione dei prigionieri palestinesi.

In carcere, i prigionieri minorenni sono soggetti a ogni tipo di punizione possibile.

Durante i mesi della prima Intifada, i detenuti erano stati sottoposti a numerose molestie da parte dei più grandi, prigionieri criminali: venivano aggrediti, derubati e provocati sessualmente sotto gli orecchi e gli sguardi dell’amministrazione carceraria. 

In questo carcere le condizioni sanitarie sono trascurate: i detenuti, per esempio, si estraggono i denti da soli e molto spesso si trovano in situazioni critiche, colpiti da malattie che non vengono curate. Soffrono la fame continuamente a causa della carenza di cibo e per supplire la mancanza, pongono il pane in contenitori pieni di thé nel tentativo di aumentarne la massa necessaria e di vincere così la fame. 

Le forze di polizia irrompono nelle stanze dei carcerati anche per futili motivi sempre con l’obiettivo di provocarli e di umiliarli, giocando con i loro effetti personali, mischiando i viveri di alcuni detenuti con quelli di altri, sporcando ovunque.

 

Dall’inizio dell’Intifada dell’Aqsa fino alla fine di gennaio scorso.

 

5.050 martiri, 49.760 feriti e più di 104.000 prigionieri.  

Il numero dei martiri caduti per mano delle forze di occupazione israeliane dallo scoppio dell’intifada dell’Aqsa, dal 28 settembre 2000 fino al 31 gennaio 2007, ammonta a circa 5050, mentre il numero dei feriti è di 49.760, tra cui 4835 civili che hanno ricevuto cure.

Il numero delle vittime tra i minori si aggira sui 937, mentre le vittime di omicidi o sparatorie sono 481 solo tra i civili. 

 L’Istituto di statistica ha pubblicato un nuovo rapporto. 

Il rapporto del ministero degli affari dei detenuti ha prodotto un rapporto che spiega come il governo israeliano, fin dalla sua occupazione dei territori palestinesi nel 1948, ha arrestato all’incirca 800 mila civili, cioè un quarto dei cittadini dei territori palestinesi.

Si tratta della più grande percentuale al mondo di arrestati.

Oltre a questa cifra ci sono le decine di migliaia di persone sequestrati per brevi periodi, poi  rilasciati.

(Traduzione a cura di Silvia Marchionne)

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