Ramallah – Palestine Chronicle. Martedì 13 luglio, l’attivista palestinese per i diritti umani Suha Jarrar è stata sepolta dai suoi amici e dalla sua famiglia nella città occupata di Ramallah, in Cisgiordania.
A Khalida Jarrar, madre di Suha, leader palestinese, icona femminista e prigioniera politica è stato negato il diritto di dare un ultimo saluto a sua figlia.
Nonostante i numerosi appelli dei gruppi per i diritti dei palestinesi, il Servizio carcerario israeliano (IPS) ha negato la richiesta di uscita provvisoria di Khalida per partecipare al funerale di sua figlia.
My mom Khalida Jarrar’s letter from her cell in Damon prison, Haifa. Read at my sister Suha’s funeral this morning. #FreeKhalidaJarrar pic.twitter.com/fvSplg4jmo
— Yafa Jarrar (@YafaJarrar) July 13, 2021
La seguente lettera è stata letta al funerale di Suha e contiene il messaggio di Khalida per sua figlia, così come è stato trasmesso verbalmente al suo team legale:
“Soffro tanto, figlia mia, solo perché mi manchi.
Soffro tanto, figlia mia, solo perché mi manchi.
Dal profondo della mia agonia, ho allungato la mano e
abbracciato dalla finestra il cielo della nostra patria
dalla mia cella nella prigione di Damon, Haifa.
Non preoccuparti, bambina mia.
Rimango in piedi e forte, nonostante le catene ed il carceriere.
Sono una madre addolorata dal desiderio di vederti un’ultima volta.
Questo non accade al di fuori della Palestina.
Tutto quello che volevo era dare l’ultimo addio a mia figlia.
Con un bacio sulla fronte e per dirle che la amo
quanto amo la Palestina.
Figlia mia, perdonami per non aver partecipato alla celebrazione della tua vita,
per non essere accanto a te durante questo momento straziante e finale.
Il mio cuore ha raggiunto le vette del cielo desideroso di vederti,
accarezzarti e darti un bacio sulla fronte attraverso la
piccola finestra della mia cella di prigione.
Suha, tesoro mio.
Mi hanno privato della possibilità di un ultimo bacio d’addio.
Ti saluto con un fiore.
La tua assenza è dolorosamente bruciante, dolorosamente atroce.
Ma io rimango ferma e forte,
Come le montagne dell’amata Palestina”.